Su "Atlantico Quotidiano" vi è un articolo di Federico Punzi che è intitolato "Stanno arrivando i Petroyuan: la caotica politica del team Biden rischia di favorire la Cina".
Ne riporto questo stralcio:
"Se il Cremlino sembra aver sottovalutato le capacità di resistenza politica e militare di Kiev, e la risposta occidentale, la Casa Bianca sembra stia sottovalutando le conseguenze della guerra economica alla Russia, né averla adeguatamente preparata dal punto di vista diplomatico, nonostante fosse a conoscenza da mesi dei piani di aggressione russi all’Ucraina.
All’amministrazione Usa va senz’altro riconosciuto il merito di una risposta veloce e ambiziosa della Nato e di aver tenuto compatti gli alleati europei, rimettendo in riga Germania e Francia. Risultati nient’affatto scontati, ma non sufficienti viste le implicazioni globali dello scontro in atto. Uscendo dalla bolla europea sono pochi i Paesi che hanno seguito Usa, Regno Unito e Ue sulla strada delle sanzioni alla Russia. Nemmeno tutti i Paesi Nato vi hanno aderito: la Turchia non ha adottato alcuna sanzione contro Mosca, ma ha almeno fornito agli ucraini i suoi preziosi droni. E nemmeno Israele. Pechino a parte, da cui era prevedibile un sostegno più o meno esplicito a Mosca, come vedremo più avanti al centro delle preoccupazioni di Washington in queste ore, nemmeno il resto dei Brics – India, Brasile e Sudafrica – ha adottato sanzioni, scegliendo una posizione neutrale. Come ha calcolato la prof. Anna Bono su Atlantico Quotidiano, la risoluzione di condanna dell’aggressione russa all’Assemblea generale Onu è passata a larga maggioranza dei Paesi membri, ma tra contrari, astenuti e assenti, non l’hanno appoggiata Paesi che contano il 55 per cento della popolazione mondiale".
All’amministrazione Usa va senz’altro riconosciuto il merito di una risposta veloce e ambiziosa della Nato e di aver tenuto compatti gli alleati europei, rimettendo in riga Germania e Francia. Risultati nient’affatto scontati, ma non sufficienti viste le implicazioni globali dello scontro in atto. Uscendo dalla bolla europea sono pochi i Paesi che hanno seguito Usa, Regno Unito e Ue sulla strada delle sanzioni alla Russia. Nemmeno tutti i Paesi Nato vi hanno aderito: la Turchia non ha adottato alcuna sanzione contro Mosca, ma ha almeno fornito agli ucraini i suoi preziosi droni. E nemmeno Israele. Pechino a parte, da cui era prevedibile un sostegno più o meno esplicito a Mosca, come vedremo più avanti al centro delle preoccupazioni di Washington in queste ore, nemmeno il resto dei Brics – India, Brasile e Sudafrica – ha adottato sanzioni, scegliendo una posizione neutrale. Come ha calcolato la prof. Anna Bono su Atlantico Quotidiano, la risoluzione di condanna dell’aggressione russa all’Assemblea generale Onu è passata a larga maggioranza dei Paesi membri, ma tra contrari, astenuti e assenti, non l’hanno appoggiata Paesi che contano il 55 per cento della popolazione mondiale".
I Paesi dei Brics (Brasile, India, Cina e Sudafrica) non hanno adottato le sanzioni contro la Russia o (nel caso della Cina) hanno deciso di sostenere Mosca.
Al contrario, non tutti i Paesi della NATO hanno deciso di adottare le sanzioni contro Mosca.
Il caso turco è da manuale.
Ora, il vero rischio è stato da me paventato in un articolo scritto su "Italia chiama Italia".
Alla Cina interessa la supremazia economica.
La Cina è alleata della Russia ma vuole avere la supremazia economica e pur di averla è disposta anche a fagocitare la sua alleata.
Se la Russia perdesse questa guerra, la Cina potrebbe assumere una posizione di forza rispetto a Mosca.
Dunque, potrebbe accedere alle risorse con un certo "diritto di prelazione" e potrebbe rafforzarsi.
Qui in Occidente si dice che Vladimir Putin perderà.
Di norma, non si mantiene un'alleanza con chi è dato per perdente in partenza.
Invece, la Cina resta alleata della Russia.
Dunque, questo può essere il presagio di una volontà cinese di sfruttare le eventuali difficoltà della Russia per trarne un vantaggio.
Oramai, la situazione ci dice che in questa guerra l'unica vera potenza vincitrice potrebbe essere la Cina.
Questo potrebbe avvenire anche per colpa di una politica debole degli Americani che hanno scelto di allontanare gli alleati strategici, i quali oggi si rivolgono a Pechino.
Se accadesse, il presidente americano Joe Biden avrebbe delle gravi responsabilità.
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