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sabato 12 marzo 2022

Si deve essere contro Putin ma...


Riporto codesto stralcio dell'articolo scritto su "Atlantico Quotidiano" da Stefano Magni, il quale è intitolato "Il nuovo “pacifismo” di destra come quello della sinistra: appello alla resa e anti-occidentalismo":"“Meglio russi che morti” è il succo del discorso di gran parte dei commentatori di centrodestra in queste settimane di guerra ucraina. Man mano che la guerra si prolunga, l’appello per la resa incondizionata degli ucraini si fa più forte e sentito, condito con discorsi terroristici su possibili escalation e guerre nucleari. Per Vittorio Feltri, così come per l’ex generale di Gladio, oltre che per l’immancabile Toni “non ci sarà nessuna invasione” Capuozzo, il problema di questo conflitto è solo uno e si chiama: Zelensky, il presidente ucraino il cui Paese è stato aggredito. La sua colpa? Resistere ai russi. Più resiste, più sarà il responsabile delle vittime militari e civili del conflitto. Un pacifismo peloso, mascherato da umanitarismo, ma con la stessa logica dei Borg, razza aliena inventata dagli sceneggiatori di Star Trek: “Assimilatevi, la resistenza è inutile”.

Partiamo da un principio: la Russia di Putin è l'aggressore e l'Ucraina è l'aggredita.
Questo è un fatto.
La Russia ha aggredito l'Ucraina.
Ciò non può essere smentito.
Dopodiché, si debbono fare altre considerazioni.
Per esempio, il problema in Ucraina non è recente ma risale al 2014, alla presidenza di Petro Oleksijovyč Porošenko, a quando iniziò a farsi palese la questione della Crimea e del Donbass.
Quel problema fu sottovalutato dall'Occidente.
Eppure, il problema era lì.
Porošenko prese solo il 30% di consensi nelle zone russofone del Donbass contro le percentuali ben più alte nelle zone occidentali dell'Ucraina.
Nello stesso anno, la Crimea si proclamò repubblica autonoma e si dichiarò parte della Russia, con un referendum.
Nel Donbass, i russofoni volevano staccarsi a loro volta e si crearono delle formazioni paramilitari.
Si crearono formazioni militari tanto nella parte russofona quanto in quella ucraina.
I paramilitari ucraini più famosi sono ancora oggi noti come Battaglione Azov e sono di tendenze neonaziste.
Si sapeva che prima o poi qualcosa sarebbe accaduto.
Eppure, nessuno si preoccupò di ciò e gli USA di Obama ed Unione Europea spinsero per l'adesione dell'Ucraina  alla NATO e alla medesima Unione Europea, forti del fatto che Porošenko fosse filoccidentale. 
Questo non piacque ai russofoni.
A quel punto, per evitare problemi, si sarebbe dovuto ricorrere alla via diplomatica e ad un compromesso.
Purtroppo, non si fece nulla.
Durante la presidenza americana di Donald Trump (2017-2021) le tensioni furono sopite dalla politica degli USA.
Trump non era filo-Putin ma aveva capito la reale situazione dell'Ucraina.
Spingere l'Ucraina da una parte o dall'altra avrebbe creato dei problemi, per via della situazione interna di quel Paese.
Purtroppo, con l'avvento di Joe Biden alla Casa Bianca (nel gennaio 2021) riportò indietro le lancette dell'orologio della storia ed oggi si è arrivati alle più estreme conseguenze.
Qui in Italia, la questione ucraina è trattata con il tifo da stadio.
Così, chi è contro Biden ammicca al presidente russo Vladimir Putin e viceversa.
Invece, servirebbe un approccio più realista.
Purtroppo, qui non ci sono due squadre di calcio ma due Paesi in guerra. 
Essere contro Biden, che con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è parte del problema,  non deve significare essere con Putin il quale ha fatto un'azione criminale.
Personalmente, dico che Biden non mi piace ma dico anche che tra la Russia e gli USA scelgo di gran lunga i secondi.
Invece di fare questo tifo da stadio ci si dovrebbe chiedere come mai la NATO non ha istituito la No Fly Zone in Ucraina, come chiesto da Zelensky.
La risposta è semplice: non si vuole arrivare ad una guerra mondiale.
Oramai, Putin è incontrollabile e non vuole più dialogare.
Zelensky non fa nulla per cercare di arrivare alla pace ed il fatto che abbia chiesto alla NATO di istituire una No Fly Zone lo dimostra.
La NATO ha fatto benissimo a non accondiscendere alla richiesta del presidente ucraino. 
Se la NATO avesse istituito la No Fly Zone Putin avrebbe reagito in modo ancora più sconsiderato, magari contro i Paesi europei. 
Si vuole arrivare a questo?
Putin è fuori controllo. 
A questo punto, si deve operare per cercare un compromesso.
Per l'Ucraina, oramai, la Crimea è persa com'è perso anche il Donbass.
Tutti farebbero bene a sedersi attorno ad un tavolo e a trovare una soluzione che possa andare bene a tutte le parti. 
Per esempio, il Donbass e la Crimea potrebbero restare alla Russia ma i soldati russi dovrebbero lasciare il resto dell'Ucraina e garantire ad essa la sovranità e l'integrità del resto dei territori, compresa la zona di di Odessa.
Quest'ultima resterebbe come sbocco sul mare dell'Ucraina, la cui indipendenza da Mosca non dovrebbe essere messa in discussione.
Inoltre, all'Ucraina dovrebbe corrisposto anche un risarcimento da parte della Russia. 
Agli ucraini di Crimea e Donbass dovrebbe essere lasciata la facoltà di scegliere tra il restare in quelle zone ed il trasferirsi in Ucraina. 
Lo stesso discorso dovrebbe valere per i russofoni presenti nell'Ucraina. 
Putin si prenderebbe il Donbass e la Crimea e l'Ucraina continuerebbe a restare indipendente ed avrebbe un risarcimento per i danni causati dalla guerra. 
Se si fosse intervenuto prima, forse, la situazione sarebbe stata diversa e ci sarebbe potuto essere spazio per altre trattative. 
Oramai, la situazione attuale è compromessa e si deve scegliere il male minore, a meno che Putin non cada.
Se Putin cadesse non sarebbe automatico un miglioramento della situazione russa.
Anzi, sarebbe una vera incognita.





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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto presa dalla pagina Facebook di Christian Ricchiuti, esponente di Fratelli d'Italia.