Questo è uno stralcio di un articolo scritto da Michele Marsonet su "Atlantico Quotidiano", articolo intitolato "Sicuri che un nuovo allargamento Ue a scopo difensivo sia una buona idea?":"Chi più chi meno, eravamo tutti convinti che l’Unione europea, com’è strutturata oggi, non funziona. I motivi sono tanti, ma mi limito a citarne un paio. Un numero eccessivo di Stati membri, con gli ultimi entrati non in possesso dei requisiti richiesti dai cani da guardia dell’ortodossia di Bruxelles. Quasi tutti, questi ultimi, appartenenti ai Paesi cosiddetti “frugali” o “virtuosi”.
Quindi europei del Nord – inclusi quelli delle piccole nazioni baltiche – che tendono a considerare noi del Sud inutili spendaccioni e scialacquatori.
Sin qui tutto bene (o, meglio, male), in fondo ci siamo abituati. Domanda: come mai, ora, tutti sembrano concordare circa la necessità di accogliere nell’Unione ulteriori Stati che, notoriamente, versano in condizioni economiche tutt’altro che floride?
È del tutto scontata la condanna senza riserve della brutale aggressione russa con tutte le devastazioni che sta causando. Urge però rammentare che, anche prima dell’invasione, l’Ucraina era considerato un Paese con una situazione economica molto difficile e afflitto da un alto tasso di corruzione.
I succitati cani da guardia dell’ortodossia economica e finanziaria Ue, per esempio il lettone Valdis Dombrovskis, sono davvero disposti a scordare le loro tesi rigoriste ammettendo nell’Unione nazioni altamente problematiche? Chi scrive è curioso di vedere se accadrà davvero.
Ma il ragionamento coinvolge Stati messi ancor peggio. Si parla infatti di ammettere la Moldavia (o Moldova) che, oltre a versare in condizioni economiche tragiche, “ospita” pure sul suo territorio un minuscolo Stato russofono autoproclamatosi indipendente, la Transnistria, e nel quale vige ancora un ordinamento politico di tipo sovietico.
Che dire poi della lontana Georgia, collocata nel Caucaso, anch’essa in condizioni economiche precarie ma candidata, in teoria, ad entrare nell’Unione? È ovvio che in tutti i casi menzionati, Ucraina, Moldavia e Georgia, la molla fondamentale è la paura di Putin e dei russi".
Un detto recita che la forza di una catena debba essere rapportata al suo anello più debole.
Se Paesi come l'Ucraina, la Moldavia o la Georgia fossero ammessi nell'Unione Europea ci sarebbero molti anelli deboli.
La politica dell'Unione Europea ricorda quella dell'imperatore dell'Impero Romano d'Oriente Costantino IX Monomaco (1000-1055).
L'imperatore in questione annetté al suo impero il regno armeno di Ani.
Era il 1045.
Egli agì in ossequio ai trattati del suo predecessore Basilio II.
L'annessione di quel regno armeno non portò nulla di buono all'Impero Romano d'Oriente.
Anzi, espose la frontiera più orientale alle migrazioni turche.
Questo fu il preludio di quella famosa sconfitta bizantina che ci fu ad opera dei Turchi Selgiuchidi nel 1071.
Quanto sta accadendo all'Unione Europea ricorda quanto accadde all'Impero Romano d'Oriente.
Espandendosi ulteriormente ad est, l'Unione Europea rischia di avere dei grossi problemi sia con i Paesi che entrerebbero in essa sia con la Russia.
Bisogna ricordare che questi Paesi sono poveri e che la loro classe dirigente è corrotta.
Anche la loro economia non è florida.
Di sicuro, i rigoristi come il famoso commissario Valdis Dombrovskis non prenderebbero bene la cosa.
Inoltre, vi sarebbero anche dei problemi con la Russia.
La Russia interpreterebbe l'allargamento a Paesi come l'Ucraina come un atto ostile, cosa che sta accadendo.
Quanto sta accadendo ora è la dimostrazione pratica di quanto scritto prima.
L'Unione Europa nacque con il proposito di portare la pace in Europa ma i fatti stanno contraddicendo questo buon proposito.
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