La pulizia etnica islamista che si sta implementando in Francia

Questa è la nota di Giulio Meotti che ho trovato su Facebook:

"Io non voglio viverci in una Europa in cui gli ebrei si nascondono e scappano. In Francia è in corso una pulizia etnica islamista e a fari spenti ai danni degli ebrei. Se ne è accorto anche il New York Times che gli dedica un intero dossier. Ad Aulnay-sous-Bois, sono rimaste 100 famiglie ebraiche delle 600 che c'erano nel 2000; a Le Blanc-Mesnil, siamo scesi a 100 da 300 famiglie; a Clichy-sous-Bois, sono rimaste 80 famiglie da 400 che erano; a La Courneuve, da 300 a 80. Ouriel Elbilia, rabbino, dice che il fratello a Clichy ormai non officia più i servizi religiosi in sinagoga, visto che non c'è più nessuno. 50.000 ebrei francesi sono partiti per Israele dal 2000 a oggi. "Negli ultimi 20 anni, intere comunità si sono trasferite ", ha detto Ariel Goldmann, che guida la principale agenzia di servizi sociali ebraici in Francia. "Questi posti si stanno svuotando". Dove sono gli antirazzisti di professione? Dove sono gli europeisti? O forse l'antirazzismo in Europa vale per tutti tranne che per gli ebrei, la minoranza più antica e importante del nostro povero continente alla deriva?".


La cosa più grave è il fatto che tutto ciò stia avvenendo sotto il silenzio dei governanti europei.
Anzi, con un atteggiamento quasi pilatesco, questa classe dirigente europea sta permettendo quella che è di fatto una vera e propria "pulizia etnica".
In Francia vi è una situazione che rappresenta il paradigma di quanto sta accadendo in Europa.
Gli ebrei francesi sono costretti a lasciare il loro Paese perché sono nell'insicurezza totale, in quanto vi è sempre di più la minaccia islamista.
Nelle città francesi ci sono sempre più quartieri a maggioranza islamica.
In nome dell'antisemitismo coranico e dell'odio becero verso Israele, gli islamisti minacciano sempre di più le comunità ebraiche.
Questo è un dato di fatto.
Purtroppo, a fronte di questo, la classe dirigente francese tace.
Questo silenzio di fronte ad un simile non è meno vergognoso ed odioso dell'atto di chi lo compie.