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venerdì 3 agosto 2018

La destra ed il fascismo non sono la stessa cosa

Resto molto contrariato quando sento parlare della destra paragonata al fascismo.
Destra e fascismo non sono sinonimi.
Quando sento parlare di destra non penso a Benito Mussolini o ad Alessandro Pavolini ma penso a a Sidney Sonnino, Winston Churchill, Ronald Reagan, Margaret Thatcher.
Destra e fascismo non sono sinonimi.
La destra esiste da prima del fascismo.
Penso ai Tory inglesi del XVII secolo, ai monarchici francesi al tempo della Rivoluzione o alla Destra storica dell'Italia ottocentesca.
Certo, la destra assunse la connotazione che noi oggi conosciamo con il passare del tempo.
La vera destra è di stampo conservatore-liberale.
Infatti, essa è conservatrice riguardo a temi come la famiglia, la vita e la difesa della proprietà privata mentre è favorevole ad un'economia di libero mercato.
La destra parlava dei valori di un popolo da molto prima che nascesse il fascismo.
La destra rifiuta lo statalismo.
Il fascismo, invece, si rifece al socialismo.
Mussolini era un socialista.
Queste parole scritte dal professore Plinio Correa de Oliveira sul suo libro "Rivoluzione e Controrivoluzione" possono essere illuminanti per capire il tutto:

"1) Deve sospendere i diritti, non per sovvertire l'Ordine, ma per proteggerlo. E per Ordine non intendiamo soltanto la tranquillità materiale, ma la disposizione delle cose secondo il loro fine, e secondo la rispettiva scala di valori. Si tratta, quindi, di una sospensione di diritti più apparente che reale, del sacrificio delle garanzie giuridiche di cui i cattivi elementi abusavano a detrimento dell'ordine stesso e del bene comune, sacrificio in questo caso tutto volto alla protezione dei veri diritti dei buoni. 
2) Per definizione, questa sospensione deve essere provvisoria, e deve preparare le condizioni perché, il più rapidamente possibile, si ritorni all'ordine e alla normalità. La dittatura, nella misura in cui è buona, si adopera a far cessare la sua stessa ragione d'essere. L'intervento del potere pubblico nei diversi settori della vita nazionale, deve essere fatto in modo che, nel più breve tempo possibile, ogni settore possa vivere con la necessaria autonomia. Così, ogni famiglia deve poter fare tutto ciò di cui per sua natura è capace, aiutata solo sussidiariamente da gruppi sociali superiori in ciò che oltrepassa il suo ambito. Questi gruppi, a loro volta, devono ricevere l'aiuto del municipio solo in ciò che supera la loro capacità normale, e così pure deve essere nelle relazioni tra il municipio e la regione, e tra questa e il paese. Il fine essenziale della dittatura legittima, oggi, deve essere la Contro-Rivoluzione. Questo, peraltro, non implica l'affermazione che la dittatura sia normalmente un mezzo necessario per la sconfitta della Rivoluzione. Ma in certe situazioni lo può essere. Al contrario, la dittatura rivoluzionaria tende a perpetuarsi, viola i diritti autentici e penetra in tutte le sfere della società per annientarle, disarticolando la vita della famiglia, nuocendo alle élites naturali, sovvertendo la gerarchia sociale, nutrendo la moltitudine di utopie e di aspirazioni disordinate, estinguendo la vita reale dei gruppi sociali e assoggettando tutto allo Stato: in una parola, favorisce l'opera della Rivoluzione. Esempio tipico di tale dittatura è stato l'hitlerismo. Perciò, la dittatura rivoluzionaria è fondamentalmente anticattolica. Infatti, in un ambiente veramente cattolico non può esservi un clima propizio a una tale situazione. Questo non vuol dire che la dittatura rivoluzionaria, in questo o in quel paese, non abbia cercato di favorire la Chiesa. Ma si tratta di un atteggiamento puramente tattico, che si trasforma in persecuzione aperta o velata, appena l'autorità ecclesiastica comincia a sbarrare il passo alla Rivoluzione".

Il regime mussoliniano era favorevole al dirigismo statale sull'economia, cosa che la destra non accettò e tuttora non accetta.
Inoltre, esso era intrinsecamente anticattolico, sebbene l'11 febbraio 1929, Mussolini avesse stretto i Patti Lateranensi.
Certo, secondo una confidenza riportata da Dino Grandi ad Indro Montanelli, quando uscì dal Palazzo del Laterano, dopo la firma dei Patti Lateranensi, Mussolini avrebbe bestemmiato per sottolineare la sua avversione ai preti.
Peggio fu il nazismo, che fu molto più monolitico del fascismo.
La destra ripropone l'alleanza tra trono ed altare e ripudia lo statalismo.
Quindi, la destra è una cosa ed il fascismo è un'altra.



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