Riporto questo stralcio dell'articolo:
"Quattro o cinque anni fa la neonata Autorità dei trasporti chiese al ministero delle Infrastrutture i testi dei contratti di concessione autostradale.
Sembrava una richiesta di routine e invece i funzionari ministeriali fecero muro: i documenti, spiegarono, contengono dati delicati per le aziende coinvolte e quindi non possono essere divulgati. Nemmeno all'organismo di controllo. Affermazione sorprendente ma del tutto in linea con quello che era accaduto al momento stesso della creazione dell'Autorità. L'Aiscat, l'associazione dei gestori, era riuscita a ottenere una sostanziale riduzione dei suoi poteri: contrariamente a quello che accade in altri Paesi l'Autorità deve ancora oggi limitarsi alle nuove concessioni, ma non può mettere becco in quelle già firmate, tutte le più importanti compresa quella di Autostrade.
Non meraviglia dunque che Phastidio, il sito dell'economista Mario Seminerio, abbia definito le concessioni «un indecente segreto di Stato», più tutelato di quelli militari".
Vorrei ricordare una cosa: l'autostrada (intesa come infrastruttura) è un bene demaniale.
In quanto bene demaniale, l'autostrada è inalienabile.
Ergo, non si possono cedere ai privati pezzi di autostrada.
Invece, può essere privato l'ente che gestisce l'autostrada.
Perciò, si fanno delle concessioni tra l'Anas (che è statale) ed una società concessionaria (che può essere privata).
Proprio perché (pur essendo privata) la società concessionaria gestisce una struttura che non è solo pubblica ma che è anche inalienabile, non ci dovrebbero essere "segreti di Stato" sul contratto tra le due parti.
Non si capisce quale sia il motivo di questo segreto di Stato.
Va bene tutelare la società ma il contratto di concessione dovrebbe essere di dominio pubblico poiché si tocca una struttura che è pubblica.
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