leggete l'articolo del quotidiano "Libero" che è intitolato "Scontri a Napoli, il poliziotto accusa: "Colpa di De Magistris, ci ha abbandonato"".
L'articolo riporta gli stati d'animo che i poliziotti hanno nei confronti di quanto accaduto riguardo alla visita di Matteo Salvini.
Vi riporto, ad esempio, le critiche di Aldo e Bruno, due poliziotti che hanno meno di 30 anni, che sono furibondi. Uno di loro ha detto: "Quello che è successo è gravissimo. E però ciascuno si assuma le proprie responsabilità: a cominciare dal sindaco di Napoli, che volente o nolente ha avuto un ruolo fondamentale fomentando la piazza". Accuse durissime, dunque, da napoletano a napoletano, dagli agenti a Luigi De Magistris. I due poliziotti continuano dicendo anche il sindaco "ha dimenticato, peraltro, che noi siamo gli stessi che ogni mattina siamo in servizio a palazzo San Giacomo per preservare e tutelare la sicurezza sua e dell'amministrazione comunale".
Insomma, anche i poliziotti ce l'hanno con De Magistris.
Non è normale che un cittadino che è leader di un partito riconosciuto a livello nazionale (a prescindere dal fatto che si chiami Matteo Salvini o Tizio Caio Sempronio) non possa andare in una città (che è parte importante del nostro Paese) ed esporre la sua proposta politica, perché dei gruppi di facinorosi sono contrari e sono pronti a compiere ogni violenza pur di fermarlo.
Non è normale neppure il fatto che un sindaco si schieri di fatto con i violenti e voglia fare passare tutto ciò per "legittimo dissenso", anziché cercare di moderare i toni, come il suo ruolo istituzionali richiede.
De Magistris vuole fare il sindaco o il capopopolo?
Siamo di fronte ad una sorta di quel "tribalismo" di cui scrisse il professor Plinio Correa de Oliveira nel suo libro "Rivoluzione e Controrivoluzione"?
Cordiali saluti.
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