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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 14 settembre 2013

Il senso della parabola del figliol prodigo

Cari amici ed amiche.

Nel brano del Vangelo di oggi vi è la parabola del figliol prodigo.
Ho ritenuto giusto fare un piccolo commento su questa parabola, rifacendomi anche all'omelia pronunciata ieri da don  Alberto Bertozzi, parroco della Parrocchia di Roncoferraro, la mia parrocchia.
Il figliol prodigo rappresenta l'uomo che liberamente si allontana da Dio.
Dio, infatti, ci lascia la libertà.
Il figliol prodigo va lontano dal padre e sperpera tutti gli averi che gli furono dati da quest'ultimo, degradandosi.
Avendo capito di avere sbagliato e a causa della fame, il figliol prodigo sceglie di tornare a casa del padre che lo perdona.
Il padre rappresenta Dio, quel Dio misericordioso.
Dopo lo sgarro fatto dal figlio, il padre perdona e fa ammazzare per lui il vitello grasso e fa festa.
Tuttavia, c'è una persona che non festeggia.
Questa persona è il fratello maggiore del figliol prodigo.
Su questa persona voglio focalizzare la mia attenzione.
Il fratello maggiore è sempre vissuto con il padre ma forse con questi non ha mai avuto molta confidenza o forse voleva mostrarsi integerrimo (a differenza del proprio fratello depravato) non chiedendo nulla al padre.
Il fratello maggiore non voleva festeggiare, anche quando il padre lo ha implorato.
Egli ha ricordato al padre che lui ha sempre obbedito e non ha mai ricevuto nemmeno un capretto per fare festa con gli amici.
Il padre gli risponde: "Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato".
Evidentemente, questo fratello maggiore è risentito.
Eppure, egli è sempre stato nella casa del padre e non aveva bisogno di chiedere il capretto.
Il padre voleva condividere con lui questo ritorno del figliol prodigo ma il fratello maggiore si è rifiutato.
Questo fratello maggiore rappresenta noi.
Oggi, non si vuole condividere nulla, né le gioie né i dolori.
Anzi, oggi c'è diffidenza verso il prossimo.
I rapporti umani si disfano facilmente.
Inoltre, oggi si perdona solo in base alla propria convenienza.
Oggi comandano l'invidia ed il rancore e nessuno è immune a ciò.
Da qui nascono tanti dei mali della nostra società.
Cordiali saluti.


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