Cari amici ed amiche.
Il mio fidato amico e collaboratore Angelo Fazio mi ha inoltrato questa foto con questo articolo scritto da Leone Grotti sul sito "Tempi":
"Succede nel piccolo villaggio di Dalga, nel sud di Minya, dove 15 mila cristiani devono pagare la gizya (tra i 20 e i 50 euro al giorno)
I Fratelli Musulmani hanno imposto il pagamento della gizya ai cristiani del villaggio di Dalga, nel sud di Minya, dove nelle scorse settimane diverse chiese sono state bruciate e famiglie di cristiani copti attaccate. La notizia è stata riportata dall’agenzia Aina.
TRIBUTO UMILIANTE. La gizya è il tributo che secondo il Corano i dhimmi, cioè i sudditi non musulmani di uno Stato islamico come i cristiani, devono pagare «con umiliazione» in cambio della protezione e del mantenimento della propria fede. In questo modo, nel 600 d.C., le popolazioni cristiane più povere, che non potevano pagare, sono state convertite all’islam.
50 EURO AL GIORNO. Come dichiarato da p. Yunis Shawqi, che vive nel villaggio, tutti i 15 mila cristiani copti «senza eccezioni» sono costretti a pagare il tributo, proprio come «avveniva 1.400 anni fa»: «La somma del tributo e il metodo di pagamento è diverso da zona a zona. Alcuni sono costretti a pagare 200 lire egiziane al giorno (circa 20 euro, ndr) altri 500 al giorno». Chi non è in grado di pagare, continua p. Shawqi, subisce attacchi e pestaggi. In alcuni casi donne e bambini di famiglie cristiane sono stati rapiti. Per questo 40 famiglie cristiane sono già fuggite dal villaggio.
CHIESE BRUCIATE. Dopo l’uccisione da parte dell’esercito di centinaia di sostenitori dei Fratelli Musulmani, che non hanno mai accettato la deposizione di Mohamed Morsi con proteste e sit-in nelle principali città egiziane, la Fratellanza ha bruciato più di 70 chiese in tutto il paese, oltre a decine di case e negozi.".
Mi piace confrontarmi con Angelo e lo ringrazio degli spunti.
Posso dirlo, io, Stephanie, Angelo ed altri siamo una bella squadra, una squadra che non cambierei mai.
Questa è la situazione in cui vivono i cristiani in Egitto e non si può tacere.
L'Occidente non può più stare zitto, né continuare a stare a guardare.
Ricordo che i cristiani copti rappresentano la popolazione preesistente all'arrivo dell'Islam.
L'Islam arrivò in Egitto nel VII secolo AD e spazzò via l'eredità romano-bizantina.
Quindi, colpire i cristiani egiziani non significa solo fare un danno ad una confessione cristiana ma anche togliere all'Egitto una parte della sua storia.
Ricordo anche che tramite la lingua copta si poté risalire alla lingua degli antichi egizi.
Quindi, i cristiani in Egitto vanno tutelati per ragioni religiose e culturali.
Sono patrimonio di tutti, anche nostro.
La Chiesa copta, infatti, fu legata a San Marco Evangelista, quel San Marco che oggi noi veneriamo a Venezia.
L'Occidente non deve stare a guardare e non deve stare zitto.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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