Presentazione

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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 1 febbraio 2013

Il Messia di tutti

Cari amici ed amiche.

Le letture delle Sante Messe di questa sera e di domani sono:


"[4] Mi fu rivolta la parola del Signore: 

[5] "Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, 
prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato; 
ti ho stabilito profeta delle nazioni". 

[19] Il Signore mi disse: "Va a metterti alla porta dei Figli del popolo, per la quale entrano ed escono i re di Giuda, e a tutte le porte di Gerusalemme. Dal libro del profeta Geremia, capitolo 1, versetti 4-5, capitolo 17, versetto 19",

"[1] In te mi rifugio, Signore, 
ch'io non resti confuso in eterno. 

[2] Liberami, difendimi per la tua giustizia, 
porgimi ascolto e salvami. 

[3] Sii per me rupe di difesa, 
baluardo inaccessibile, 
poiché tu sei mio rifugio e mia fortezza. 

[4] Mio Dio, salvami dalle mani dell'empio, 
dalle mani dell'iniquo e dell'oppressore. 

[5] Sei tu, Signore, la mia speranza, 
la mia fiducia fin dalla mia giovinezza. 

[6] Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno, 
dal seno di mia madre tu sei il mio sostegno; 
a te la mia lode senza fine. 

[7] Sono parso a molti quasi un prodigio: 
eri tu il mio rifugio sicuro. 

[8] Della tua lode è piena la mia bocca, 
della tua gloria, tutto il giorno. 

[9] Non mi respingere nel tempo della vecchiaia, 
non abbandonarmi quando declinano le mie forze. 

[10] Contro di me parlano i miei nemici, 
coloro che mi spiano congiurano insieme: 

[11] "Dio lo ha abbandonato, 
inseguitelo, prendetelo, 
perché non ha chi lo liberi". 

[12] O Dio, non stare lontano: 
Dio mio, vieni presto ad aiutarmi. 

[13] Siano confusi e annientati quanti mi accusano, 
siano coperti d'infamia e di vergogna 
quanti cercano la mia sventura. 

[14] Io, invece, non cesso di sperare, 
moltiplicherò le tue lodi. 

[15] La mia bocca annunzierà la tua giustizia, 
proclamerà sempre la tua salvezza, 
che non so misurare. 

[16] Dirò le meraviglie del Signore, 
ricorderò che tu solo sei giusto. 

[17] Tu mi hai istruito, o Dio, fin dalla giovinezza 
e ancora oggi proclamo i tuoi prodigi. 

[18] E ora, nella vecchiaia e nella canizie, 
Dio, non abbandonarmi, 
finché io annunzi la tua potenza, 
a tutte le generazioni le tue meraviglie. 

[19] La tua giustizia, Dio, è alta come il cielo, 
tu hai fatto cose grandi: 
chi è come te, o Dio? 

[20] Mi hai fatto provare molte angosce e sventure: 
mi darai ancora vita, 
mi farai risalire dagli abissi della terra, 

[21] accrescerai la mia grandezza 
e tornerai a consolarmi. 

[22] Allora ti renderò grazie sull'arpa, 
per la tua fedeltà, o mio Dio; 
ti canterò sulla cetra, o santo d'Israele. 

[23] Cantando le tue lodi, esulteranno le mie labbra 
e la mia vita, che tu hai riscattato. 

[24] Anche la mia lingua tutto il giorno 
proclamerà la tua giustizia, 
quando saranno confusi e umiliati 
quelli che cercano la mia rovina. Salmo 71",

" [31] Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte. 

[1] Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. 

[2] E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. 

[3] E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. 

[4] La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, 

[5] non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 

[6] non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. 

[7] Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. 

[8] La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. 

[9] La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. 

[10] Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. 

[11] Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. 

[12] Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto. 
[13] Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità! Dalla lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi, capitolo 12, versetto 31, capitolo 13, versetti 1-13"

e:

"[21] Allora cominciò a dire: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi". 

[22] Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: "Non è il figlio di Giuseppe?". 

[23] Ma egli rispose: "Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fàllo anche qui, nella tua patria!". 

[24] Poi aggiunse: "Nessun profeta è bene accetto in patria. 

[25] Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 

[26] ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. 

[27] C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro". 

[28] All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; 

[29] si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. 

[30] Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò. 

[31] Poi discese a Cafarnao, una città della Galilea, e al sabato ammaestrava la gente. 
[32] Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità. 

[33] Nella sinagoga c'era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: 

[34] "Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!". 

[35] Gesù gli intimò: "Taci, esci da costui!". E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male. 

[36] Tutti furono presi da paura e si dicevano l'un l'altro: "Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?". 

[37] E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione. 

[38] Uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. 

[39] Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all'istante, la donna cominciò a servirli. 

[40] Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. 

[41] Da molti uscivano demoni gridando: "Tu sei il Figlio di Dio!". Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo. 

[42] Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro. 

[43] Egli però disse: "Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato". 

[44] E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea. Dal Vangelo secondo Luca, capitolo 4, versetti 21-30".

I brani sono stati presi dal sito della Santa Sede.
Il messaggio di salvezza che Dio diede al popolo eletto, il popolo ebraico, fu in realtà destinato a tutti.
Il popolo ebraico fu il primo testimone di Dio, nonché il popolo in cui sarebbe dovuto nascere (ed in effetti nacque) il Messia, il Cristo.
Questo messaggio di salvezza, però, non fu rivolto solo agli ebrei ma a tutti gli uomini.
Non a caso, Gesù Cristo citò la storia di Naaman il siro, una storia citata nel libro di Giobbe, capitolo 33, versetti 14-30.
Naaman non era un ebreo e, anche dopo la miracolosa guarigione dalla lebbra, nessuno sa se egli si fosse convertito o meno all'Ebraismo.
Però, sicuramente, egli cambiò vita. 
Questo dimostra che il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe è il Dio di tutti. 
La salvezza è portata dalla conversione.
Per conversione non si deve intendere solo e tanto il cambio di religione ma il cambio di vita.
Chi si converte cambia vita, accettando Dio.
Gesù stesso ci insegnò questo.
Un esempio fu quando venne messo in croce ed il centurione Longino (che tra l'altro pare fosse stato il primo vescovo di Mantova) lo trafisse ed il sangue che uscì dal costato gli bagnò gli occhi, guarendolo da una malattia.
Ancora prima di abbracciare il Cristianesimo, dopo questo fatto, Longino cambiò vita.
Convertirsi significa cambiare vita, abbandonando il male. 
Cordiali saluti. 











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Ringrazio un caro amico di questa foto.