Cari amici ed amiche.
Si parla tanto di Mantova come città storica.
Io vi parlo del suo dialetto che per ovvie ragioni conosco, e tramite esso mi voglio riallacciare alla storia della città virgiliana.
Comincio subito facendo una considerazione molto importante.
Contrariamente a quanto si pensa, il dialetto mantovano non è un dialetto lombardo.
Mantova è in Lombardia ma il suo dialetto non è lombardo.
Infatti, il dialetto mantovano fa parte di quella grande famiglia di dialetti galloitalici che sono parlati dalle popolazioni comprese tra le Province di Piacenza (in Emilia-Romagna) e di Pesaro-Urbino (nelle Marche).
Il dialetto mantovano è a tutti gli effetti un dialetto emiliano-romagnolo.
Perciò, per classificarlo, valgono le regole che si usano per classficare tutti i dialetti emiliano-romagnoli.
I dialetti emiliano-romagnoli si dividono in dialetti emiliani e in dialetti romagnoli.
Questi ultimi sono parlati in parte della Provincia di Bologna e nelle Province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e di Pesaro-Urbino.
Anche a Marradi, un Comune della Provincia di Firenze, si parla romagnolo.
La differenza sostanziale sta nel fatto che i dialetti romagnoli abbiano molte cadenze e caratteri distintivi provenienti dall'eredità bizantina.
Fondamentalmente, il dialetto romagnolo ha quattro retaggi:
1) Il retaggio latino, che proviene dall'eredità romana.
2) Il retaggio celtico, che proviene dalle popolazioni celtiche che viveno in epoca pre-romana.
3) Il retaggio germanico, che proviene dai barbari, Ostrogoti e Longobardi compresi.
4) Il retaggio greco-bizantino che proviene dalla dominazione bizantina del VI secolo.
Il dialetto emiliano, invece, è parlato in parte della Provincia di Pavia (Oltrepò pavese) e nelle Province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, in parte di quella di Bologna e per l'appunto in Provincia di Mantova.
Infiltrazioni di emiliano sono presenti in Piemonte (a Tortona, in Provincia di Alessandria), in Lunigiana (in Toscana) e nella Provincia di Cremona (a Casalmaggiore).
Il dialetto emiliano risente maggiormente delle influenze longobarde.
Come ho già detto, il dialetto mantovano è un dialetto che fa parte della famiglia dei dialetti emiliano-romagnoli.
L'affinità con questi ultimi è più che palese.
Ad esempio, in mantovano la parola "ginocchio" si dice "znòc" , come negli altri dialetti emiliani e romagnoli.
lo stesso discorso vale per la parola "gennaio" che si dice "znêr" o "marzo", che si pronuncia "mêrs" se pur con un a "e" più aperta.
Anche la parola "occhio", che in mantovano si pronuncia "oc" è pressoché uguale da Piacenza a Senigallia, in Provincia di Ancona.
Possiamo dire che il mantovano si sia evoluto in questo modo:
Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente (476 AD), il latino si frammentò nelle varie lingue romanze.
Con l'arrivo degli Ostrogoti di Teodorico e la nascita del loro regno (493 AD), l'Italia fu spaccata in due.
Nel nord, si stanziarono gli Ostrogoti.
Questi lasciarono la loro influenza in tutte le parlate del nord, compresa quella mantovanaq.
Sucessivamente, arrivarono i Bizantini (che conquistarono l'Italia dopo una guerra, nel 553 AD) ed influenzarono le parlate italiane.
Tuttavia, in molte zone questa influenza fu labile e con l'arrivo dei Longobardi (568 AD) fu in gran parte spazzata via.
Poi, ci furono anche l'influenza franca e tedesca che nel mantovano sono presenti.
Ad esempio, nel dialetto mantovano figura la dieresi, il simbolo diacritico caratterizzato da due punti su una vocale.
Nel mantovano è usato sulla lettera "U" che assume un suono simile a quello dei dittonghi "ue" o "oe", come nel tedesco e nel francese.
Quindi, conoscere il dialetto mantovano significa conoscere la storia di una città e di un territorio il cui passato fu glorioso.
Pensate, ad esempio, alla Mantova dei Gonzaga, che dal 1328 al 1708 furono i signori e che ebbe un ruolo importante nella storia europea.
Basti pensare che Mantova fu il centro da cui sarebbe partita una crociata contro i Turchi, dopo che questi ebbero conquistato Costantinopoli nel 1453 AD.
A Mantova ci fu anche un'antica comunità ebraica.
Conoscere il dialetto mantovano è come avere in mano un pezzo di tale storia.
Seguendo il link http://books.google.it/books?id=xJVCAQAAIAAJ&pg=PA24&lpg=PA24&dq=vocabolario+mantovano&source=bl&ots=wL9c3IVux4&sig=PVVFlLPDw5RqnHJ9FtmXHNO-qoc&hl=it&sa=X&ei=_YBQT_DuL4OgOuL3sKUK&ved=0CFQQ6AEwBA#v=onepage&q=vocabolario%20mantovano&f=false, potrete leggere il vocabolario mantovano-italiano.
Termino, invitandovi a leggere alcune poesie del poeta Sergio Aldrighi (che conosco personalmente), seguendo il link http://www.anposdi.it/view.php?file=poeti&step=2&idpoeta=130.
Vi rinnovo l'invito a partecipare alla IX Edizione del "Pranzo dei Poeti Mantovani" .
Ne ho parlato in un mio articolo precedente, che potrete leggere, seguendo il link http://italiaemondo.blogspot.com/2012/02/ix-edizione-del-pranzo-dei-poeti.html.
Ci sarò anch'io, in quanto invitato come ospite e come compositore di poesie.
Provo un po' di soggezione quando vengo chiamato chiamato "poeta".
Ho grande rispetto per i poeti come Sergio Aldrighi, Claudio Quarenghi e Wainer Mazza, che saranno presenti.
Tra l'altro Mazza compare spesso in televisione.
Guardate il video, seguendo il link http://youtu.be/5cSd_r0KlM4.
La quota di partecipazione è di Euro 18 a persona.
E' una quota congrua, visto che il pranzo è ben servito e vista tutta l'organizzazione.
Per saperne di più, contattate la signora Daniela, al numero 0376-380876 o Sergio Aldrighi, che è presidente del Cenacolo dei Poeti Mantovani "Al Fogolèr" , all'indirizzo e-mail http://youtu.be/5cSd_r0KlM4, entro giovedì 8 marzo.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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