Qui sopra, vi è il video della Liturgia della Domenica delle Palme in Vaticano che fu celebrata l'anno scorso.
Proprio così, domani sarà la Domenica delle Palme, la domenica che commemora l'entrata di Gesù in Gerusalemme, prima della sua morte in croce e resurrezione, la Pasqua.
I testi liturgici di questa sera e di domani potranno essere trovati sul sito "La Chiesa.it-Domenica delle Palme".
Questo è un passaggio molto importante.
La Domenica delle Palme, infatti, commemora l'entrata di Gesù a Gerusalemme ed è ricca di simboli.
Il popolo gerosolimitano, infatti, salutò l'entrata di Gesù con foglie di palma.
La palma è una pianta che in certe culture ha un grande valore simbolico.
Essa produce i datteri, che sono frutti molto ricchi di sostanza nutritive con cui si sfamavano le popolazioni del Medio Oriente.
La palma, quindi, rappresenta Gesù, colui che dispensa la vita.
Oltre a ciò, la palma rappresenta anche il martirio.
Il cristiano, infatti, testimonia la propria fede anche pagando con la vita, esattamente come fece Gesù che offrì la sua vita per salvare l'umanità.
Anche il cristiano deve fare ciò.
A tale proposito, voglio farvi leggere un testo che mi è stato inoltrato dall'amico Giovanni Covino su Facebook.
Esso è intitolato "Egli offrì sé stesso per noi. Dal trattato "Sulla fede a Pietro" di San Fulgenzio di Ruspe, vescovo":
"Nei sacrifici delle vittime materiali, che la stessa santissima Trinità, solo vero Dio del Nuovo e Vecchio Testamento, comandava venissero offerti dai nostri padri, veniva prefigurato il graditissimo dono di quel sacrificio con cui l'unico Figlio di Dio avrebbe offerto misericordiosamente se stesso per noi.
Egli, infatti, secondo l'insegnamento dell'Apostolo «ha dato se stesso per noi offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore» (Ef 5, 2). Egli è vero Dio e vero pontefice, che è entrato per noi nel santuario non con il sangue di tori e di capri ma con il suo sangue. E questo stava a significare allora quel pontefice che ogni anno entrava nel Santo dei santi con il sangue delle vittime.
Questi è dunque colui che in sé solo offrì tutto quello che sapeva essere necessario per il compimento della nostra redenzione, egli che è al tempo stesso sacerdote, sacrificio, Dio e tempio: sacerdote, per mezzo del quale siamo riconciliati, sacrificio che ci riconcilia, Dio a cui siamo riconciliati, tempio in cui siamo riconciliati. Tuttavia come sacerdote, sacrificio e tempio era uomo e solo, perché Dio operava queste cose in quanto uomo. Invece come Dio non era una Persona sola perché il Verbo realizzava le medesime cose con il Padre e lo Spirito Santo. Credi dunque con fede saldissima e non dubitare affatto che lo stesso Unigenito Dio, Verbo fatto uomo, si è offerto per noi in sacrificio e vittima a Dio in odore di soavità; a lui, insieme al Padre e allo Spirito Santo, al tempo dell'Antico Testamento venivano sacrificati animali dai patriarchi, dai profeti e dai sacerdoti; e a lui, ora, cioè al tempo del Nuovo Testamento, con il Padre e lo Spirito Santo con i quali è un solo Dio, la santa Chiesa cattolica non cessa di offrire in ogni parte della terra il sacrificio del pane e del vino nella fede e nell'amore.
Nelle antiche vittime materiali venivano significati e la carne di Cristo che egli, senza peccato, avrebbe offerto per i nostri peccati, e il suo sangue che avrebbe versato in remissione dei nostri peccati. In questo sacrificio poi c'è il ringraziamento e il memoriale della carne di Cristo, offerta per noi, e del sangue che lo stesso Dio sparse per noi.
Di questo sangue san Paolo dice negli Atti degli Apostoli: «Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistato con il suo sangue» (At 20, 28). In quei sacrifici si rappresentava con figure ciò che sarebbe stato donato a noi. In questo sacrificio invece si mostra all'evidenza ciò che ci è stato già donato. In quei sacrifici veniva preannunziato il Figlio di Dio che doveva essere ucciso per gli empi, in questo lo si annunzia già ucciso per gli empi, secondo quanto attesta l'Apostolo: «Mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito» (Rm 5, 6) e «quand'eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo» (Rm 5, 10).".
Il cristiano è, quindi, un "piccolo Cristo".
Come Cristo offrì sé stesso per salvare il mondo, così deve fare il cristiano.
Un'altra cosa particolare della Domenica delle Palme sta nel fatto che Gesù Cristo non si sia presentato su un cavallo ma sul dorso di un asino, un animale visto come "povero", per le sue funzioni di soma.
Questo fatto ha una forte carica simbolica.
Gesù, il Figlio di Dio, non venne sulla Terra per essere servito ma per servire.
Gli unici che mostrarono il disappunto di fronte a questo fatto furono i farisei e la casta sacerdotale, coloro che furono vicini al potere romano.
Questo smentisce la tesi di un "popolo ebraico assassino di Cristo".
Gli ebrei erano con Gesù.
Furono i farisei ed i sacerdoti a volere la sua morte, poiché Gesù minacciava i propri interessi, che erano legati ai Romani.
Questo, però, è un altro capitolo.
Termino, chiedendovi di pregare per don Alberto Bertozzi, il parroco del mio paese (Roncoferraro, Mantova) che ha avuto un incidente e si è fatto male.
Pregate anche per la nonna di una ragazza che è in contatto con me su Facebook, l'amica Janet Berruti, che è caduta e si è fatta male.
Cordiali saluti.
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