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venerdì 16 marzo 2012

COMUNISTI, PARLA GIUSEPPE SAGLIOCCO



Cari amici ed amiche.


L'amico Giuseppe Sagliocco (consigliere comunale del Popolo della Libertà di Lodi) mi ha fatto avere questa lettera via e-mail:


"Che il Pci, e i suoi eredi, abbiano sempre potuto contare su un sistema di finanziamenti e di affari non lo dicono le pochissime inchieste aperte, lo dice a storia. Che vale la pena ripercorrere. Nella seconda metà degli anni Settanta, il trasferimento alla Regioni di poteri con forte contenuto economico fu utilizzato con prontezza dal Pci, che si attrezzò per trarne i vantaggi resi necessari dalle difficoltà economiche in cui versava il suo principale finanziatore: l´Unione Sovietica. A quel tempo era possibile discriminare negli appalti le società cooperative da quelle ritenute capitalistiche. Era questo, dopo averlo creato, il clima >politico nel quale agiva il Pci. Nelle regioni rosse funzionava una sorta di holding che, avendo come patrimonio il consenso popolare, era presente sia nelle assemblee elettive che nelle giunte regionali, provinciali e comunali, >nonché nei Cda delle società partecipate. La Holding gestiva il potere >economico che controllava presidiando queste particolari partecipazioni, con intrecci per cui un consigliere di un Comune era presidente di una partecipata di un altro Comune, e investiva con saggezza al fine di arricchire il proprio patrimonio: il consenso. Inoltre, l´organizzazione del Pci si distingueva per >l´impiego dei contributi al partito. Gli utili della Holding non venivano destinati alla creazione di patrimoni personali: il patrimonio in costante crescita rimaneva al partito, mentre ai numerosi funzionari veniva assicurato un congruo vitalizio. Semplificando: il partito era il proprietario del beni e impiegava gli utili della Holding per produrre consenso; ai funzionari e ai militanti si assicurava una vita serena a carico dello Stato sociale (cioè a carico di tutti i contribuenti). L'amnistia dell'89, concessa improvvidamente dalla maggioranza di pentapartito che sarebbe stata di lì a poco travolta da Tangentopoli, cancellò il finanziamento illecito al Pci, che fu così l'unico partito protagonista del consociativismo della prima repubblica a restare in piedi dopo la tempesta giudiziaria. Poi si susseguirono una serie di stranezze come il miliardo di lire portato da Gardini a Botteghe Oscure su cui nessuno indagò seriamente, e quell'oliato sistema di finanziamento è sempre rimasto impunito. Oggi c'è l'inchiesta della piccola procura di Monza che sta facendo luce su fatti che riguardano personaggi molto vicini ai vertici del Pd e che allungano la propria ombra proprio sulle regioni rosse. Aspettiamo serenamente gli sviluppi.


Giuseppe Sagliocco Iscritto Pdl - Lodiwww.giuseppesagliocco.blogspot.com".


Io penso che questo consociativismo ci sia stato.

Ad esempio, basti pensare alle cooperative che, ancora oggi, godono di privilegi fiscali.

In Italia, infatti, non c'è mai stata una democrazia compiuta.

C'erano la Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista che erano un po' come i due ladri che di giorno litigavano e di notte si spartivano il bottino, dopo avere rubato insieme.

La differenza sta nel fatto che la Democrazia Cristiana fosse falcidiata dallo scandalo di Tangentopoli degli anni '90 mentre il Partito Comunista non fosse nemmeno sfiorato da esso.

Ciò fu prevedibile.

Infatti, se pur apparentemente, il Partito Comunista fu all'opposizione mentre la Democrazia Cristiana fu al governo.

Ciò può essere letto con un'altra chiave di lettura.

Lo scandalo di Tangentopoli potrebbe essere stato usato da una parte della Democrazia Cristiana per potersi alleare apertamente con i comunisti, che nel frattempo divennero Partito Democratico della Sinistra (PDS).

Molto probabilmente, questa coalizione di centrosinistra sarebbe andata al potere, se nel 1994 non fosse "sceso in campo" il presidente Silvio Berlusconi.

Ora faccio una mia considerazione.

Nelle Regioni e Province "rosse" (come ad esempio la Provincia di Mantova, l'Emilia-Romagna e Toscana) si creò un sistema economico fondato sulle cooperative che, da una parte, favorì l'industrializzazion, e dall'altra fece radicare la sinistra.

Molta preferì mantenere quel sistema perché aveva paura di cambiare, a prescidere dal fatto che quel sistema piacesse o meno.

Oggi, però, queste zone stanno pagando un prezzo altissimo poiché una politica che non cambia è una politica che diventa autoreferenziale.

Quanto sta accadendo ora (che è stata ampiamente illustrato da Sagliocco) lo dimostra.

Cordiali saluti.


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