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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 24 marzo 2012

RIFORMA IN SVEZIA, QUANDO LO STATO DIVENTA UNA CHIESA

Cari amici ed amiche.

Oggi vi voglio parlare della Riforma protestante che ci fu in Svezia e delle sue connotazioni politiche.
Lo faccio avvalendomi della tesi di Dag Kristian Pontvik.
La Riforma svedese fu voluta dal re Gustav I Eriksson Vasa (12 maggio 1496-29 settembre 1560) che nel 1523 sconfisse il re danese Christian II Oldenburg (2 luglio 1481-25 gennaio 1559).
L'anno in cui la Riforma avvenne fu il 1527.
Ora, ripercorriamo gli eventi.
Dal 1520 al 1521, re Christian II di Danimarca divenne anche re di Svezia.
Nel novembre del 1520, ci fu un fatto molto grave a Stoccolma, il celebre "Bagno di sangue di Stoccolma".
Re Christian II fece uccidere parecchie persone che gli si erano ribellate.
Gli Svedesi, allora, reagirono e capo della riscossa svedese fu un nobile, Gustavo Eriksson Vasa.
Egli cacciò i Danesi e nel 1523, egli divenne re di Svezia.
Qui sorse il problema religioso.
Le gerarchie cattoliche svedesi, con a capo l'arcivescovo di Uppsal Gustav Trolle, appoggiarono i Danesi.
Gustav Vasa, allora, pensò di sostituire i vescovi fedeli ai Danesi con altri fedeli ad egli.
In un primo momento, però, Papa Clemente VII, riconobbe Gustav Trolle come arcivescovo di Uppsala.
Vasa, invece, scelse come arcivescovo Giovanni Magno (in svedese Johann Mansson, 19 marzo 1488-22 marzo 1544).
Ci furono delle trattative.
Fu evidente che le motivazioni di ciò fossero politiche.
Nel 1517 era scoppiata la Riforma protestante e molti Stati la stavano abbracciando.
A Roma, quindi, si incominciò a temere il pericolo di uno scisma.
Per contro re Gustav voleva controllare la Chiesa svedese, consolidando il proprio potere.
A lui, fondamentalmente, non sarebbe interessato il dogma della Chiesa.
In pratica, per il re svedese, cattolica o protestante che sarebbe stata, la Chiesa avrebbe dovuto essere controllata dalla corona, come anche i suoi proventi.
Tuttavia, egli vide nei protestanti un valido appoggio.
Nella sua corte ci fu un personaggio, un tale Lars (Laurentius) Andersson, già arcidiacono della città di Strängnäs e segretario del re.
Egli sostenne l'idea di riforma.
Tuttavia, i veri propagatori della Riforma furono i mercanti provenienti dalla Germania che si stabilirono a Linkoping, il cui vescovo era un certo Hans Brask (1464-1538), un avversario del luteranesimo e fautore della dottrina cattolica ed alcuni teologi svedesi che vissero in Germania.
Tra questi ci furono due fratelli, Laurentius ed Olaus Petri (in svedese Lars ed Olof Pedersson, 6 gennaio 1493-19 aprile 1552, 1499-26 ottobre 1573).
Questi studiarono teologia in Germania e vennero a contatto con la Riforma, alla quale aderirono.
Il re iniziò ad appoggiarsi a ciò.
Intanto, il fratello di Giovanni Magno, Olof (1490-1557) andò a Roma per trattare la questione dell'Arcidiocesi di Uppsala.
La sua elezione ad arcivescovo fu ratificata dal Papa solo nel 1533.
Tuttavia, gli eventi precipitarono.
La Riforma stava avanzando in Svezia.
Il re vedeva in essa la possibilità di prendere maggiore potere.
Iniziò a nominare vescovi senza il concorso di Roma.
I cattolici, intanto, reagivano.
Il vescovo Brask minacciò di scomunicare chiunque comprasse le opere di Martin Luther.
In seguito egli ebbe da ridire anche sul matrimonio di Olaus Petri, nonostante questi fosse un sacerdote.
Il re gli rispose dicendo che Dio non aveva vietato il matrimonio.
Brask, allora, spinse per fare incoronare il re a per fare sì che il Papa riconoscesse i vescovi.
Il re, invece, procrastinò le cose.
Nell'estate del 1527 si decise a Västerås il destino della Chiesa svedese.
Vasa pose la questione dei beni della Chiesa e quella del consolidamento del proprio potere.
Egli usò il pretesto della predicazione della Parola di Dio, senza aggiunte umane.
Si arrivò ad una linea comune che portò alla confisca dei beni della Chiesa.
La nobilità tornò in possesso dei beni dai questa donati alla Chiesa nel 1454.
Inoltre, vennero aboliti i tributi a Roma ed i vescovi che erano stati consacrati dovevano avere come riferimento solo la Bibbia e non la parola del Papa.
La Chiesa perse la posizione di privilegio politico e la sua autonomia dal potere civile.
Le decisioni prese a Västerås sono elencate qui sotto:

"1. “Il vescovo della diocesi deve provvedere di titolari i posti resisi
vacanti nella chiesa parrocchiali. Tuttavia, se egli nomina degli assassini, dei
bevitori o altre persone che non sanno o non vogliono predicare la Parola di
Dio, il re può espellere e nominare altre più idonee.
2. Una parrocchia priva di mezzi può unirsi ad un’altra, purché tale
misura non apporti detrimento alla Parola di Dio.
3. Tutti i vescovi dovranno fornire al re un inventario delle loro rendite
e benefici di ogni genere. Sulla base di questi inventari egli stabilirà le
percentuali relative a ciò che essi possono trattenere per sé e a ciò che devono
rimettere alla Corona.
4. La stessa procedura sarà applicata alle cattedrali e ai capitoli.
5. La confessione auricolare deve essere abbandonata, come è già è
stato ordinato, e un resoconto di tutte le pene comminate deve essere fatto al
re.
6. Un resoconto deve anche essere fatto al re di tutte le somme ricevute
per rimettere la scomunica per piccole colpe, come è stato fatto finora.
7. I vescovi avranno l’autorità di fissare le norme relative al
matrimonio e possono pronunciare sentenze di divorzio; ma un resoconto
dovrà essere fatto al re di tutte le prestazioni pecuniarie richieste a tali fini.
8. Prestazioni pecuniarie per matrimoni, funerali e atti liturgici
possono essere richieste come è previsto dagli ordinamenti ecclesiastici, ma
non di più.
9. Una volta stabilito che spetta al re, e non al vescovo, ricevere tutte le
prestazioni pecuniarie fissate per i casi riguardanti la giurisdizione
ecclesiastica, i prevosti, possono d’ora in poi giudicare allo stesso modo in cui
lo hanno fatto i vescovi fino a questo momento; essi dovranno rendere conto
del loro operato al re.
10. Per la mancata osservanza dei giorni festivi, non deve essere
imposta alcuna pena a coloro che hanno coltivato la terra, o pescato, o
catturato uccelli; ma le persone scoperte a cacciare o a litigare andranno
punite.
11. I preti saranno sottoposti alle leggi secolari e ai tribunali secolari in
tutte le controversie, sia personali sia delle loro chiese, riguardanti proprietà,
torti o contratti e pagheranno al re le stesse ammende previste per i laici. Ma
tutte le lagnanze saranno sottoposte al vescovo.
12. Se un prete ed un laico vengono in contesa, l’uno non deve essere
punito con maggior rigore dell’altro, perché Dio ha proibito ai laici e ai preti
di litigare. Entrambi saranno puniti per le loro azioni secondo le leggi del
paese.
13. Essendo stato riscontrato che i fati mendicanti diffondono menzogne
e falsità per il paese, gli ufficiali reali vigileranno affinché essi non si
assentino dai loro monasteri per più di cinque settimane ogni estate e altre
cinque ogni inverno. Ogni frate deve ricevere un permesso dall’ufficiale o dal
borgomastro prima di andare fuori e restituirlo al suo ritorno..
14. I monaci che ricevono una rendita non devono assolutamente andare
a mendicare.
15. Quando un prete muore, il vescovo non deve defraudare gli eredi del
prete della loro eredità. I preti saranno vincolati, per quanto riguarda i loro
testamenti, alle stesse leggi vigenti per le atre persone.
16. Se un uomo ha rapporti sessuali con una donna con la quale è
fidanzato, egli non sarà punito, perché sono già sposati di fronte a Dio.
17. Nessuna persona inferma potrà essere obbligata da un prete a fare
testamento.
15
18. A nessuna persona sarà rifiutato il sacramento a motivo di un debito
o simili ragioni. La chiesa o il prete possono appellarsi al tribunale.
19. Pene pecuniarie per l’adulterio e la fornicazione sono di spettanza
del re e non di vescovo.
20. L’Evangelo sarà d’ora in poi insegnato in tutte le scuole.
21. I vescovi non consacreranno alcun sacerdote incapace di predicare
la Parola di Dio.
22. Nessuno sarà nominato prelato, canonico, prebendario senza essere
stato presentato dal re o senza che il suo nome sia stato sottoposto al re”.

Queste decisioni portarono alla rottura con Roma e alla vittoria del protestantesimo.
Il re divenne capo della Chiesa ed iniziò a dare istruzioni religiose al popolo.
Gli avversari, come Hans Brask, scapparono dalla Svezia.
Così fecero anche Giovanni ed Olaus Magno, che rimasero a Roma.
La stampa cattolica fu chiusa.
Nel 1528, re Gustav I si fece ungere dai vescovi.
Il rituale usato fu quello cattolico ma venne espunto ogni riferimento alla protezione della Santa Chiesa.
Inoltre, Olaus Petri tracciò il rapporto evangelico tra Stato e Chiesa che fu nel seguente modo:

- carattere popolare;

- non ci dovevano essere delle differenze sostanziali tra vescovi e preti;
- il compito dei vescovi e dei preti era quello di predicare la Bibbia e con essa
di guidare la coscienza degli individui;
- Dio, nella sua visione, conferma l’idea della necessità di una autorità civile,
che perciò deve essere ubbidita da tutti;
- il re, nonostante ciò, era soggetto alle leggi, espressione della società;
- il magistrato doveva proteggere la Chiesa tutelando e garantendo la libera
predicazione.

Nel 1529 ci fu il Sinodo di Örebro.
In esso si decisero la liturgia, che doveva essere celebrata in svedese.
I vari riti erano i seguenti:

- L’acqua benedetta non si utilizza per togliere il peccato perché questo
soltanto lo fa il sangue di Cristo. In quel atto la persona ricorda che siamo battezzati
e spruzzati con il sangue di Cristo;
- Le immagini non ci sono per inchinarsi davanti a loro, ma per ricordare il
Cristo o degli uomini santi;
- Le foglie delle palme non sono sacre e neppure si utilizzano per riporre in
esse fiducia, ma ricordano l’entrata di Cristo a Gerusalemme quando il popolo
spargeva le foglie di palme sul suo cammino;
- Il popolo deve essere istruito riguardo i pellegrinaggi affinché questi
progressivamente spariscono o almeno siano fatti con il solo fine di un buon
insegnamento. Non devono essere usati per la messa, il culto o le indulgenze,
perché Dio si trova in ogni luogo è si può ricevere il perdono ovunque;
- La maggioranza dei riti esteriori, le immagini nelle chiese, i vestiti liturgici e
i titolo di arcivescovo e vescovo sono mantenuti.
Le decisioni di Örebro furono elaborate con molta cautela; secondo il principio molte volte
espresso dal re Gustav I Vasa, si doveva “prima insegnare e dopo riformare”.
L’obbiettivo e la cosa più importante per il futuro era quindi che la gente comprendesse che
la Parola di Dio spiega l’accoglimento del perdono dei peccati conseguito solo per grazia
tramite Cristo e non grazie alla partecipazione alla messa.
Non tutti condividevano le decisioni di questo incontro. Alcuni commercianti luterani
tedeschi credevano che restassero troppe concessione ai vecchi errori. Nel paese ci furono
delle rivolte contro le decisioni di questo Sinodo, ma il re riuscì a quietarle portando avanti
la sua visione riformatrice.

Nel 1536 fu ufficialmente abolito il celibato.
Stato e Chiesa furono una cosa sola.
Solo nel 2000 fu abolito il ruolo di Chiesa di Stato alla Chiesa svedese.
In pratica, fu la decisione la del re Gustav I a portare a ciò.
Ci fu un vero e proprio cesaropapismo.
Il re era capo dello Stato e della Chiesa.
La logica del potere religioso unito a quello politico è tipica della mentalità rivoluzionaria.
Il potere religioso doveva essere sottoposto a quello politico.
In Svezia fu un re a decidere, appellandosi alla Parola di Dio. Con la Rivoluzione francese, invece, avvenne la stessa cosa, ma fu voluta dai movimenti populisti ed in chiave anticristiana.
Questo ci deve fare riflettere sul discorso della laicità.
La laicità è sì l'autonomia del potere civile da quello religioso (e viceversa) ma è anche un reciproco riconoscimento dei due enti.
Cordiali saluti.

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