L'amico Filippo Giorgianni mi ha fatto avere su Facebook il seguente brano di Tom Wolfe:
«In effetti, questa specie di nostalgie de la boue, o romanticizzazione degli animi primitivi, è stata una delle cose che ha portato il Radical Chic in primo piano nella Società newyorkese. Nostalgie de la boueè un’espressione francese del secolo XIX che, alla lettera, significa ‘nostalgia del fango’. […] Nostalgie de la boue diventa il tema preferito ogni volta che un mucchio di facce nuove e un mucchio di soldi nuovi fanno il loro ingresso in Società. I nuovi arrivati hanno sempre avuto due modi per dimostrare la propria superiorità sull’odiata borghesia. Possono far propri gli sfarzi dell’aristocrazia, tipo sontuose architetture, domestici, palchi a teatro, e un rigido protocollo. Oppure possono concedersi l’ebbrezza della Sinistra di far proprio quello che è lo stile delle classi sociali inferiori. I due modi non si escludono a vicenda, e in effetti vengono sempre adottati in coppia. In Inghilterra, durante la Reggenza, lanostalgie de la boue fece furore. […] La prima regola è che la nostalgie de la boue – lo stile romantico e rudemente vitale dei primitivi che abitano nelle case popolari, per esempio – è bella, e che la borghesia, nera o bianca che sia, è brutta. Diventa così inevitabile che il Radical Chic prediliga chi ha l’aria primitiva, esotica e romantica, tipo i raccoglitori d’uva, che oltre al fatto che sono radicali e “vengono dalla Terra” sono anche latini, o le Panthers, con le loro giacche di pelle, le acconciature afro, gli occhiali da sole e le sparatorie, o i Pellerossa, che, logicamente, hanno sempre avuto un’aria primitiva, esotica e romantica. Quantomeno all’inizio, tutti e tre i gruppi avevano un’altra qualità che li avvantaggiava: stavano tutti a tremila miglia di distanza dall’East Side di Manhattan, in posti tipo Delano (i raccoglitori d’uva), Oakland (le Panthers) e l’Arizona e il New Mexico (i Pellerossa). Non c’erano molte probabilità che ce li ritrovassimo troppo… come dire, tra i piedi. Esotici, romantici, lontani...».
Prima di tutto, faccio i miei complimenti a Giorgianni. Mi dà sempre degli spunti interessanti.
In effetti, questo brano porta in sé tante verità.
Molto spesso si parla di "Radical Chic", di coloro che si dicono con il popolo ma che poi stanno nei "salotti buoni", mangiando caviale e bevendo champagne.
Essi sono coloro che dicono agli altri che si debba cambiare e si fanno propugnatori delle rivoluzioni, rivoluzioni il cui "lavoro sporco", secondo il loro modo di pensare, deve essere fatto dagli altri.
In realtà, il "Radical Chic" è un misantropo.
Egli si dice a "favore del povero" e con gli altri.
In realtà, egli si crede superiore agli altri e li bolla come "ignoranti", "stupidi" e quant'altro.
Questo è il pensiero, ad esempio, della sinistra italiana.
Questo è il nuovo farisaismo, il più grosso inganno in cui può cadere l'umanità.
Cordiali saluti.
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