Cari amici ed amiche.Ieri si sono svolti i funerali di Luca Rosi, un trentottenne di Ramazzano (in Provincia di Perugia) che venerdì è stato ucciso durante un tentativo di rapina.
Prima di tutto, esprimo il mio messaggio di cordoglio ai suoi cari.
Ora, faccio una riflessione.
Luca è morto difendendo la sua famiglia da un tentativo di rapina.
Io penso che egli non sia stato ucciso solo dai rapinatori ma anche da una giustizia che non funziona, una giustizia che troppe volte è impegnata a fare politica e cose che non le competono.
Gli autori della tentata rapina e del delitto sono state delle persone originarie dell'Est Europeo.
Ora, non voglio criminalizzare nessuno ma una considerazione la voglio fare.
Molti criminali provenienti dall'Est Europa vengono qui proprio perché trovano una giustizia che non funziona.
Nei loro Paesi d'origine, come ad esempio la Romania, essi finiscono in carcere.
Qui in Italia, invece, non c'è la certezza della pena.
Anzi, oltre a non esserci la certezza della pena, troppo spesso non c'è la tutela verso chi subisce la rapina o il furto e, magari, si difende.
Mi viene in mente quanto accadde qualche anno fa ad un gioielliere di Milano.
Egli subì una rapina e si difese prendendo la sua pistola e sparando contro i rapinatori, uccidendone uno.
Quel gioielliere fu denunciato e condannato con l'accusa di omicidio.
Qui siamo nell'assurdo!
Una persona che viene rapinata deve subire anche delle pesanti accuse per essersi difesa!
Nel 2002, la mia famiglia ed i miei vicini di casa avemmo una causa con un altro mio vicino di casa che si comportava male.
Ci fu il processo (con il rito abbreviato) ma egli fu assolto perché "il fatto non sussisteva", nonostante ci fossero state le prove che dissero il contrario.
Il rischio è di fronte ad una situazione simile la gente si arrabbi e si faccia giustizia da sola.
Se ciò accadesse, sarebbe la fine dello Stato.
Cordiali saluti.
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