Un pensatore onesto della sinistra se n'è andato

Ringrazio l'amico Morris Sonnino che mi ha portato all'attenzione un articolo di Corrado Ocone su "La Verità" che parla della morte del filosofo Salvatore Veca.

Veca, infatti, è deceduto il 7 ottobre scorso.

Nato a Roma il 31 ottobre 1943, Salvatore Veca è stato un filosofo di sinistra onesto intellettualmente.

Egli voleva riproporre una sinistra democratica e non più marxista e totalitaria.

Frequentava i salotti milanesi da umanista e da illuminista ma evitava i radical chic.

Andò in America per importare la cultura liberal.

Insomma, cercò di cambiare la sinistra italiana.

La sua fu un'ammissione di un problema di una sinistra che si diceva democratica ma che democratica non era.

Tuttora, questa sinistra italiana non è democratica.

Essa è rimasta ancorata al marxismo-leninismo, anche se da tempo non ha più la falce ed il martello sul suo simbolo.

Oggi, si parla tanto di un pericolo fascismo.

Poi, però, a ben guardare, i partiti neofascisti (come CasaPound e Forza Nuova) prendono a malapena l'1% dei consensi, se si mettono insieme e se le cose gli vanno bene.

Un partito come Fratelli d'Italia non accetta i fascisti.

L'onorevole Giorgia Meloni è stata chiara. 

Di conseguenza, un neofascista che sente veramente di essere tale non voterebbe mai Fratelli d'Italia. 

Una persona come me, che non è fascista e che è (convintamente) di destra, vota e sostiene Fratelli d'Italia. 

Distinguiamo il fascismo dalla destra. 

Possiamo dire che non vi sia alcun pericolo fascista. 

Invece, questa sinistra comunista e cattocomunista continua a prendere il 20% dei voti.

Dunque, vi è un pericolo fascista o un pericolo comunista?

Salvatore Veca cercò di cambiare la sinistra ma non ci riuscì.