Prendo spunto da un articolo su "Atlantico Quotidiano" di Federico Punzi, articolo che è intitolato "Divisi anche sulle tasse, il centrodestra non esiste. Le ambiguità di Draghi sul catasto".
Ne riporto questo stralcio:
“Il testo della delega fiscale è chiaro, noi di Forza Italia lo abbiamo approvato con convinzione: la riformulazione del catasto non può avere conseguenze sulla tassazione. Siamo il partito che ha abolito l’Imu, non avremmo mai detto sì se ci fosse stato un rischio per la casa.”
Stando al presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, il rischio c’è eccome: “Si preparano le condizioni per il salasso, ma si lascia ad altri il compito di attuarlo”.
E in effetti, basta leggere il testo per accorgersene: il governo è delegato, tra le altre cose, ad “attribuire a ciascuna unità immobiliare, oltre alla rendita catastale determinata secondo la nornativa attualmente vigente, anche il relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata in base ai valori normali espressi dal mercato“. E a “prevedere meccanismi di adeguamento periodico dei valori patrimoniali e delle rendite delle unità immobiliari urbane, in relazione alla modificazione delle condizioni del mercato di riferimento e comunque non al di sopra dei valori di mercato” (e ci mancherebbe!, ndr)
Come avevamo previsto, Forza Italia si è bevuta la formula dell’invarianza di gettito, su cui però persiste una ambiguità, oltre ai giochi di parole (“non è una revisione del catasto ma una riformulazione”).
L’ambiguità si gioca proprio sul concetto di invarianza di gettito. Deve intendersi limitatamente all’intervento sul catasto (e allora, perché farlo?), o alla riforma fiscale nel suo complesso, implicando quindi una redistribuzione del carico tra le diverse imposte?
Nella scorsa conferenza stampa ci è sembrato che Draghi si riferisse al solo catasto, quando ha detto che sulla casa “nessuno andrà a pagare di più e nessuno di meno” di oggi. Cosa ben più impegnativa della parità di gettito, che presuppone di non incassare di più, ma a saldo delle possibili variazioni tra i contribuenti.
Tant’è che Spaziani Testa aveva subito bollato come impossibile una riforma del catasto a parità di gettito.
Nella conferenza stampa di ieri, Draghi lo ha ripetuto, “nessuno pagherà di più”, ma ha anche aggiunto qualcosa di diverso: “Il contribuente medio non si accorgerà di nulla per quanto riguarda il catasto”. Dunque, pare di capire, i contribuenti appena non medi se ne accorgeranno. Dunque, pare di capire, i contribuenti sopra la media pagheranno di più, quelli sotto la media pagheranno di meno. Ma questo non è ciò che Draghi ha detto la scorsa settimana, quando aveva assicurato “nessuno andrà a pagare di più e nessuno di meno” di oggi. Smentendo se stesso, in sostanza dice che qualcuno pagherà di più, qualcuno di meno, solo il contribuente medio non se ne accorgerà".
A questo punto, nel centrodestra servirà una riflessione.
I risultati elettorali parlano chiaro: quando è coeso ed unito, il centrodestra stravince e può battere anche il centrosinistra con il Movimento 5 Stelle.
Quando è diviso, il centrodestra fa delle magre figure e perde.
Ora, sembra quasi che il Governo presieduto da Mario Draghi sia stato messo per dividere il centrodestra ed una parte della coalizione (Forza Italia con i centristi) si è piegata.
Prima dell'avvento di Draghi, il centrodestra era unito.
Era all'opposizione ma era unito ed otteneva ottimi risultati.
Ora, con l'arrivo di Draghi, il centrodestra si è diviso.
La cosa sconvolgente è la presa di posizione di Forza Italia, il partito che sostenevo fino al 2018.
Poi, mi spostai verso Raffaele Fitto, per avvicinarmi a Fratelli d'Italia, partito nel quale mi colloco.
Forza Italia parla come Italia Viva ed Azione.
Trovo sconvolgente il fatto che un partito che si è sempre professato come liberale (o meglio, liberal-conservatore) oggi sposi una linea liberal (progressista) come quella dell'attuale premier.
La Lega ha una divisione interna tra chi la pensa come Giancarlo Giorgetti e chi la pensa come il segretario Matteo Salvini e Claudio Borghi.
Però, il partito ha ritrovato una sua unità nel disertare il Consiglio dei Ministri riguardo alla questione della discutibile riforma del catasto.
A questo punto, Salvini deve fare una scelta.
O rompe con il Governo e passa all'opposizione o resta al Governo.
Non può continuare ad attaccare il Governo, opponendosi a politiche governative (certamente discutibili) come la riforma del catasto, e continuare a sostenere quest'ultimo.
Deve fare una scelta chiara e netta.
L'unico partito con una posizione univoca e coerente è Fratelli d'Italia.
Infatti, il partito dell'onorevole Giorgia Meloni spaventa non poco la sinistra, poiché piace per la sua posizione coerente.
Sta portando nelle sue file anche quei liberali autentici che sono delusi da Forza Italia.
La sinistra attacca tanto Fratelli d'Italia perché le fa paura e, dentro la coalizione, può diventare quello che era Forza Italia in passato.
Chi non fa paura non viene attaccato.
Comunque, serve un chiarimento nel centrodestra perché tale coalizione possa veramente proporsi per il Governo del Paese.
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