Le Ong non lavorano per carità!

Ho qui una lettera al direttore di un quotidiano.

Essa è intitolata "Per chi crede che le Ong salvino i migranti"
Ne riporto questo stralcio:

"La zona interessata ai salvataggi si stima in 25-30 mila kmq di fronte alle coste libiche.
I gommone presentano una sagoma di circa un metro e mezzo dalla superficie.
Come si fa a credere che le Ong li trovino per caso in uno spazio così ampio?".

La risposta è ovvia: tra le Organizzazioni non governative (Ong) e gli scafisti (coloro che portano i migranti in mare a bordo dei gommoni) vi è un accordo.
Anche un bimbo capirebbe che tra le Ong e gli scafisti vi è un accordo.
Essi si accordano sul punto in cui trovarsi e gli scafisti consegnano i migranti alle navi delle Ong che fanno la spola con il nostro Paese.
Carola Rackete, la capitana della nave "Sea Watch 3", è oggi un simbolo di ciò.
Ella rappresenta coloro che hanno tutto l'interesse nel portare qui da noi i migranti.
Infatti, vi è un interesse politico di chi vuole distruggere la nostra sovranità.
Vi è anche un interesse economico di quegli imprenditori del nostro Paese che vogliono una manodopera a basso costo che faccia quei lavori che (a loro dire) noi italiani non vorremmo fare.
Per la verità, noi italiani faremmo quei lavori...se fossero pagati di più.
Così, si alimenta il business delle Ong, delle cooperative e dei succitati imprenditori.
Inoltre, come ho scritto prima, vi è l'interesse politico nel volere distruggere la nostra sovranità.
Basti pensare alle reazioni di disdoro per il fatto che noi chiudiamo i porti mentre Paesi come Francia e Germania respingono gli stessi ai nostri confini, senza che nessuno urli: "Vergogna!".
Per questo, noi tutti dobbiamo dire che le Ong non lavorino per amore verso il prossimo e per carità.