Ringrazio l'amico e collaboratore Angelo Fazio che mi ha segnalato l'articolo del sito "Inside Over" che è intitolato "Così gli Albanesi vogliono comprarsi la Serbia meridionale".
Riporto questo stralcio radicale:"Anche Novi Pazar, città con una forte comunità islamica della Serbia sudoccidentale, è sulla lista delle località desiderabili, ma ci sono acquirenti interessati soprattutto alle proprietà contadine, lontane dalla città. Per questo motivo molti media serbi ipotizzano che si tratti di membri del movimento radicale islamico wahhabita che qui ha messo radici da anni e, seppur indebolito da faide interne, ha svolto un ruolo importante nel reclutamento di combattenti tra le fila dell’Isis in Siria e in Iraq. Come detto, questo interesse per le proprietà nella Serbia meridionale è stato associato all’intenzione degli albanesi di espandere il confine amministrativo del Kosovo in altre parti della Serbia, mentre per gli albanesi di cittadinanza assume una valenza significativa anche per poter ottenere il passaporto serbo, molto utile poiché consente di soggiornare senza bisogno del visto in paesi come la Russia, la Cina, la Corea del Nord e l’Iran. In entrambi i casi, a farne le spese sono i contadini e gli artigiani fieramente serbi che hanno deciso di non prestarsi a questo lento processo di neocolonizzazione, ma che vivono nel timore che, a causa del crescente afflusso di albanesi dal Kosovo, possano subire lo stesso destino dei proprio connazionali emigrati dalla Repubblica autoproclamata. Sono quindi convinti che in futuro ci saranno sempre più albanesi in queste zone e sempre meno serbi, e che sia in corso un’occupazione silenziosa della Serbia meridionale che li costringerà, un giorno non troppo lontano, a doversi trasferire altrove".
Nel 1998, frequentavo la scuola superiore e mi ricordo dei miei compagni di sinistra estrema che dicevano "no" alla guerra.
Io, invece, per la mia antipatia nei confronti dell'ideologia comunista e del dittatore (comunista) serbo Slobodan Milosevic (1941-2006) ero favorevole a quella guerra.
Milosevic stava aggredendo il Kosovo e la minoranza albanese.
Debbo dire che se avessi saputo che oggi il Kosovo si sarebbe ridotto così male, io non mi sarei schierato.
Infatti, durante il periodo di Milosevic i serbi perseguitavano gli albanesi.
Oggi, situazione è capovolta.
Gli albanesi stanno colonizzando il Kosovo ed i serbi sono a rischio.
Quello che è peggio, però, è il fatto che questo nazionalismo albanese sia intriso di islamismo fanatico.
Com'è noto, con l'invasione turca del secolo XV, molti albanesi si fecero musulmani.
Tuttavia, l'Islam albanese fu un Islam moderato, rispetto a quello turco o arabo.
Con il regime comunista di Enver Hoxha (1908-1985) venne imposto l'ateismo di Stato e le moschee (come le chiese ortodosse e cattoliche) furono chiuse.
Oggi, sembra che in Albania l'Islam si stia rafforzando.
Questo nuovo Islam però non è più quello "autoctono" ma quello di scuola wahhabita, l'Islam di tipo mediorientale, come anche quello di tipo turco voluto da Erdogan.
Questo è preoccupante.
Tanto in Albania, quanto in Bosnia-Erzegovina (altro territorio in buona parte islamizzato con l'arrivo dei Turchi Ottomani), si sta affermando l'Islam fanatico.
Si stanno costruendo moschee nuove, le quali sono finanziate da organizzazioni vicine all'Islam fanatico.
Dunque, il Kosovo, che dal 2008 si è proclamato Stato indipendente dalla Serbia, è diventato terra di conquista degli albanesi, dietro ai quali vi è l'Islam mediorientale.
Ora, sorge questa domanda: non è che i fanatici islamici albanesi e bosniaci vogliano fare un unico fronte e che il Kosovo possa diventare un punto di "saldatura" tra l'Albania e la Bosnia?
Ricordo che il Kosovo è anche la culla della cultura serba.
Nella città di Peć fu presente l'Arcivescovato ortodosso di Serbia dal 1275 al 1346.
Nel 1346, l'Arcivescovato divenne Patriarcato.
Dunque, la partita è delicata e l'Unione Europea non dovrebbe sottovalutarla.
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