Prendo spunto da questa citazione di Gustave Thibon che è stata presa dall'amica Irene Bertoglio:
"Povera bambina, ebbra del suo Dio, della sua missione e della sua gloria, poi straziata, abbandonata come Gesù nel Getsemani in un deserto senza miraggi, che grida ancora la sua fede disperata in un cielo senza promesse. E' nell'ora della fedeltà ultima, nell'ora in cui i battiti del nostro cuore e i fumi della nostra immaginazione non si confondono più con l’appello divino che le nostre voci non ci ingannano più. La verità è al termine, non al principio della vocazione…
(G. Thibon, Le voile et le masque, Fayard, Paris 1985, pp. 21-22)
In ricordo di S. Giovanna d'Arco".
Nella storia, Santa Giovanna d'Arco (6 gennaio 1412-30 maggio 1431) è un personaggio poco valorizzato e molto strumentalizzato.
L'erede al trono di Francia, colui che divenne re con il nome di Carlo VII (22 febbraio 1403-22 luglio 1461) la usò per combattere gli Inglesi.
Gli Inglesi usarono la sua morte come atto di vendetta contro la Francia.
I nazionalisti francesi la usarono come simbolo dell'essere francese.
Forse, Santa Giovanna d'Arco non fu mai capita e tuttora non è mai capita pienamente.
Ella servì la sua patria ma prima di tutto servì Dio.
Ella deve essere vista non solo come il simbolo della Francia e dei Francesi ma come il simbolo di tutti i cristiani, quei cristiani che non si vogliono arrendere a certe logiche del mondo, di chi (per esempio) non sale sul carro di chi vince una prima battaglia.
Forse, così Santa Giovanna d'Arco può essere capita.
Cordiali saluti.
Nessun commento:
Posta un commento