L'austerity secondo "Le Formiche" |
Sul giornale "Panorama", Gustavo Piga ha scritto un articolo intitolato "L'Austerità ottusa è al capolinea".
L'articolo può essere trovato anche sul blog dellostesso Gustavo Piga:
"Expo 2015, Milano, Italia. E’ da qui che occorre per capire in fondo la sfida che ci pongono le prossime elezioni europee. Perché? Ci segua il lettore e troverà una riposta convincente. Se è vero che il prossimo Parlamento europeo dovrà presiedere alla più complessa operazione di messa in sicurezza dell’architettura istituzionale del Continente, attaccato da populismi opportunistici ma anche da critiche fondatissime, non c’è dubbio che sarà proprio dai Paesi più in sofferenza, e dai suoi rappresentanti, che dovrà venire il contributo maggiore al riequilibrio dello strapotere tedesco nell’agenda politica. Spagna, Portogallo, Grecia certamente, ma soprattutto Francia ed Italia, membri fondatori dell’Europa del dopoguerra e paesi “pesanti” sia quanto a popolazione che a volume di produzione, sono chiamati a far ripartire il loro motore dello sviluppo nazionale, pena la disillusione definitiva dei loro elettori e la perdita di credibilità dei meccanismi democratici e del disegno europeo.
E’ chiaro a tutti cosa va chiesto da questi Paesi. Primo, una modifica del mandato della Banca Centrale europea, oggi fissato sulla stabilità dei prezzi (2% di inflazione) e non sulla lotta contestuale alla disoccupazione come negli Stati Uniti d’America. Il mono mandato sta generando i suoi perversi frutti: la BCE, insensibile all’andamento depresso dell’economia, si sta facendo sfuggire il controllo delle dinamiche dei prezzi, flirtando pericolosissimamente con la deflazione che vuol dire discesa dei prezzi, rinvio dei consumi, aumento del costo del denaro in termini reali, aumento del costo reale del lavoro per le imprese. Insomma il ritorno alla recessione. Da evitare, con molta più liquidità immessa nel sistema economico di quella che vi è oggi grazie ad una nuova BCE. Va anche chiesto la fine dell’idiozia del Fiscal Compact, invenzione bizantina che nessun politico americano o giapponese comprenderebbe, e che richiederà all’Italia – se non arrestato – manovre fiscali aggiuntive ogni anno, fatte di aumenti di tasse devastanti per l’economia italiana. Una ricetta disastrosa, una dieta imposta ad un malato che abbisogna invece di nutrirsi per riabilitarsi. E’ necessario piuttosto trovare risorse per fare investimenti pubblici che sono domanda diretta alle imprese in tempi in cui di domanda private non ce n’è.".
Ora, l'austerità che sta caratterizzando questa Europa sta portando a conseguenze non belle.
Essa è voluta dalla Germania, che per un suo strano, contorto e perverso meccanismo psicologico contro l'inflazione, ha imposto l'austerity all'Europa intera.
In pratica, la Banca Centrale Europea, che non è una vera banca centrale ed i cui interessi collimano con quelli della classe dirigente tedesca, non batte moneta proprio per il diktat di Berlino.
Il Parlamento Europeo, di fronte a ciò, si sta mostrando impotente in alcuni suoi settori e connivente con questa folle politica in altri.
In questo contesto è anche mancata la solidarietà europea.
Nel 2011 Governo del presidente Berlusconi aveva proposto gli Eurobond, un ipotetico meccanismo solidale europeo di distribuzione dei debiti a livello europeo attraverso la creazione di obbligazioni del debito pubblico dei Paesi facenti parte dell'Eurozona da emettersi a cura di un'apposita agenzia dell'Unione Europea, la cui solvibilità sia congiuntamente garantita dagli stessi Paesi della zona Euro.
In pratica, i debiti sarebbero stati distribuiti in tutta l'Eurozona.
La Germania si disse contraria a ciò.
Oggi, tutta l'Europa sta pagando il prezzo di questa scelta folle dettata da un singolo Paese, per l'appunto la Germania.
C'è una spaccatura tra l'"Europa carolingia" ( quella centrata sull'asse franco-tedesco), quella anglo-sassone e quella mediterranea.
Poiché il Regno Unito non ha l'Euro, a fare le spese di queste scelte è soprattutto l'Europa mediterranea (o meglio quella latina, visto che c'è anche il Portogallo), con Grecia, Spagna ed Italia in testa.
Con l'austerità è vero che si tengono i conti in ordine ma è altrettanto vero che con essa non si può pensare alla crescita.
Per esempio, non si possono fare le infrastrutture.
Ciò scoraggia gli investimenti e blocca ogni possibilità di crescita economica e sociale.
Da ciò nasce anche la disoccupazione.
L'Europa deve cambiare e deve cambiare anche l'Euro.
Ci deve essere vera banca centrale europea, una banca centrale a cui la politica possa chiedere di stampare moneta.
Se non si fa ciò, l'Euro ed il progetto di un'Europa unita rischiano di naufragare.
Cordiali saluti.
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