Il 7 febbraio 1497,. il frate domenicano Girolamo Savonarola (21 maggio 1452-23 maggio 1498) organizzò a Firenze il "Rogo delle vanità".
Vennero bruciati oggetti come specchi, cosmetici, abiti di lusso, libri e persino quadri di Sandro Botticelli.
Agli occhi del frate fustigatore, Botticelli rappresentava una sorta di neopaganesimo e gli oggetti che lui ed i suoi seguaci, detti "Piagnoni", fecero bruciare erano ritenuti fonte di vanità.
Ora, questo rogo fu l'anticipazione di altre situazioni simili che vennero dopo.
Esse, infatti, anticiparono i fatti del protestantesimo.
Pensiamo a Martin Lutero (10 novembre 1483-18 febbraio 1540) che nel 1521 bruciò la Bolla di scomunica che fu mandata dal Papa.
Per la cronaca, la Bolla gli arrivò il 3 gennaio 1521.
Anzi, nel protestantesimo ci fu quella volontà di rigore imposto dall'alto, da chi amministra una realtà, che fu tipica proprio di Girolamo Savonarola.
Anche in ambito cattolico si formò una corrente che proponeva una simile dottrina, il giansenismo.
Il giansenismo fu la dottrina fondata dal vescovo di Ypres Giansenio (28 ottobre 1585-6 maggio 1638) che fu antitetica a quella della Compagnia di Gesù.
Essa propugnava un forte rigore.
Ora, faccio una mia riflessione.
L'idea del rigore imposto da altri, senza un'autodisciplina di ciascuna persona, serve solo ad aumentare il controllo e l'oppressione di una istituzione di per sé totalitaria.
Quello che accadde nel XX secolo fu il paradigma di ciò.
Cordiali saluti.
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