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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 19 febbraio 2014

Un viaggio da Sabbioneta a Pitigliano

Cari amici ed amiche.

Vi voglio invitare a fare un viaggio nell'epoca dell'Umanesimo, un viaggio dalla Lombardia alla Toscana e dalla Provincia a sud di quella di Grosseto.
Questo viaggio unisce idealmente due città, Sabbioneta, in Provincia di Mantova, e Pitigliano, in Provincia di Grosseto.
In un certo senso, io lo avevo fatto nel 1998, anche se non mi ero fermato né a Sabbioneta né a Pitigliano.
Ero passato vicino a Sabbioneta e mi ero fermato nella Provincia di Grosseto ma a Massa Marittima.
Sabbioneta, una città mantovana, sul piano politico, ma un po' cremonese ed un po' parmense, sul piano culturale.
Essa si trova sulla Via Vitelliana, un'antica via romana che univa Mantova a Viadana, in una zona alluvionale posta tra i fiumi Oglio e Po.
Questa città occupa una zona di un'antica fortezza romana ma essa stessa è una fortezza, un mondo fortificato, il mondo che fu di Vespasiano I Gonzaga Colonna (Fondi, 6 dicembre 1531-Sabbioneta 26 febbraio 1591).
Vespasiano fondò Sabbioneta, il centro di un piccolo Stato posto tra tre grandi Stati regionali.
Ad ovest, esso confinava con il Ducato di Milano (in mano agli Asburgo), ad est esso confinava con il Ducato di Mantova, retto dai cugini del ramo principale dei Gonzaga e a sud confinava con il Ducato di Parma e Piacenza, dei Farnese.
A livello ecclesiastico, lo Stato di Sabbioneta era posto sotto la Diocesi di Cremona.
Eppure, questo piccolo Stato fu un concentrato di arte di cultura.
La città fu fatta in base ai principi umanistici della città ideale, una città fatta con criteri scientifici ed utopici, con una piazza che rifletteva le agorà greche presso cui si affacciava (e tuttora si affaccia) il Palazzo Ducale, la sede amministrativa.
Lì vicino fu fatto il primo edificio teatrale dell'epoca, il Teatro Olimpico, un'opera di Vincenzo Scamozzi (che lo fece nel 1590), insieme alla Galleria degli Antichi, che ospitava (ed ospita) marmi e trofei di caccia e che collegava il Palazzo Giardino o Casino, il luogo consacrato all'otium e che fu riqualificato da Bernardino Campi tra il 1582 ed il 1587.
La città fu abbellita anche da maestose chiese, come la chiesa di Santa Maria Assunta, quella dell'incoronata e quella del Carmine.
Fu fatta anche la Sinagoga, poiché la comunità ebraica era rispettata ed aveva una tipografia.
Il territorio sabbionetano era diventato uno scrigno d'arte, anche dopo la morte di Vespasiano Gonzaga, la cui vita fu macchiata dalla morte di suo figlio Luigi (1566-1580) che morì in seguito alle percosse del padre.
La chiesa di Sant'Antonio Abate in località Villa Pasquali è nota per la doppia cupola fatta da Antonio Bibiena nel XVIII secolo.

Poi, andando a sud, si incontrano Casalmaggiore, con il suo duomo e la sua cupola, in Provincia di Cremona, Colorno, con la sua reggia simile a quella di Versailles (in cui stette Maria Luigia d'Asburgo, moglie di Napoleone), in Provincia di Parma, si prendono le autostrade A1 Milano-Bologna, A15 Parma-La Spezia e A12 Genova-Livorno e la superstrada "Aurelia" per Roma e si arriva nel Grossetano.
Da qui, si arriva a Pitigliano.

Pitigliano è una città posta al confine tra Toscana e Lazio e si trova su un terreno tufaceo.
Il territorio si eleva su zone collinari che variano tra i 300 metri ed i 600 metri sul livello del mare.
La zona fu abitata dagli Etruschi (come la Provincia di Mantova) ed il nome di Pitigliano comparve per la prima volta nel 1061 AD, in una bolla inviata da Papa Niccolo II al prevosto del duomo di Sovana.
Secondo quella bolla, la città fu affidata agli Aldobrandeschi.
Nel 1293, Anastasia, figlia della contessa Margherita Aldobrandeschi sposò Romano Orsini, portando in dote la Contea di Sovana, la cui sede fu trasferita a Pitigliano.
Gli Orsini governarono la città difendendola da Siena, Orvieto e da Firenze.
Solo nel 1570, Niccolò IV Orsini cedette la fortezza ai Medici di Firenze e Pitigliano passò al Granducato di Toscana nel 1604, poiché il Conte Gian Antonio Orsini era indebitato.
I Medici (signori di Firenze) si disinteressarono della città.
Solo nel 1737, quando il Granducato di Toscana era sotto i Lorena, Pitigliano si riprese.
Anche Pitigliano fu fatta secondo criteri umanistici.
Il suo duomo risale all'epoca medioevale (romanico) ma fu rimaneggiato nel XVI secolo e la sua facciata fu fatta in epoca barocca.
Il Palazzo Orsini risale ad un periodo compreso tra l'XI ed il XII secolo ma fu rimaneggiato da Antonio da Sangallo il Giovane (1484-1546)  nel XVI secolo.
Non di poco conto è la Sinagoga del XVI secolo, con all'interno l'Aron, il Tevà con versetti biblici e sotto una stanza con le vasche per i bagni rituali, un forno per i pani azzimi, una macelleria kasher, una cantina kasher ed una tintoria.
Vi è anche un cimitero ebraico.

Molto caratteristici sono anche il Teatro Salvini (del 1823) e la Fontana delle Sette Cannelle, del XVI secolo.
Ho parlato di due città che hanno molto in comune e che hanno avuto riconoscimenti.
Sabbioneta (con Mantova) è stata riconosciuta Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'UNESCO.
Pitigliano è stato riconosciuto come uno dei Borghi più Belli d'Italia.
L'Italia deve difendere questo patrimonio.
Dedico questo articolo ai miei amici di Viterbo e dintorni che amano queste cose.
Cordiali saluto.




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