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mercoledì 26 febbraio 2014

Dhimmitudine, inizio della fine!

Cari amici ed amiche.

Leggete l'articolo del sito "Israele.net" che è intitolato "Dhimmitudine: l’inizio della fine?".
L'articolo è stato scritto da Mordechai Nisan ed inizia in questo modo:

"Stiamo assistendo di questi tempi a uno degli sviluppi più straordinari nella configurazione storica dei rapporti tra ebrei, cristiani e musulmani. I cristiani in Galilea (la regione settentrionale d’Israele) stanno coraggiosamente recuperando e promuovendo la loro identità non-araba e pre-islamica
come una vecchia/nuova narrazione collettiva mediorientale aramea/aramaica. Si tratta di una novità culturale e politica dirompente che riveste un significato rivoluzionario per Israele, per il Medio Oriente e per la scena mondiale.
Sotto la guida di padre Gabriel Nadaf, un sacerdote ortodosso originario di Yafia, presso Nazareth, e di Shadi Khalloul, un attivista cristiano maronita di Gush Halav, ufficiale riservista dell’esercito israeliano, è stato costituito il “Forum Cristiano per l’arruolamento nelle Forze di Difesa israeliane”. Mentre tutti i cittadini non-ebrei in Israele, eccetto drusi e circassi, sono esonerati dalla leva militare obbligatoria, con il Forum è stata intrapresa un’inedita operazione promozionale volta a incoraggiare un maggior numero di giovani cristiani ad arruolarsi volontariamente. Questa iniziativa esprime il desiderio sia di servire lo Stato che di integrarsi appieno nella società israeliana, diffondendo l’idea che i cristiani si sentono impegnati in prima persona per la sicurezza e il benessere dello Stato ebraico d’Israele di cui sono cittadini a pieno titolo.



Motivazione e significato di questa campagna cristiana hanno un valore di grande rilievo. Dai primi giorni della guerra araba contro il sionismo, più di cento anni fa, sino al rifiuto palestinese, oggi, di uno stato ebraico, il grosso della comunità cristiana si era sempre allineata con i musulmani in quanto “fratelli arabi”. I partiti nazionalisti arabi, dal precursore partito comunista all’attuale Balad, sono stati guidati e rappresentati sia da cristiani che da musulmani. In effetti, anzi, il generale movimento moderno di rinascita nazionale araba in tutto il Medio Oriente fu spesso ispirato da alcuni audaci ideologi e politici cristiani come Michel Aflaq e Costantino Zurai. In Israele, le città e le borgate miste musulmano-cristiane come Turan e Ibelin, Eilaboun e Nazareth, sono state tradizionalmente dipinte come bastioni di fratellanza e solidarietà araba, nonostante il divario religioso in fatto di matrimoni e costumi. Ora invece il Forum Cristiano ha iniziato a diffondere un messaggio chiaro e pressante che demolisce l’edificio della (presunta) unità araba.

La struttura religiosa e giuridica che si è imposta durante e sotto l’islam ha stabilito il predominio musulmano su ebrei e cristiani, definiti e squalificati come residenti dhimmi: tollerati, ma di rango inferiore. Pur preservando fede e integrità delle rispettive comunità, i dhimmi erano sottoposti ad una esorbitante e umiliante rapacità fiscale e a una precaria dipendenza dai capricci di califfi, sultani, emiri e wali musulmani. Episodi di stragi e conversioni forzate hanno fatto parte per molti secoli della condizione di vittime sotto supremazia musulmana subita dagli ebrei nello Yemen, in Marocco, in Libia, in Iraq. Lo stesso vale per i cristiani in quelle che erano state, prima dell’inizio delle conquiste arabe, popolazioni a maggioranza cristiana sia in Egitto che in Siria
.".

I cristiani presenti in Medio Oriente e in Nord Africa non sono arabi ma arabizzati.
La stragrande maggioranza di loro risale a prima dell'arrivo degli Arabi in quelle zone.
Essi erano per lo più greci o gente romanizzata.
Con l'arrivo degli Arabi e dell'Islam, con la vittoria araba e sconfitta bizantina presso il torrente Iarmuk nel 638 AD, i cristiani dovettero fare una scelta: diventare musulmani o diventare dhimmi.
I dhimmi erano (e sono tuttora) i non musulmani (nella fattispecie ebrei e cristiani) nei Paesi musulmani.
Il termine "dhimmi" significa "protetto" ma esso, in qualche modo, riconduce ad una situazione di "inferiorità" rispetto a chi professa la religione fondata da Maometto.
Coloro che diventarono musulmani divennero a tutti gli effetti cittadini, con tutti i diritti.
Gli altri, i dhimmi furono dei semplici residenti che dovettero pagare dei tributi pesanti e portare segni di inferiorità.
Inoltre, molte delle chiese cristiane furono distrutte o trasformate in moschee.
La Moschea degli Omayyadi  (che si trova a Damasco, in Siria) occupa il posto di una vecchia basilica bizantina dedicata a San Giovanni Battista, basilica che fu espropriata.
Oggi, nella moschea vi è la testa di San Giovanni Battista. I cristiani possono pregare ma non possono celebrarvi la messa.
Inoltre, i cristiani dovettero comunque acquisire gli usi ed i costumi arabi.
Questi cristiani, quindi, furono arabi per costrizione.
Alla fine si assopirono a ciò.
Lo loro morte come "etnia non araba" in uno Stato arabo fu lenta.
Per questo, all'inizio, i cristiani del Medio Oriente erano allineati ai musulmani.
In qualche modo,  la nascita di Israele (1948) riportò gli "arabi" cristiani del Medio Oriente a sentirsi più cristiani che arabi.
Qualcosa iniziò a muoversi.
Di recente, questa tendenza si è accentuata.
Con il fondamentalismo islamico che ha iniziato a salire e le persecuzioni contro i cristiani fecero diventare gli "arabi" cristiani da "appendice del popolo arabo" e vera e propria entità autonoma rispetto alla popolazione musulmana.
In un certo senso, gli "arabi" cristiani (o meglio i cristiani di lingua araba) sentono di non fare più parte di quel popolo che li aveva trattati da dhimmi e che aveva posto loro delle limitazioni ma di essere qualcosa di più.
Gli Israeliani, in un certo senso, li hanno aiutati.
Anzi, possiamo tranquillamente dire che gli Israeliani abbiamo aiutato i cristiani di lingua araba a sentirsi di nuovo veramente cristiani.
Il fatto che gli Israeliani abbiano tolto ai musulmani il Cenacolo di Gerusalemme e, anche se non vi si può celebrare la messa, i cristiani possono andarvi a pregare contribuì a cambiare molto la mentalità dei cristiani di lingua araba.
Anche i diritti riconosciuti dallo Stato di Israele hanno contribuito a ciò.
Per questo, da parte dei cristiani presenti in Israele vi è sempre di più la propensione ad avvicinarsi allo Stato di Israele, vedendo in esso una speranza che non avevano prima.
Da qui nasce, ad esempio, l'avvicinamento dei cristiani all'esercito israeliano.
Il fenomeno va capito.
Forse, sarebbe ora che noi cristiani iniziassimo a dire: "Am Chai Yisrael",  ossia: "I figli di Israele vivono ancora". 
Cordiali saluti. 








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