Cari amici ed amiche.
Dal sito "ForzaSilvio.it" mi è arrivato questo messaggio:
"Caro Antonio Gabriele,
il 6 febbraio 1994, al Palafiera di Roma, Silvio Berlusconi fece il suo primo discorso pubblico
come leader di Forza Italia.
Nel suo intervento enunciò i valori fondanti del nostro agire in politica.
Sono gli stessi, oggi come venti anni fa:
"...I valori in cui crediamo sono il fondamento del nostro impegno civile e politico,
sono anche i valori fondanti di tutte le grandi democrazie occidentali.
Noi crediamo nella libertà,
in tutte le sue forme, molteplici e vitali:
nella libertà di pensiero e di opinione,
nella libertà di espressione,
nella libertà di culto, di tutti i culti,
nella libertà di associazione.
Noi crediamo nella libertà di impresa,nella libertà di mercato,
regolata da norme certe, chiare e uguali per tutti.
Ma la libertà non è graziosamente “concessa” dallo Stato, perché è ad esso anteriore,
viene prima dello Stato. È un diritto naturale, che ci appartiene in quanto esseri umani
e che semmai, essa sì, fonda lo Stato.
E lo Stato deve riconoscerla e difenderla - in tutte le sue forme - proprio per essere
uno Stato legittimo, libero e democratico e non un tiranno arbitrario.
Noi crediamo che lo Stato debba essere al servizio dei cittadini
e non i cittadini al servizio dello Stato.
Noi crediamo che lo Stato debba essere il servitore del cittadino
e non il cittadino il servitore dello Stato. Il cittadino deve essere sovrano.
Per questo, concretamente crediamo nell’individuo e riteniamo che ciascuno debba avere il diritto
di realizzare se stesso, di aspirare al benessere e alla felicità,
di costruire con le proprie mani il proprio futuro, di poter educare i figli liberamente.
Per questo crediamo nella famiglia, nucleo fondamentale della nostra società.
E crediamo anche nell’impresa, a cui è demandato il grande valore sociale della creazione di lavoro, di benessere e di ricchezza.
Noi crediamo nei valori della nostra tradizione cristiana, nei valori irrinunciabili della vita,
del bene comune, della libertà di educazione e di apprendimento,
della pace, della solidarietà, della giustizia, della tolleranza,
verso tutti, a cominciare dagli avversari.
E crediamo soprattutto nel rispetto e nell’amore verso chi è più debole,
primi fra tutti i malati, i bambini, gli anziani e gli emarginati.
Desideriamo vivere in un Paese moderno dove siano valori sentiti e condivisi la generosità, l’altruismo, la dedizione, la passione per il proprio lavoro e infine, da liberisti,
crediamo negli effetti positivi per tutti della competizione, della concorrenza e del progresso,
che non può esserci se non c’è libertà!".
Anch'io avevo deciso di seguire il presidente Berlusconi in questa avventura.
Non me ne sono pentito.
Io credo in uno Stato che sia al servizio del popolo e non viceversa.
Io credo nel rispetto e nella difesa delle nostre tradizioni di italiani, di europei e di occidentali, tradizioni che si imperniano nella cultura giudaico-cristiana.
Io credo che nell'economia di libero mercato, l'economia che si basa sulla concorrenza e in cui il privato è centro.
Per questo motivo, in quel lontano 1994 avevo deciso di seguire il presidente Berlusconi ed oggi lo seguo ancora!
Noi dobbiamo essere in grado di portare avanti questo grande progetto politico che il presidente Berlusconi aveva iniziato.
Se non facessimo ciò, i nostri figli non ci perdonerebbero questo errore.
Cordiali saluti.
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