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venerdì 13 dicembre 2013

Un eroe romeno: il Beato Anton Durcovici

Cari amici ed amiche.

L'amico e collaboratore Angelo Fazio mi ha portato all'attenzione questo testo:


"Cioè, secondo suor Lucia, questo sangue era quello delle vittime degli “errori della Russia”, le quali non avrebbero versato il loro sangue invano, bensì esso avrebbe contribuito a irrigare le anime allontanate e a riavvicinarle a Dio. Se pensiamo alla gloriosa Chiesa cattolica romena, annientata e dispersa dalla famigerata Securitate comunista, possiamo prevedere, alla luce di queste parole di Fatima sui martiri, una gloriosa ripresa del cristianesimo in quella nazione.
In
fatti, nel 1948, la Chiesa cattolica di rito greco-cattolico fu abolita per decreto ed inglobata nella Chiesa ortodossa, i cui alti gerarchi si piegarono come fragili canne alla bufera rossa che imperversava. Nessun vescovo greco-cattolico invece accettò di rompere col Papa, per cui senza eccezioni tutti finirono arrestati e trucidati. Un anno dopo toccò alla Chiesa cattolica di rito latino. Le sue proprietà furono confiscate, le sue istituzioni di culto e di educazione chiuse, i suoi principali pastori arrestati, torturati, uccisi o inviati al confine. L’accusa: rifiutarsi di avviare una chiesa separata dalla Santa Sede. Le tenebre si abbatterono su tutta la Romania. Tuttavia gli alti esponenti cattolici seppero scrivere in mezzo a quella tempestosa e lugubre nottata una delle più gloriose pagine del martirologio di ogni secolo. Perciò è lecito dedurre che, alla luce delle profezie di Fatima, il cattolicesimo romeno potrebbe camminare incontro a un radioso futuro.".

Questo testo fa parte dell'articolo del sito "Luci sull'Est" che è intitolato " STORIA: Mons. Anton Durcovici, una gloria della chiesa del silenzio in Romania durante il comunismo".
Ringrazio Angelo dello spunto.
Il dittatore comunista Nicolae Ceausescu (1918-1989) volle annientare la Chiesa cattolica in Romania.
Concentrata soprattutto in Transilvania ma presente ovunque, la Chiesa cattolica in Romania era ben radicata.
Addirittura pare anche che il Voivoda Vlad III Tepes  (1431-1476) fosse stato cattolico, per via dei suoi contatti con il mondo tedesco.
Proprio così, in Romania esistevano (e tuttora esistono)  le "due maggiori Chiese cattoliche".
Ne esiste anche una terza (più piccola) di rito armeno. 
Entrambe erano (e sono) in comunione con Roma.
Una era (ed è) di rito greco-bizantino e l'altra era (ed è) di rito latino.
Quest'ultima era radicata, per via delle comunità sassoni ed ungheresi della Transilvania, fin dal Medio Evo.
Tuttavia, essa subì un ridimensionamento nel XVI secolo, quando una parte delle comunità sassoni si fece luterana e una parte delle comunità magiare si fece calvinista. 
La Chiesa greco-cattolica si formò nel XVII secolo, dopo la sconfitta dei Turchi.
Con Ceausescu, la Chiesa cattolica romena fu perseguitata.
Questa persecuzione fu forte contro la Chiesa di rito greco-bizantino ma anche la Chiesa latina fu colpita duramente.
Qui ci fu l'eroe, monsignor Anton Durcovici.
Questi non volle piegarsi alla logica che volle imporre Ceausescu, ossia quella di creare un'unica Chiesa romena (ortodossa) che sarebbe stata in mano allo Stato.
In realtà, Ceausescu voleva imporre l'ateismo.
Egli distrusse molti villaggi della Transilvania, con le chiese.
Fece una vera ecatombe.
Uomo di grande visione europea (suo padre era croato e sua madre era austriaca) Durcovici combatté la sua buona battaglia contro il comunismo.
La Securitate, la polizia segreta del regime di Ceausescu (che fu un vero e proprio esercito terroristico al soldo del dittatore), cercò in tutti i modi di annientare la Chiesa cattolica e Durcovici fu un bersaglio, specie quando divenne vescovo di Iasi il 30 ottobre 1947.
Pio XII lo nomina vescovo di Iasi, capitale della Moldavia, e nell’aprile 1948 viene consacrato a Bucarest. Tutti sono ammirati dalla sua modestia. Mentre i cattolici stanno sprofondando in una tremenda via crucis, vogliono rendere a questo prelato dalla fama di santità i massimi onori sia a Bucarest che a Iasi. Chiese strapiene per i Te Deum; la folla si accalca persino sulle strade adiacenti e si sentono dappertutto musiche e campane festose. Mai si erano visti tanti cattolici uscire allo scoperto. La famigerata Securitate trema. Il prestigio di mons. Durcovici è immenso e la sua posizione rimane intransigente verso le pretese comuniste di addomesticare la Chiesa cattolica.
Quasi come un'associazione dalla mentalità mafiosa, la Securitate reagì.
Infatti, Durcovici dava "molto fastidio" e, secondo la mentalità di quel regime, che "dava fastidio" doveva essere distrutto.
Arrestò il vescovo nel giugno del 1949, mentre si stava recando a Bucarest, per sostituire l'arcivescovo.
Tradotto nel carcere di Sighet, il vescovo Durcovici stette tra gli stenti e le botte dei carcerieri.
Egli, però, visse con tanta dignità.
Il 10 dicembre 1951, il suo discepolo, don Rafael Friedrich sentì una voce che gli chiedeva l'assoluzione.
Era monsignor Durcovici, che dalla "cella della morte" (la cella in cui venivano portati i moribondi) gli diceva:

"Morior famen et siti, da mihi absolutionem".

Don Friedrich gliela diede e nella notte tra il 10 e l'11 dicembre monsignor Durcovici consegnò la sua anima a Dio.
In seguito, il vescovo greco-cattolico, monsignor Ploscaru, fu costretto a ripulire la "cella della morte" .
Trovò il corpo esanime di monsignor Durcovici, con una ferita causatagli da una sbarra di ferro.
Il suo corpo fu gettato in una fossa comune e mai fu ritrovato.
Nel 2013, la Chiesa riconobbe il suo martirio fatto in "odio alla fede".
Il 30 ottobre è stato beatificato dal Santo Padre, Papa Francesco.
L'ideologia comunista fu (ed è) un'ideologia fondata sull'odio.
Monsignor Durcovici rispose con l'amore.
Non inveì contro i suoi nemici ma accettò la croce.
Cordiali saluti. 










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Ringrazio un caro amico di questa foto.