Cari amici ed amiche.
Prima di tutto, vi auguro buon Natale!
Vorrei che leggeste l'articolo del sito "Israele.it" che è intitolato "
Israele, unica isola che protegge i cristiani in Medio Oriente".
Di questo articolo (per il quale ringrazio l'amico Morris Sonnino, una persona che stimo e chiamo sinceramente "amico", che me l'ha inoltrato) è molto interessante la parte che recita:
"La Basilica di Betlemme è sopravvissuta più di mille anni attraverso
guerre e conquiste, ma il suo futuro in quel momento appariva in
pericolo. Sulle sue antiche mura erano state vergate con la vernice a
spruzzo le lettere arabe della parola HAMAS. Correva l’anno 1994 e la
città stava per passare dal controllo israeliano a quello palestinese.
In qualità di consigliere del governo israeliano, mi incontravo con i
sacerdoti della Basilica su questioni inter-religiose. Erano
sconfortati, ma anche troppo spaventati per sporgere denuncia. Gli
stessi teppisti di Hamas che aveva profanato il loro santuario avrebbero
potuto prendersi anche le loro vite.
Il trauma di quei sacerdoti è diventata oggi esperienza quotidiana fra i
cristiani mediorientali. La loro percentuale, sulla popolazione
complessiva mediorientale, è precipitata dal 20% di un secolo fa a meno
del 5% oggi, e continua e decrescere. In Egitto, l’anno scorso,
duecentomila cristiani copti sono fuggiti dalle loro case dopo i
pestaggi e i massacri ad opera di folle di estremisti islamici. Dal
2003, 70 chiese irachene sono state bruciate e quasi mille cristiani
uccisi solo a Bagdad, provocando la fuga di più di metà di quella
comunità da un milione di persone. La conversione al cristianesimo è
perseguita come reato capitale in Iran, il paese dove il mese scorso è
stato condannato a morte il pastore evangelico Yousef Nadarkhani per
apostasia (rinuncia all’islam). In Arabia Saudita le preghiere cristiane
sono fuori legge anche in privato.
Come un tempo vennero espulsi dai paesi arabi 800mila ebrei, così oggi
vengono costretti a fuggire i cristiani da terre dove hanno abitato per
secoli. L’unico posto in Medio Oriente dove i cristiani non sono in
pericolo, ma anzi fioriscono, è Israele. Dalla nascita d’Israele, nel
1948, le comunità cristiane del paese (ortodossi greci e russi,
cattolici, armeni e protestanti) sono cresciute di più del 1.000%. I
cristiani giocano un ruolo importante in tutti gli aspetti della vita
israeliana, sono presenti in Parlamento, nel Ministero degli esteri,
nella Corte Suprema. Sono esentati dal servizio militare di leva, ma
migliaia di loro si arruolano come volontari prestando giuramento su un
testo del Nuovo Testamento stampato in ebraico. I cristiani
arabo-israeliani sono in media più benestanti e più scolarizzati della
media degli ebrei israeliani, e prendono anche voti migliori nei test di
immatricolazione.
Questo non significa che i cristiani d’Israele non si imbattano a volte
in manifestazioni di intolleranza. Ma a differenza del resto del Medio
Oriente dove l’odio verso i cristiani è ignorato o addirittura
incoraggiato, Israele è e rimane legato al solenne impegno contenuto
nella sua Dichiarazione d’Indipendenza di riconoscere “completa
eguaglianza a tutti i propri cittadini indipendentemente dalla loro
religione”. Israele garantisce libero accesso a tutti i Luoghi Santi
cristiani, che rimangono sotto esclusiva tutela del clero cristiano.
Quando i musulmani tentarono di erigere una moschea a ridosso della
Basilica dell’Annunciazione a Nazareth, il governo israeliano intervenne
per preservare la sacralità del santuario cristiano.
In Israele si trovano molti i Luoghi Santi cristiani (come il luogo di
nascita di San Giovanni Battista, Cafarnao, il Monte delle Beatitudini),
ma lo stato d’Israele si estende su una parte soltanto di quella che la
tradizione ebraica e cristiana considera Terra Santa. Il resto si trova
nella striscia di Gaza e in Cisgiordania. Ma in queste aree sotto
controllo palestinese i cristiani patiscono le stesse condizioni dei
loro correligionari nel resto del Medio Oriente. Da quando Hamas, nel
2007, ha preso il controllo della striscia di Gaza, metà della comunità
cristiana che vi risiedeva è fuggita. Proibite sono le decorazioni
natalizie cristiane e la pubblica esposizione del crocefisso.".
Questo articolo (scritto da Michael Oren) smentisce chi attacca Israele e lo accusa di danneggiare i cristiani.
Mentre nei Paesi arabi i cristiani scappano in Israele essi crescono di numero.
La cosa grave è che nella città in cui nacque Gesù non si possa mettere neppure una lucina né una decorazione per il Natale.
Ora, sul territorio di Betlemme governa l'Autorità Nazionale Palestinese, una sedicente autorità araba moderata.
Se questi sono moderati, io sono il re d'Inghilterra.
Nel 1943, i cristiani rappresentavano l'80% della popolazione di Betlemme.
Nel 1998, quattro anni dopo il passaggio della città in cui nacque il re Davide (che per noi cristiani è San Davide re) i cristiani erano scesi al 23%.
Oggi, i cristiani di Betlemme sono solo il 12% della popolazione.
Del resto, lo stesso presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen aveva definito Gesù un "palestinese" quando tutti sanno che era un ebreo.
Inoltre, il fatto che il luoghi santi in Israele siano aperti a noi cristiani è dimostrato dalla questione del Cenacolo di Gerusalemme è stato riaperto ai cristiani grazie all'intervento degli Israeliani.
Inoltre, i luoghi di culto cristiano non sono in mano allo Stato di Israele ma sono gestiti dal clero, secondo gli accordi presi tra le varie confessioni religiose.
Per esempio, sulla Pietra dell'Unzione, che si trova nella Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, vi sono le otto lampade che ricordano il rito dell'Unzione del Corpo di Gesù.
Sopra le lampade vi sono delle uova che indicano le confessioni religiose che hanno diritto sul luogo di culto.
Le uova d'oro indicano la Chiesa ortodossa, quelle nere i copti, quelle grigie gli armeni e quelle bianche i latini.
Quindi, Israele lascia libertà ai cristiani.
Durante la messa di ieri notte, a Villa Garibaldi di Roncoferraro (Mantova), a cui alla fine ero riuscito ad andare, don Giovanni Telò (parroco di Villa Garibaldi) ha detto che se ci sarà pace in Gerusalemme ci sarà pace nel Medio Oriente e nel mondo intero.
Io penso che per fare in modo che ci sia la pace si debba dare la priorità ad Israele.
L'unica autorità che garantisce realmente una stabilità nella zona è quella israeliana, un'autorità laica e rispettosa degli altri.
Non bisogna avere paura di ammettere ciò.
Termino, lanciando una proposta ai parroci della mia Unità Pastorale, l'Unità Pastorale di San Leone Magno, quella che comprende tutte le parrocchie del Comune di Roncoferraro (Mantova), come la parrocchia di Roncoferraro, quella di Barbassolo, quella di Villa Garibaldi, quella di Cadé, quella di Barbasso, quella di Governolo, quella di Casale e quella di Nosedole.
L'Unità Pastorale di San Leone Magno organizza spesso degli incontri in cui si trattano vari temi, dai giovani alla fede.
Vorrei proporre un incontro che abbia per tema la questione del Medio Oriente.
Magari, anche il Comune di Roncoferraro potrebbe patrocinare l'evento.
Io mi offro come relatore.
Ovviamente, io tratterei di più l'aspetto geopolitico, politico e culturale.
L'aspetto strettamente religioso potrebbe essere trattato da una persona un po' più ferrata.
Io sono ben disponibile.
Sarebbe un modo per fare conoscere la situazione dei luoghi in cui Gesù nacque, visse, operò e morì e per fare sì che la gente si faccia un'opinione senza preconcetti che oggi certi mass media instillano.
Cordiali saluti e di nuovo buon Natale!
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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