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mercoledì 18 dicembre 2013

L'Uruguay legalizza le droghe!



Cari amici ed amiche.

Un dettagliato articolo del "Centro Culturale Lepanto" parla di quanto è accaduto in Uruguay.

Esso è intitolato "L'Uruguay legalizza la Cannabis. Una nuova strategie dei Tupamaros?" e la sua prima parte recita:


"Il Governo dell’Uruguay, ha da pochi giorni una legge rivoluzionaria che promuove il diritto alla coltivazione di marijuana, e derivati, ed al suo uso.
La legge approvata da un Senato spaccato in due (16 voti contro 13) era stata prima approvata con un ridotto margine (50 voti contro 46) anche alla Camera bassa.
La legge, che per entrare in vigore necessita di un regolamento attuativo che deve essere operativo entro 120 giorni, prevede che ogni cittadino maggiorenne potrà coltivare in casa 6 piante di cannabis, o riunirsi in collettivi composti da non più di 45 membri ognuno che gestiscano coltivazioni per un massimo di 99 piante di marijuana.
Oppure chiunque sopra i 18 anni potrà comprare in farmacia 40 grammi al mese di marijuana pronta per essere consumata.
Le ragioni addotte di fronte alla, sconcertata, opinione pubblica per avviare la liberalizzazione della pericolosa droga consistono nella presunta capacita’ di tale misura nel contrasto, definitivo, del narcotraffico.
José Alberto Mujica Cordano, attuale capo dello Stato e del Governo, è il principale responsabile di questa svolta decisa contro il parere della popolazione uruguaiana che, interpellata con sondaggi nazionali, si è espressa anche pochi giorni prima del voto per il 64% contraria alla legittimazione della cannabis.

“Avevamo regalato questo mercato ai trafficanti  di droga che sono più distruttivi a livello sociale – ha dichiarato Mujica- che non la droga in sé, perché minacciano la società nel suo insieme”. Un principio, quello che pretende che la  legalizzazione delle droghe costringa alla  rinuncia della mafia e del crimine organizzato all’infame commercio, incomprensibile dato che:
- non esiste un solo esempio di quanto asserito in letteratura;
- per i tossicomani odierni vige il policonsumo (chi compra o coltiva impunito la marijuana quindi continuerà a dare soldi alla malavita per la cocaina, eroina, anfetamine etc.);
- la nuova legge uruguaiana “proibisce”l’accesso alla filiera legale di marijuana agli adolescenti e ai minori che, come è noto, sono invece la fascia di popolazione maggiormente irretita dall’uso di cannabis e che quindi continuerà a rifornirsi dai narcotrafficanti.
- i Narcos operano in Uruguay anche come
Paese di “transito” per il traffico della marijuana
verso altre Regioni, non solo per la vendita
locale, e tutto fa pensare che continueranno a farlo.

Il Presidente Mujica, nel tentativo di rassicurare l’opinione pubblica domestica ed internazionale,ha riconosciuto una dannosità dell'uso dei cannabinoidi e garantito ai media che il suo Governo non permetterà  un uso smodato, e lo spaccio, della marijuana a cui avrà  accesso: "Se qualcuno compra 20 sigarette di marijuana,dovrà fumarle tutte lui. Non gli sarà possibile venderle".
Dichiarazione sorprendente, a meno di non mettere un poliziotto a pedinare ogni singolo acquirente, legale, di droga fino a quando l’abbia consumata tutta e lo abbia fatto pure con moderazione.".

Faccio qualche mia considerazione, su questa follia del governo del Paese sudamericani, il Paese in cui, tra l'altro, risiede la mia collaboratrice ed amica Stephanie Caracciolo Arriera Tamagno.
Lei sa bene di cosa parlo.
Dunque, stando ai sondaggi, la maggioranza del popolo uruguayano è contraria alla legalizzazione delle droghe leggere.
Il problema dello spaccio di droga da parte dei malavitosi non viene risolto.
Anzi, questi ultimi inizieranno a vendere le droghe tenendo conto della concorrenza dello Stato, che a sua volta è diventato spacciatore.
In pratica, da quell'ente che dovrebbe contrastare in narcotrafficanti, lo Stato diventa un loro concorrente e si mette al loro livello.
Se io fossi un narcotrafficante uruguayano, direi al presidente José Mujica Cardano:  "Tu non mi puoi arrestare! Fai esattamente il mio lavoro!".
In pratica, il concetto di legalità è andato a farsi friggere.
Tra l'altro, questa legge è demenziale.
Se uno compra venti spinelli, questa persona dovrà fumarli tutti e non potrà venderli.
Ma come, si fanno tante campagne contro il fumo delle normali sigarette al tabacco, che di per sé è già disdicevole per la salute (e da non fumatore quale sono sono d'accordo e se comandassi io porrei molte restrizioni anche ai fumatori di normale sigarette),  e poi si favorisce il consumo degli spinelli, le sigarette fatte con la marijuana?
Lo spinello fa meno male della sigaretta normale?
La risposta è no!
La normale sigaretta e lo spinello fanno male allo stesso modo.
Una persona che fuma uno spinello inala sostanze schifose (come il catrame, che è cancerogeno)  esattamente come un fumatore delle normali sigarette.
Cambia solo il componente che sta all'interno.
La sigaretta normale è confezionata con  il tabacco e lo spinello ha la marijuana.
I Tupamaros vogliono fare diventare legalità l'illegalità e rendere illecito ciò che è giusto e lecito.
Essi parlano di "libertà"  ma vogliono rendere il popolo uruguayano schiavo di certe porcherie, come la droga o il sesso sfrenato.
Basti pensare anche la storia dei matrimoni gay.
Lo Stato cade nel peggiore tribalismo. 
Questo è il concetto di "rivoluzione" che il professore Plinio Correa de Oliveira aveva denunciato nel libro "Rivoluzione e Controrivoluzione", di cui possiedo una copia.
Il popolo uruguayano deve dire basta a questa situazione.
Incominci a proporre referendum e batta i pugni sul tavolo di chi comanda, facendo proposte costruttive.
Il governo non lo ascolta?
Alzi la voce!
Vediamo se il governo userà la forza!
Il governo userà la forza?
Bene, allora il popolo si rivolga all'ONU, visto che (come ha detto il capo dell'International Narcotis Control Board Raymond Yans) questa legge uruguayana che legalizza le droghe leggere viola il diritto internazionale.
Cordiali saluti.







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