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sabato 14 dicembre 2013

Libertà di stampa, Unione Europea boccia l'Italia!

Cari amici ed amiche.

Leggete questo post della pagina di Facebook del "Minzolini Fan Club":



"LA UE BOCCIA L’ITALIA PER LA LIBERTA’ DI STAMPA
L'Europa dice no alle normative italiane sulla diffamazione, che non sono “pienamente conformi agli standard di libertà di espressione”. In pratica significa che sono leggi liberticide e a dirlo chiaramente è stata una Commissione ad hoc firmato da tre esperti. In particolare hanno trattato il caso dei giornalisti Sallusti e Belpietro: in entrambi i
casi hanno scritto che “la natura e la severità della pena imposta, cioè il carcere, seppure poi sospesa, hanno avuto un significativo effetto raggelante e, in assenza di circostanze eccezionali tali da giustificare una sanzione così severa, costituisce un'interferenza sproporzionata con le legittime intenzioni perseguite”.
Secondo questi giuristi “è legittimo limitare la libertà di espressione con le leggi sulla diffamazioni nell'intento di proteggere il diritto alla reputazione. Tuttavia, le misure restrittive non devono essere troppo pesanti e devono conformarsi al principio di proporzionalità, al servizio di un'esigenza sociale pressante”. Basta quindi con la galera per i giornalisti, anche se solo minacciata. “La prigione per diffamazione deve essere abolita, eccetto che in limitati casi estremi come per discorsi d'odio o incitamento alla violenza, e ingenti ammende devono essere applicate con attenzione per evitare di dissuadere giornalisti o altri commentatori dal dare il loro contributo a discussioni di interesse pubblico”. E hanno aggiunto: “Le autorità devono rispettare il diritto dei giornalisti di diffondere informazioni in questioni di interesse generale, compreso il ricorso a un grado di esagerazione o provocazione, purché in accordo con il giornalismo responsabile”
.".


Negli Stati Uniti d'America, la libertà di stampa e di espressione è garantita.
In quel Paese, un politico che litiga con giornalista o con un blogger è visto come un debole.
Sono d'accordo sull'eliminazione del reato di diffamazione, a patto che restino perseguibili tutti quei discorsi di incitamento all'odio.
Il vero problema dell'Italia, però, è un altro.
In Italia, una parte consistente della stampa è di partito.
Cito giornali come "L'Unità" o reti come "RAI 3". 
Il caso di RAI 3 è particolarmente grave perché essa è una rete pubblica ma è infeudata da un partito, il Partito Comunista Italiano, oggi Partito Democratico.
Quindi, la stampa perde quel ruolo di "cane da guardia" del popolo (e con cui il popolo si tutela)  e diventa uno strumento di propaganda.  
Un'altra cosa che va tolta  è il finanziamento pubblico alla stampa.
Questa è una battaglia di Ricky Filosa, il direttore di "Italia chiama Italia". 
Il mondo della stampa è cambiato.
Oggi, ci sono tante reti televisive, tanti giornali, i blogs ed i giornali in rete.
Il finanziamento pubblico alla stampa non serve ed è un costo per lo Stato.
Cordiali saluti.


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