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sabato 14 dicembre 2013

Il romancio, una lingua che va difesa

Cari amici ed amiche.

Tra le lingue neolatine, ve n'è una di cui si parla poco, il romancio.
Essa è una lingua che oggi è confinata nel Cantone Grigioni, in Svizzera.
L'origine di questa lingua parte dal molto lontano.
La zona del Grigioni, come parti della Baviera e delle attuali Austria ed Italia (Lombardia ed Alto Adige) erano abitate da una popolazione, i Reti.
Secondo alcuni, i Reti non furono un popolo di lingua indo-europea.
Nel 15 BC, i Romani occuparono la zona che divenne una loro provincia.
Essa venne romanizzata ma il latino del luogo ebbe influssi della lingua retica.
Fino all'arrivo delle popolazioni germaniche, questo latino di provincia era parlato finanche in Baviera.
Molto probabilmente, anche i duchi di Baviera Teodone II (625-716) e Tassilo II (morto nel 719) conoscevano questa lingua. 
Con l'arrivo delle popolazioni germaniche, nella zona si affermarono queste ultime e per i romanci (i latini della zona) la situazione si fece dura.
Le cose peggiorarono nel XVI, con la Riforma protestante.
Iniziarono a circolare le Bibbie in tedesco e questa lingua iniziò ad espandersi, a danno del romancio.
Così, iniziarono ad essere riportati documenti in romancio.
Dal 1938, la lingua romancia è quarta lingua nazionale svizzera.
Dal 1999, essa divenne ufficiale.
Il romancio ha molte varianti.
Qui si sotto vi è un pezzo delle "Favole" di Fedro, "La volpe e il corvo":

Sursilvano (Sursilvan)

L'uolp era puspei inagada fomentada. Cheu ha ella viu sin in pegn in tgaper che teneva in toc caschiel en siu bec. Quei gustass a mi, ha ella tertgau, e clamau al tgaper: "Tgei bi che ti eis! Sche tiu cant ei schi bials sco tia pareta, lu eis ti il pli bi utschi dakkkkllkj".
Sottosilvano (Sutsilvan)

La vualp eara puspe egn'eada fumantada. Qua à ella vieu sen egn pegn egn corv ca taneva egn toc caschiel ainten sieus pecel. Quegl gustass a mei, à ella tartgieu, ed ha clamo agli corv: "Tge beal ca tei es! Scha tieus tgànt e aschi beal sco tia pareta, alura es tei igl ple beal utschi da tuts".
Surmirano (Surmiran)

La golp era puspe eneda famantada. Cò ò ella via sen en pegn en corv tgi tigniva en toc caschiel an sies pecal. Chegl am gustess, ò ella panso, ed ò clamo agl corv: "Tge bel tgi te ist! Schi ties cant è schi bel scu tia parentscha, alloura ist te igl pli bel utschel da tots".
Engadino superiore (Putér)
La vuolp d'eira darcho üna vouta famanteda. Cò ho'la vis sün ün pign ün corv chi tgnaiva ün töch chaschöl in sieu pical. Que am gustess, ho'la penso, ed ho clamo al corv: "Che bel cha tü est! Scha tieu chaunt es uschè bel scu tia apparentscha, alura est tü il pü bel utschè da tuots".
Engadino inferiore (Vallader)

La vuolp d'eira darcheu üna jada fomantada. Qua ha'la vis sün ün pin ün corv chi tgnaiva ün toc chaschöl in seis pical. Quai am gustess, ha'la pensà, ed ha clomà al corv: "Che bel cha tü est! Scha teis chant es uschè bel sco tia apparentscha, lura est tü il plü bel utschè da tuots".
Romancio Grigione (Rumantsch Grischun)

La vulp era puspè ina giada fomentada. Qua ha ella vis sin in pign in corv che tegneva in toc chaschiel en ses pichel. Quai ma gustass, ha ella pensà, ed ha clamà al corv: "Tge bel che ti es! Sche tes chant è uschè bel sco tia parita, lura es ti il pli bel utschè da tuts".
Italiano

La volpe era nuovamente affamata. Vide un corvo posato su un pino con un pezzo di formaggio nel becco. Come lo gusterei, pensò la volpe, e disse al corvo: " Come sei bello ! Se il tuo canto è così bello come il tuo aspetto, allora sei il più bello fra gli uccelli
"
.


La lingua romancia è parente stretta del ladino parlato nelle Dolomiti (Alto Adige e Veneto) e del friulano, e nell'Alto Medio Evo era parlata anche in Tirolo e in buona parte dell'Austria.
Tra l'altro, il romancio è parlato anche in certe zone del nord della Lombardia. 
Il fatto che ci siano isole linguistiche simili, in mezzo ad aree che oggi sono di lingua tedesca ed italiana, dimostra ciò 
Questo testimonia che la romanizzazione della zona fu davvero ampia.
Per questo, il romancio va difeso.
Cordiali saluti. 




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