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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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sabato 14 dicembre 2013
Colonialismo inglese
Cari amici ed amiche.
Il mio collaboratore ed amico Angelo Fazio (che ringrazio) mi ha portato all'attenzione questo articolo del sito del Comune di Bologna che è intitolato "Il colonialismo inglese".
Fondamentalmente, bisogna capire le ragioni che portarono uno Stato che rispetto al resto d'Europa ebbe una storia tutta sua a costruire un grande impero coloniale.
Il primo motivo fu la competizione con gli altri Stati, Paesi Bassi, Francia e Spagna in primis.
Il 29 maggio 1453, Costantinopoli cadde in mano ai Turchi Ottomani e l'Impero Romano d'Oriente cessò di esistere.
Per gli altri Stati divenne difficile raggiungere l'Oriente e questo portò gli altri Stati a fare sì che si cercassero altre vie.
Fino al 29 maggio 1453, il baricentro dell'Europa fu l'Italia, in quanto terra al centro del Mare Mediterraneo.
Con la caduta di Costantinopoli, le cose cambiarono.
Nel trovare la via alternativa per l'Oriente si scoprirono le Americhe.
Qui ci fu la seconda motivazione.
Dal momento che gli altri Stati colonizzavano le terre scoperte, l'Inghilterra rischiò di essere isolata.
La terza motivazione fu culturale.
Dopo la fine della Guerra delle Due Rose, 1485, l'Inghilterra ebbe un cambio culturale.
Da Paese agricolo, essa divenne una potenza marina, grazie alle politiche dei monarchi della dinastia Tudor.
Soprattutto, vanno ricordati re Enrico VII (1457-1509), re Enrico VIII (1491-1547), la regina Maria I (1516-1558) e la regina Elisabetta (1533-1603).
Sotto questi monarchi si costruì la flotta inglese.
Per contro, gli altri Stati sottovalutarono l'Inghilterra.
L'esempio fu la Spagna, quando si scontrò con l'Inghilterra guidata dalla regina Elisabetta I nel 1588, il fallimento della ben nota "Invencible Armada".
Gli Spagnoli sottovalutarono gli Inglesi, per esempio, non tenendo conto delle condizioni climatiche del posto.
Un altro motivo fu religioso.
Nel 1534, re Enrico VIII ruppe i rapporti con la Chiesa cattolica e prese il controllo della Chiesa d'Inghilterra.
Poi, con re Edoardo VI, ci fu la Riforma, nel 1549.
Durante il regno della regina Maria Tudor (1553-1558) ci fu il tentativo di portare nuovamente il cattolicesimo, anche con metodi repressivi.
Sotto il regno della regina Elisabetta I (1558-1603) si tornò all'anglicanesimo ma qui nacque la fazione dei puritani, una Chiesa calvinista che non volle nessun compromesso con il cattolicesimo.
Questo determinò il XVII secolo.
Ci furono migrazioni di puritani, prima.
Basti ricordare il Mayflower (6 settembre 1620) che portò i puritani nelle coste dell'attuale Massachusetts.
Successivamente, durante la dittatura di Oliver Cromwell (1649-1658), emigrarono gli anglicani realisti ed i cattolici.
Tutto questo portò alla nascita di questo impero coloniale.
Per l'Inghilterra, il colonialismo significava aprire il suo mercato.
Gli Inglesi commerciavano prodotti non di lusso e questo li favorì.
Ora, il colonialismo inglese non fu un fatto caratterizzato solo da cose negative.
Per esempio, l'India.
La sua colonizzazione da parte degli inglesi iniziò nel 1757.
Ora, l'India era (ed è) un Paese complesso.
C'erano (e ci sono) tante lingue ed etnie.
Se oggi l'India è un Paese unito è per merito dell'inglese.
Inoltre, gli Inglesi costruirono le ferrovie.
Il fenomeno del colonialismo va analizzato senza pregiudizi e con criterio.
Cordiali saluti.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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