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mercoledì 1 agosto 2012

Da il quotidiano "Libero", Sicilia, Lombardo si è dimesso. Ma prima nomina un assessore

Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo del quotidiano "Libero" che è intitolato "Sicilia, Lombardo si è dimesso. Ma prima nomina un assessore":

"Lascia. Come annunciato, Raffele Lombardo si è dimesso dalla presidenza della Regione Siciliana. L'ormai ex governatore ha riunito la giunta a Palazzo d'Orleans, e come ultimi atti del suo "regno" ha snocciolato un paio di nomine e fatto saltare parte del piano dei tagli alla Regione (ve ne diamo conto nel resto dell'articolo). Gli "incoronati" da Lombardo sono ben due. Il primo è Nicola Vernuccio, nuovo assessore regionale alle Autonomia Regionale; il secondo, nominato giusto una manciata di minuti prima del passo indietro, è Claudio Torrisi, che ricoprirà la carica di assessore all'Energia e Rifiuti. E il governatore Lombardo scherza pure: "Stasera per festeggiare offrirò la prima cena in quattro anni ai miei assessori. E ci saranno anche i due nuovi...", ha detto incontrando la stampa.

"Contro di me un attacco mediatico-giudiziario" - "Lascio tutte le cariche politiche senza rimpianti. Abbiamo fatto tanto, molte riforme. Lascio all’apice, perché la presidenza della Regione siciliana è l'apice di una carriera. Lascio con serenità. E vi auguro a tutti voi di poter eocntinuare a serviree almeglio la Sicilia". Così Lombardo, che ha aggiunto di aver fatto "il mio dovere fino in fondo" e che le dimissioni sono "una scelta lucida e ragionata". L'ex governatore dell'isola a rischio bancaratta - che ha querelato Libero chiedendo 1 miliardo di euro perché abbiamo denunciato gli sprechi siciliani - ha replicato ancora alle accuse di malgoverno: "C'è stata una tattica politico-mediatica disonesta e criminale che ha infangato la Regione a livello internazionale", ha tuonato nel corso del suo intervento all'Ars facendo riferimento al rischio-default che corre la Sicilia. Quindi ha proseguito nella sua auto difesa: "Mai come in questi trascorsi quattro anni sono stati intaccati gli interessi illeciti e criminali di questa regione. Rivendico questo del mio governo". E ancora: "Al presidente della Regione non è stato consentito di essere interrogato. Ho parlato in aula, con la stampa. Per ben tre volte la procura ha chiesto l'archiviazione, un processo è stato interrotto alla vigilia della sua conclusione e non è stato richiesto un rinvio a giudizio. Questi sono dati". Infine l'appello: "Il prossimo 28 e 29 ottobre si elegga un presidente della regione liebro e senza vincoli".

Niente taglii - Mentre Lombardo si recava all'Ars per formalizzare le sue dimissioni, in parallelo, in aula montava la protesta di diversi parlamentari, contrari alla decisione della conferenza di capigruppo che ha stabilito di votare un assestamento di bilancio tecnico per coprire il disavanzo di 2,38 milioni di euro, stralciando le norme di spesa che riguardavano i contratti di 6mila precari Asu, il trasporto pubblico locale, i collegamenti marittimi e i dissalatori. Una doppia beffa: Lombardo lascia, ma fa saltare parte del piano dei tagli e fa nuove nomine. Il deputato Vincenzo Vinciullo (Pdl) ha chiesto alla Presidenza dell'Ars di riconvocare la capigruppo per rivedere la decisione, rinviando le comunicazioni di Lombardo sulle dimissioni. Contro lo stop alle norme di spesa (circa 43 milioni) si sono espressi Pino Apprendi (Pd), Marco Falcone (Pdl), Toni Scilla (Gs), Carmelo Incardona (Gs), Marianna Caronia (Pid), Toto Cordaro (Pid).

La giustificazione - Antonello Cracolici, capogruppo del Pd, ha giustificato la scelta della capigruppo con l'urgenza di approvare l'assestamento secco per coprire il disavanzo emerso col rendiconto 2011, in modo da poter sbloccare il mutuo autoriozzato dal bilancio di previsione. "Bisogna ricordare che la lesgilatura finisce oggi - ha sottolineato Cracolici - ma realisticamente il prossimo governo e il prossimo parlamento, a novembre, saranno nelle condizioni di intervenire: sono stati messi da parte 13 milioni a questo proposito, abbiamo agito con responsabilità". Da par suo, il presidente dell'Ars, Francesco Cascio, ha invitato i parlamentari "ad abbassare i toni. Tutti siamo bravi a dire che vogliamo risolvere i problemi, ma dobbiamo fare i conti con la realtà e non è giusto scaricare su qualcuno la scelta di non avere voluto adottare provvedimenti a favore di questa o quella categoria".".



Questo articolo fa il paio con un altro scritto sullo stesso quotidiano ed intitolato "Sicilia, paga da 14mila €, telefono e auto gratis: ma perché?":


"Ora, l’articolo su sprechi e assurdità siciliane nella gestione della cosa pubblica non si può considerare una novità. E però relegare l’argomento a questione cui abituarsi sarebbe criminale. Perché, nel frattempo, la situazione continua a peggiorare. Basta dare un occhio alla relazione della Corte dei Conti sul rendiconto generale della Regione Siciliana per l’esercizio finanziario 2011. Le considerazione generali introduttive rimarcano «una situazione di notevole, preoccupante deterioramento: tutti o quasi i saldi fondamentali di bilancio presentano valori negativi», più avanti sottolineando la «difficile sostenibilità dei conti pubblici regionali». Sui quali grava un debito di 5 miliardi e 305 milioni, più altri 344 milioni rimborsati dallo Stato. Nonostante ciò, nel 2011 «il personale di ruolo della Regione si è incrementato di quasi un terzo, passando da 13.205 a ben 17.218 unità (+30,39%)», con una procedura che «non manca di destare perplessità». In due parole: un disastro.

Allora uno va a vedere come se la passa la classe politico-amministrativa che questa situazione ha determinato - o quantomeno non ha sanato. Ed ecco, saremo anche demagogici e populisti o quant’altro, ma qui monta l’irritazione. E se il termine “casta” è forse venuto un po’ a noia, confessiamo di non riuscire a trovarne un altro per descrivere la condizione dei componenti dell’Assemblea Regionale Siciliana. I quali, secondo quanto disposto da Tremonti nella manovra bis dello scorso anno, sarebbero dovuti scendere di numero: da 90 a 70. Ma le annunciate dimissioni del governatore Raffaele Lombardo, se davvero arriveranno a breve, bloccheranno il procedimento legislativo. E quindi niente: 90 erano e 90 rimarranno.

Inevitabile poi cercare di capire quanto guadagnano, i deputati del Parlamento siciliano. E insomma, la busta paga è pesante, altroché. Vediamo: solo l’indennità-base ammonta a 5.101,68 euro netti - qualche termine di paragone: quella dei consiglieri regionali laziali è di 3.708, quella dei lombardi arriva a 3.341, per i piemontesi addirittura 2.858. Tornando in Sicilia, all’indennità vanno aggiunti i 3.500 euro di diaria (trattenuta di 224,90 euro per ogni assenza ingiustificata). Poi altri 4.180 euro alla voce «spese sostenute per l’esercizio del mandato» - e qui si tratta di collaboratori o portaborse, che chissà quante volte vengono poi retribuiti poco e in nero, ma tant’è. Non è finita: altri 841 euro al mese (sarebbero 10.095,84 all’anno) come rimborso forfettario per le «spese di trasporto». E 345 euro mensili (4.150 all’anno) per rifondere le «spese telefoniche». E poi c’è anche il rimborso delle spese sostenute per arrivare in ufficio: 13.293 euro all’anno (1.107 al mese) se l’onorevole siciliano deve percorrere fino a 100 chilometri per raggiungere la sede palermitana dell’assemblea, che diventano 15.979 all’anno (1.331 al mese) se i chilometri sono più di 100. E se invece abita proprio a Palermo? Niente paura: s’intasca comunque 6.646 euro all’anno, 554 al mese.

Totale: considerando i criteri più bassi s’arriva a 14.521 euro netti al mese. Stipendio a cui, per i presidenti di Commissione, vanno aggiunti 2.984,55 euro lordi. E insomma, non si vuol qui raccontare la facezia che far politica equivale sempre e comunque a ingrassarsi a spese del cittadino, ma dài, così diventa intollerabile.

(Dimenticavamo il presidente di giunta. Lombardo, considerate le indennità da governatore e da componente dell’assemblea, guadagna 15.683 euro mensili, primato italiano. Dietro di lui si piazza la laziale Renata Polverini, che arriva a 11.958. In Lombardia Formigoni si ferma a 9.539 euro al mese, Zaia in Veneto a 8.934. Lo stesso Lombardo commenta però che «se dobbiamo rapportare il mio stipendio al lavoro che faccio, dovrebbero triplicarlo»).

Ma questa sorta di salasso istituzionale non riguarda solo la Regione. Per dire: in tutta Italia, in occasione delle ultime Amministrative, è scattata la riduzione di Consigli e giunte. E dunque, nei Comuni che contano fra 3mila e 5mila residenti i consiglieri saranno al massimo 7: in Sicilia, invece, è ancora possibile arrivare a 15. E se sul Continente i municipi che superano i 10mila abitanti dovranno ridurre le assemblee consiliari del 20 per cento, in Sicilia no. Discorso da collegare ai mancati tagli ai gettoni di consiglieri comunali e sindaci, con i consiglieri di Palermo che sono i più pagati d’Italia: gettone di presenza a 156 euro lordi e indennità che può superare i 3mila euro mensili - circa 700 in più dei “colleghi” milanesi, mentre a Roma il gettone è di 70 euro per uno stipendio massimo di 1.500 euro. Ovviamente anche i sindaci rientrano nello schema: quello di Palermo guadagna (lordi) 10.100 euro al mese, 1.000 in più di quello di Milano.

Ultima domanda: ma perché?
".

Ora, vorrei fare una breve riflessione.
In primo luogo, vorrei dire che il governatore dimissionario Raffaele Lombardo non è la sola causa dei problemi della Sicilia.
Tutti incolpano solo lui ma la realtà è ben diversa.
Infatti, una parte della colpa è dell'Italia.
Il nostro Paese ha creato un sistema assurdo in cui vi è un nord che produce ricchezza ed un sud che purtroppo vive nell'assistenzialismo.
Ciò ha creato un circolo vizioso in cui le Regioni del sud (Sicilia compresa) non sono più in grado di produrre ricchezza. nonostante abbiano le potenzialità per farlo.
I ceti politici locali, ovviamente, hanno favorito ciò.
Per decenni, al sud e in Sicilia non sono state fatte le infrastrutture né è stata favorita una politica industriale adeguata.
Se ci fosse stato il federalismo, questo sfacelo non ci sarebbe stato.
Inoltre, vi è anche un problema di natura europea.
La Sicilia è penalizzata anche dalle politiche dell'Unione Europea.
Pensiamo, ad esempio, alle norme sulla pesca o al fatto che le politiche europee stiano favorendo il commercio delle arance in Marocco, in Tunisia o in Spagna, a scapito della Sicilia.
L'Italia avrebbe potuto fare qualcosa per evitare ciò.
Lombardo, di sicuro, ha sbagliato.
Egli ha peggiorato la situazione.
Era stato eletto con il centrodestra e poi è passato ad una coalizione ibrida che teneva insieme il suo Movimento per l'Autonomia, l'Unione di Centro, Alleanza per l'Italia, Futuro e Libertà per l'Italia ed il Partito Democratico.
Questo fu un fattore di instabilità politica.
Inoltre, egli ha fatto nomine e sprechi a destra e a manca e non ha risolto i problemi.
Basti pensare all'Autostrada A20 Messina-Palermo, con le gallerie che cadono a pezzi.
A ciò si è unito anche il carattere assistenzialista della sua politica.
Per questo, egli ha dovuto dare le dimissioni.
Cordiali saluti.




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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.