Altare (Savona), chiesa parrocchiale di Sant'Eugenio |
Vi voglio parlare di un mistero che riguarda un villaggio dell'Italia, Altare, un villaggio che si trova in Provincia di Savona.
In questo paese c'è qualcosa di strano.
Entrate nell'oratorio di San Rocco, il Santo Patrono del paese.
Guardate la statua che lo ritrae, nella foto qui sotto.
Ora, guardate quest'altra foto che mostra un'altra statua di San Rocco.
Questa statua di San Rocco è quella di Galati Mamertino, in Provincia di Messina.
Non notate nessuna differenza?
La statua di San Rocco che si trova a Galati Mamertino (precisamente, nella chiesa della Madonna del Rosario) ritrae il santo con la gamba sinistra ferita, com'è da tradizione.
Quella di Altare, invece, lo raffigura con la gamba destra ferita e questo è desueto.
Ora, della cosa si è interessata anche la trasmissione di Roberto Giacobbo "Voyager" (di cui qui sopra ho messo un video) che l'ha accostata al famoso borgo francese di Rennes Le Chateau.
Vi invito a leggere questo articolo che ho preso dal sito "Apocalisse laica", che è stato scritto da Giorgio Baietti e che è intitolato "I misteri di Altare, la Rennes le Chateau italiana":
"Non è davvero facile imbattersi in un luogo che, già dal nome, offre tutto un programma su quello che nasconde. E’ il caso di Altare, paese dell’entroterra ligure in provincia di Savona; duemila abitanti (una metropoli in confronto a Rennes-le-Château…), luogo piuttosto conosciuto per le sue vetrerie e una produzione specifica di bicchieri e bottiglie che sono presenti sulle tavole di buona parte delle famiglie italiane. Vista la peculiarità, qui è sorto il Museo del Vetro che, in dodici sale, espone il meglio della produzione vetraria dal 1750 alla metà del Novecento. E la grande struttura è ospitata in un edificio particolare che si chiama Villa Rosa, non per il colore dei muri o degli infissi e nemmeno per un particolare tipo di sfumatura del vetro; no, è il nome di una donna ma non pensate a un’ amante o a una favorita. E’ quello di una sorella, perché chi ha fatto costruire questa grandiosa villa poteva avere solo questo tipo di rapporti con le donne. Eh sì, anche in questo caso parliamo di un parroco (è una costante nelle mie ricerche), Giuseppe Giovanni Bertolotti, nato a Cairo Montenotte (Savona) il 4 febbraio 1842, figlio di un maniscalco e di una sarta, quindi, all’interno di una famiglia modesta e con molti figli,
infatti, il primogenito Giuseppe avrà cinque sorelle (Enrichetta, Rosalia, Cesarina, Antonia, Giuseppa) e due fratelli (Giovanni Battista e Alberto).
Avrà, si vedrà dopo, un particolare attaccamento nei confronti di Rosalia, Enrichetta e Cesarina che omaggerà di doni veramente sontuosi. Dopo gli studi ginnasiali e il seminario ad Acqui Terme (Alessandria), il 22 settembre 1866 è nominato sacerdote e tre anni dopo, il 3 ottobre 1869, gli verrà offerta la parrocchia di Altare che non lascerà più. Bertolotti è un parroco che non passa inosservato; a parte l’aspetto fisico, fiero e imponente (e in questo ricorda molto Bérenger Saunière), lega il proprio nome a una nutrita serie di pubblicazioni religiose e alla fondazione di un giornale, il bimestrale L’Avvisatore Ecclesiastico, una specie di Gazzetta Ufficiale a uso dei sacerdoti dove è possibile consultare la normativa e gli atti della Santa Sede e le leggi promulgate dal Regno d’Italia, oltre a pareri del Consiglio di Stato, sentenze della Corte di Cassazione e delle Corti d’Appello se hanno una qualche rilevanza di tipo religioso. Insomma, una bella mole di lavoro che egli conduce con piglio manageriale e che darà presto i suoi frutti, infatti, ben presto il bollettino raggiunge la cifra di 32.900 abbonati in tutta Italia, un vero successo editoriale, soprattutto, se rapportato all’epoca (anche oggi, comunque).
Villa Agar, la facciata
Solo coincidenze?
E’ a partire dal 1885 che questo semplice parroco di campagna comincia a disporre di somme di denaro piuttosto cospicue che gli permettono di iniziare una serie di interventi presso la chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Eugenio. In realtà, però, il paese sente molto più vicino un altro santo, il patrono dei vetrai, che è di casa anche a Rennes-le-Château: Rocco. E, anche qui, la famosa ferita è sulla gamba destra e, anche qui, la Via Crucis è posta al contrario. A San Rocco è dedicata un’antica piccola chiesa posta all’inizio del paese che era particolarmente cara al sacerdote.
Il Natale del 1886 Bertolotti riceve un regalo del tutto inaspettato e di grandissimo valore: re Umberto I, motu proprio, gli conferisce la croce di Commendatore dell’Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro, un titolo ambitissimo e che era concesso, come si dice, col contagocce. Ancora più raro sarà l’attestato che riceverà nove anni dopo, nel 1895, sempre per volontà diretta del sovrano: Grand’Ufficiale del medesimo ordine e Bertolotti avrà il privilegio di essere l’unico sacerdote al mondo a poter vantare tale attributo.
E tutto questo, ricordo, al semplice parroco di un villaggio della sperduta provincia italiana. Come si è detto prima, Bertolotti era molto attaccato a tre delle sue sorelle e, a partire dal 1901 decide che è giunto il momento di fare loro un importante e significativo regalo: una casa. E che case; dei palazzi sontuosi con decine e decine di stanze, come Villa Agar, destinata a Enrichetta che, a partire dal 1951 diviene un ospedale e attualmente è una casa di riposo con molti ospiti. Tra il 1905 e il 1906 fa costruire dallo stesso architetto uno splendido edificio in puro stile Liberty, Villa Rosa, destinata alla sorella Rosalia.
Nel 1992 la struttura è stata destinata a ospitare la sede del Museo dell’arte vetraria, assumendo le caratteristiche di un importante polo culturale. Per Cesarina non fa edificare nulla, ma preferisce far restaurare un intero palazzo sito di fronte alla chiesa (oggi è piazza Bertolotti) in modo veramente originale e artistico con un grande bassorilievo sulla facciata che dà all’intera struttura un aspetto maestoso. A ogni modo, non dimentica del tutto i fratelli e per loro costruisce un osservatorio meteorologico e sismico che avrà poi sede in uno dei due palazzi che il parroco possiede in paese. Questa non sembrava tanto una donazione, quanto un giocattolo con il quale intrattenersi.
Semplice parroco o...
Sul fronte delle spese si segnalano tutta una serie di elargizioni milionarie a enti civili e strutture religiose e la costruzione di due asili infantili, uno ad Altare e l’altro nella vicina cittadina di Cairo Montenotte che sono dotati di una ricca rendita in denaro e in case prestigiose a Savona per proseguire il loro servizio autonomamente. Addirittura, regala un intero palazzo nel cuore della città ligure, affinché sia possibile sopperire alle spese relative alla normale amministrazione dei due asili. E’ un tipo di donazione che, davvero, ben pochi possono permettersi, giusto un principe. E proprio come un principe rinascimentale, Bertolotti trascorre i mesi estivi all’interno di una specie di fattoria con ettari e ettari di terreno e pascoli per cavalli, dove lui e solo lui può dettare legge, attorniato da un esercito di fattori e governanti che lo assistono nel migliore dei modi possibili. Ho avuto la fortuna di conoscere la nipote del collaboratore di fiducia del parroco, una simpatica signora che mi ha mostrato documenti e foto del nonno e raccontato degli aspetti che non conoscevo della vita di Bertolotti. Ad esempio, come Bérenger Saunière, anche lui amava la buona cucina e, soprattutto, amava membri dell’alta società e della cultura. Proprio per questo, mandava quotidianamente una carrozza al porto di Savona per acquistare direttamente dai bastimenti in arrivo le migliori specialità provenienti da tutto il mondo. E questo parroco, ricordo, era il figlio di una sarta e di un maniscalco! Bastano già queste poche informazioni per far comprendere che il paragone con il “Parroco dei miliardi” francese non regge minimamente. Mai, neppure nei momenti più fortunati, Bérenger Saunière ha potuto permettersi un simile tenore di vita, neppure lontanamente, così come per i pubblici riconoscimenti. Ho già scritto delle onorificenze di re Umberto I (restando in campo laico, si segnala la Grande Medaglia d’Oro di benemerito dell’istruzione pubblica che il ministro Nasi in persona gli consegna), ma ancora più eclatanti sono gli attestati di stima che Giuseppe Bertolotti riceve, addirittura, da due pontefici. Papa Leone XIII lo nomina Cappellano d’onore e, in seguito, Protonotario Apostolico, mentre il successore, Pio X, gli concede il titolo di Abate Mitrato e poi, il 12 maggio 1907, quello di Vescovo Vicario della basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, ossia, lo nomina “Vice Papa”!
E Bertolotti che fa? Rifiuta la carica prestigiosissima, ringraziando Sua santità per tale fiducia, ma non può proprio abbandonare il suo gregge per far fortuna nel centro mondiale della cristianità. Se Parigi val bene una messa, Roma non vale Altare! In questa ferrea volontà a non lasciare il proprio paese, ho rivisto Bérenger Saunière che, per motivi opposti, si rifiuta di lasciare Rennes- le-Château quando il proprio vescovo lo destina ad altra sede quale punizione. Questo attaccamento è piuttosto sospetto e fa balenare l’ipotesi che è proprio dal territorio, da qualcosa che è nascosto lì, che i due sacerdoti trovano tanta linfa vitale. Entrambi non potevano assolutamente lasciare il villaggio che aveva trasformato la loro esistenza, perché, probabilmente, se lo avessero fatto avrebbero perduto ogni aspetto della loro specialissima esistenza. Un altro punto di contatto tra i due è rappresentato dal fatto che, sia i predecessori, sia i successori alla guida delle due parrocchie non abbiano lasciato il benché minimo segno del loro passaggio; semplici sacerdoti, semplici uomini. La ricchezza e la stravaganza, Saunière e Bertolotti se le sono portate nella tomba, dove giace anche l’origine della loro straordinaria ricchezza.
Quesiti senza risposta
Giuseppe Bertolotti muore alla 5 di mattina di lunedì 2 marzo 1931 all’età di 89 anni. Le sue esequie, ovviamente, sono grandiose con tanto di carro funebre trainato da quattro cavalli bianchi. La folla che segue il feretro è immensa e tra i tanti amici e conoscenti del parroco c’è un altro parroco, piccolo e dall’aria umile e dimessa: Luigi Orione, il futuro santo e fondatore dell’ordine degli Orionini. Anche a lui, Giuseppe Bertolotti, aveva fatto del bene e donato somme cospicue di denaro. Il denaro, già, ma dove trovava simili somme questo semplice e complicatissimo parroco?
La domanda è una e le risposte sono molte e tra queste ce n’è una che ci riporta con la mente e col corpo in Francia, perché è proprio da lì che, ogni mese, giungeva ad Altare un assegno con molti zeri. Chi lo mandava e il perché sono motivo di ulteriori congetture e future ricerche; quello che ci interessa in questa sede è lo strano collegamento che, ancora una volta, lega strettamente due misteri e due uomini di chiesa, lontanissimi eppure contigui e intersecanti. E che dire di una grande statua della Vergine proveniente da Savona che orna la chiesa di Notre Dame du Cros a Caunes Minervois a 20 chilometri da Carcassonne, legata a filo doppio con i misteri di Rennes-le-Château e presente nello strano libretto “Il Serpente Rosso” e in cui, come se non bastasse, operò Henri Boudet, amico e sodale di Bérenger Saunière? La città ligure non è particolarmente nota per culti mariani; ha sì un santuario ma è piuttosto strano questo collegamento con una sperduta e sconosciuta chiesetta completamente immersa nei boschi del sud della Francia.
E se quel “Savona” si dovesse leggere come “Altare”? Del resto, vista l’esiguità del paese di Bertolotti, chi ha pensato a questa sorta di “gemellaggio” potrebbe aver preferito indicare semplicemente il capoluogo. Come disse qualcuno, il mistero continua… •
I riconoscimenti ufficiali di Bertolotti
– Commendatore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro;
– Grand’Ufficiale del medesimo Ordine=auriziano;
– Cappellano d’Onore di papa Leone XIII;
– Protonotario apostolico e Abate Mitrato, titoli concessi da Leone XIII e Pio X;
– Canonico onorario della Cattedrale di Acqui Terme;
– Grande Medaglia d’Oro di benemerito dell’istruzione pubblica, concessa dal ministro Nasi;
–Vescovo vicario della basilica di san Giovanni in Laterano a Roma.
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I segreti del vetro
Altare e il vetro, sintomatico binomio. Proprio sul vetro ho concentrato la mia attenzione e ne ho trattato nel mio ultimo libro, I guardiani del tempo, alla luce, è il caso di dirlo, di una straordinaria scoperta che lega la nascita delle vetrerie in paese a un contatto avvenuto tra i Benedettini e i Templari che, intorno alla metà del Duecento, hanno deciso di far costruire presso un’antica abbazia, dei laboratori per il vetro, perché lì, solo lì, c’erano le condizioni adatte. Per dar inizio ai lavori, i Templari fanno venire appositamente dei maestri vetrai… dalla Normandia e dalla Bretagna. La “Douce France” ha colpito ancora.
Dimenticavo… nella metà dell’Ottocento, un notaio di Altare fa decifrare a un parroco uno strano manoscritto che trattava proprio di questo legame tra Benedettini, Templari e maestri vetrai francesi. Il sacerdote dopo averlo letto si è ucciso gettandosi dalla finestra. Il manoscritto, ovviamente, è scomparso.http://www.imisteridihera.it/index.php?option=com_content&task=view&id=49&Itemid=46".
Al di là della storia del bizzarro don Bertolotti, io vorrei tornare a parlare della statua di San Rocco.
San Rocco nacque a Montpellier, in Provenza, tra il 1346 ed il 1350 e morì a Voghera (Pavia) tra il 1376 ed il 1379.
Ora, Montpellier non è lontano da Altare.
San Rocco potrebbe essere stato lì.
Mi sorge un dubbio.
Io credo che gli abitanti della zona possano avere avuto altre informazioni sul santo in questione e che, quindi, essi l'abbiano semplicemente ritratto secondo queste informazioni.
A volte, la realtà può essere ben diversa da certi miti.Cordili aluti.
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