L'amico Filippo Giorgianni ha messo su Facebook questo testo scritto da Marco Cacciotto:
«Una buona campagna elettorale si fonda su alcuni pilastri fondamentali: un’offerta solida di contenuti e valori, una coalizione affidabile e coesa, una leadership riconosciuta e una grande capacità operativa. Tutti questi elementi devono far parte di un piano strategico che ha lo scopo di “immaginare uno scenario realistico in cui il proprio candidato possa prevalere il giorno del voto e individuare i passi necessari per realizzare tale ipotesi”. Il marketing politico implica numerose attività, ma non può prescindere dalla strategia che riguarda il modo in cui candidati, partiti e governi riflettono e predispongono piani per raggiungere gli obiettivi. Un approccio strategico deve includere numerosi fattori che comprendono il contesto socioeconomico, culturale e politico, il sistema dei media, le risorse tangibili e intangibili. Nell’impostazione di una campagna è utile fare un’accurata analisi del contesto competitivo attraverso quattro ambiti di ricerca:
- candidate research (l’analisi del candidato, ma anche dell’avversario o degli avversari principali);
- voter research (l’analisi degli elettori);
- issue research (l’analisi delle tematiche che possono risultare decisive nelle scelte di voto);
- media research (l’analisi dei media sia come strumenti sia come attori in campo nelle dinamiche di comunicazione e formazione dell’opinione pubblica).
L’attività di analisi e predisposizione delle fasi della campagna è, purtroppo, uno degli aspetti più sottovalutati dai committenti politici e questo avviene a tutti i livelli. Eppure un’attenta analisi del sistema competitivo permette di ottimizzare l’impiego delle risorse e di costruire una campagna efficace.»
Questo testo mi è piaciuto, come mi piace l'attività di Filippo Giorgianni.
Egli ha solo venticinque anni ma ha una capacità di analizzare le cose che può fare invidia a certi politici di professione che hanno il doppio della sua età, se non di più.
Se dovessi andare in Sicilia, spero di avere un faccia a faccia con lui.
Ora, commento il testo.
Condivido in pieno l'analisi di Marco Cacciotto ma la voglio commentare anche in base alla mia esperienza personale.
Di campagne elettorali ne ho fatte.
Prendiamo, ad esempio, quella delle elezioni comunali che si tennero qui a Roncoferraro (Mantova) nel 2009.
All'epoca sostenni la lista di centrodestra "Libertà di cambiare, diritto di crescere-Poltronieri sindaco" , la lista capeggiata da Filippo Poltronieri.
Di questa lista feci un'analisi su "Italia chiama Italia". Essa può essere letta tuttora ed è intitolata "PdL sul territorio? C'è ancora molto da lavorare" e recita:
Come ho già detto, la Lega Nord vince perché sa parlare alla gente e, soprattutto, cerca di capirne le istanze e i problemi. Questo principio è usato anche nel Popolo delle Libertà ma a livello nazionale.I
Infatti, il presidente Berlusconi entra in empatia con le persone, sta in mezzo a loro e ne ascolta le istanze. L'ha dimostrato anche nella triste vicenda del terremoto in Abruzzo.Possiamo dire che il presidente Berlusconi faccia esattamente quello che fa la Lega Nord. Come ho già detto, la gente vuole sentire vicino il politico e quindi il presidente Berlusconi si sta comportando nel modo giusto. Purtroppo, devo dire che nel PdL qualcuno ha da imparare da lui.
Se a livello nazionale il PdL funziona, vince ed opera, diverso è il discorso a livello locale, dove spesso mancano degli esponenti "alla Berlusconi". Vi sono situazioni in cui l'esponente locale del PdL va nei "salotti buoni" o a fare cene ed happy hours ma risulta carente nel contatto con le persone. Questo disattende anche un principio fondante del Popolo della Libertà che è nato come "partito partecipato" e che, per essere tale, deve avere un'interazione con la gente comune che vota. Quindi è controproducente per lo stesso partito che alcuni esponenti locali abbiano una certa distanza dalle persone perché una buona politica si fa parlando con queste ultime, di tutte le categorie, dal pensionato all'imprenditore.
A questo problema si uniscono certe questioni interne e carenze organizzative in alcuni livelli locali del partito. Questo determina situazioni in cui il centrodestra vince nettamente le elezioni europee piuttosto che quelle nazionali o regionali ma perde clamorosamente quelle comunali. Ciò è indice di qualcosa che non va ed è proprio la "fotografia" di quanto accadde qui a Roncoferraro in cui a livello locale il centrodestra vinse nettamente le elezioni europee ma perse in modo disastroso quelle comunali.
Io ho lavorato nella lista di centrodestra per le elezioni comunali e posso dire molte cose, che tra l'altro avevo già detto in un precedente articolo.Ad esempio, posso dire che noi avevamo cominciato i lavori per fare la lista nell'aprile del 2008 (poco dopo le elezioni nazionali) ed abbiamo perso un anno in dispute tra gli esponenti del Popolo della Libertà e quelli della Lega Nord e, in particolare, tra gli stessi esponenti del PdL.
Io continuavo a dire di mettersi a lavorare seriamente e di smetterla di farsi la guerra (nel PdL) e di non attaccare la Lega Nord. Continuavo anche a dire che gli avversari non erano la Lega, alcune correnti del PdL o la lista civica dell'ormai ex consigliere comunale Franco Alessi "Costruire il futuro" ma il centrosinistra ed il sindaco Candido Roveda. Le riunioni (che finivano con un "nulla di fatto") erano spesso "condite" con bestemmie e turpiloquio.
Un gruppo così fragile ha prodotto una lista altrettanto fragile che si è ridotta a fare la campagna elettorale negli ultimi due mesi, spesso con delle lacune organizzative, come la carenza di volantini ai banchetti e non solo.
Io facevo il volantinaggio porta a porta e mi trovavo con pochi volantini.Il PdL roncoferrarese non aveva avuto un sufficiente apporto dal coordinamento provinciale e a tempo stesso continuava a commettere i succitati errori. Da tutto questo non poteva venire fuori altro se non un risultato negativo.Bisogna cambiare metodo, facendo politica sul territorio, simile a quella della Lega Nord che è riuscita a crearsi una folta classe dirigente nei livelli locali.
Il Veneto ne è un esempio così come larghe zone del Piemonte e della Lombardia. Inoltre, la Lega si sta facendo strada in Emilia-Romagna, una regione "rossa".Il PdL potrà radicarsi bene ed essere competitivo in tutti i livelli, dai piccoli Comuni al Parlamento europeo, solo recuperando il rapporto con il territorio."
Questa analisi mi costò un attacco personale che si concretò con un altro articolo su "Italia chiama Italia" che fu un intitolato "Il PdL di Roncoferraro: Smentiamo con forza il signor Fucilone" e che recita:
"In riferimento ad alcune considerazioni espresse dal sig. Antonio Gabriele Fucilone in merito alla compagine politica di centro-destra di Roncoferraro, riteniamo necessario intervenire smentendo alcune affermazioni sostenute dallo stesso". Inizia così la nota che la Lista Libertà di cambiare - Diritto di crescere ha inviato alla redazione di Italia chiama Italia.
La citata lista risponde all'articoli di Antonio Gabriele Fucilone, pubblicato il 23 giugno 2009 su questo giornale: PdL sul territorio? C'è ancora molto da lavorare! - di Antonio Gabriele Fucilone
"Precisiamo - si legge nella nota - di averlo incontrato per richiedere chiarimenti e per avvisarlo dell’infondatezza e scorrettezza (intesa in senso difforme dalla verità) di quanto sostenuto e pubblicato, riteniamo infatti che, nonostante i citati incontri (anche del capogruppo Filippo Poltronieri, del consigliere Francesca Vanzini e della sig.ra Francesca Gattini) non sia stata ad oggi formulata alcuna ripresa azione di chiarimento o smentita di quanto sostenuto".
"Pur concordando sul fatto che il PDL locale possa aver avuto qualche carenza organizzativa, che tuttavia riteniamo fisiologica, teniamo a precisare come un particolare e motivato impegno abbia permesso la costituzione di una lista riferita a tutte le forze politiche di centro-destra ciò, nonostante il risultato complessivo, è stato premiato dagli elettori quanto a preferenze espresse per i singoli candidati.
Per quanto riguarda l’asserita frequentazione dei “salotti buoni” non sappiamo a cosa si stia riferendo il sig. Fucilone per questo riteniamo che questa affermazione non ci riguardi.
Pensiamo che le cene e gli Happy Hours (da lui partecipati) fossero un mezzo immediato e piacevole per comunicare e farci conoscere dalla cittadinanza; tuttavia ci teniamo a far presente che durante tutta la campagna elettorale sono stati organizzati 2 Happy Hours e nessuna cena pubblica. Crediamo di non aver affatto ecceduto in banchetti e baraonde anche perché la nostra campagna elettorale autofinanziata disponeva di risorse economiche limitate".
"In merito agli incontri iniziati ad aprile 2008 per la composizione di una lista comune di centro-destra ai quali inizialmente partecipavano prevalentemente i coordinatori dei partiti di riferimento (FI, AN (poi PDL), UDC, LEGA ed il capogruppo della lista “Costruire il futuro”) che a parere dello stesso sig. Fucilone furono un’inutile perdita di tempo e che si concludevano con un nulla di fatto, riteniamo doveroso precisare che quegli stessi incontri hanno prodotto, a differenza della precedente turnata elettorale, un’unica lista di centro-destra non certamente così “fragile” come da lui definita poiché nei fatti largamente referenziata (anche a livello provinciale). I volantini stampati erano 10.000 contro le circa 2.800 famiglie".
"Tuttavia - continua la nota della lista “Libertà di cambiare-diritto di crescere” di Roncoferraro, comune del Mantovano - come ogni incontro politico tra diverse correnti non smentiamo che in alcune occasioni ci possano essere stati confronti accesi e pareri discordanti ma ci teniamo a smentire fortemente che fossero “conditi da bestemmie e turpiloquio”. Vogliamo continuare a ritenerci persone rispettose del sentimento religioso, politico e della dignità personale di ogni individuo.(la nostra è stata l’unica lista a prevedere una collaborazione fattiva con le parrocchie). Ci sentiamo offesi da questa affermazione ed è questa la ragione principale che ci ha indotti a smentire fortemente il sig. Fucilone".
"Quanto sopra chiarito, con il rispetto che ci contraddistingue per la libertà di espressione di ognuno (e quindi certamente anche del sig. Fucilone) cogliamo la presente occasione per partecipare all’elettorato che ci ha sostenuto il nostro più sincero sentimento di riconoscenza e con il quale speriamo di poter mantenere un rapporto collaborativi e di reciproca fiducia".".
La citata lista risponde all'articoli di Antonio Gabriele Fucilone, pubblicato il 23 giugno 2009 su questo giornale: PdL sul territorio? C'è ancora molto da lavorare! - di Antonio Gabriele Fucilone
"Precisiamo - si legge nella nota - di averlo incontrato per richiedere chiarimenti e per avvisarlo dell’infondatezza e scorrettezza (intesa in senso difforme dalla verità) di quanto sostenuto e pubblicato, riteniamo infatti che, nonostante i citati incontri (anche del capogruppo Filippo Poltronieri, del consigliere Francesca Vanzini e della sig.ra Francesca Gattini) non sia stata ad oggi formulata alcuna ripresa azione di chiarimento o smentita di quanto sostenuto".
"Pur concordando sul fatto che il PDL locale possa aver avuto qualche carenza organizzativa, che tuttavia riteniamo fisiologica, teniamo a precisare come un particolare e motivato impegno abbia permesso la costituzione di una lista riferita a tutte le forze politiche di centro-destra ciò, nonostante il risultato complessivo, è stato premiato dagli elettori quanto a preferenze espresse per i singoli candidati.
Per quanto riguarda l’asserita frequentazione dei “salotti buoni” non sappiamo a cosa si stia riferendo il sig. Fucilone per questo riteniamo che questa affermazione non ci riguardi.
Pensiamo che le cene e gli Happy Hours (da lui partecipati) fossero un mezzo immediato e piacevole per comunicare e farci conoscere dalla cittadinanza; tuttavia ci teniamo a far presente che durante tutta la campagna elettorale sono stati organizzati 2 Happy Hours e nessuna cena pubblica. Crediamo di non aver affatto ecceduto in banchetti e baraonde anche perché la nostra campagna elettorale autofinanziata disponeva di risorse economiche limitate".
"In merito agli incontri iniziati ad aprile 2008 per la composizione di una lista comune di centro-destra ai quali inizialmente partecipavano prevalentemente i coordinatori dei partiti di riferimento (FI, AN (poi PDL), UDC, LEGA ed il capogruppo della lista “Costruire il futuro”) che a parere dello stesso sig. Fucilone furono un’inutile perdita di tempo e che si concludevano con un nulla di fatto, riteniamo doveroso precisare che quegli stessi incontri hanno prodotto, a differenza della precedente turnata elettorale, un’unica lista di centro-destra non certamente così “fragile” come da lui definita poiché nei fatti largamente referenziata (anche a livello provinciale). I volantini stampati erano 10.000 contro le circa 2.800 famiglie".
"Tuttavia - continua la nota della lista “Libertà di cambiare-diritto di crescere” di Roncoferraro, comune del Mantovano - come ogni incontro politico tra diverse correnti non smentiamo che in alcune occasioni ci possano essere stati confronti accesi e pareri discordanti ma ci teniamo a smentire fortemente che fossero “conditi da bestemmie e turpiloquio”. Vogliamo continuare a ritenerci persone rispettose del sentimento religioso, politico e della dignità personale di ogni individuo.(la nostra è stata l’unica lista a prevedere una collaborazione fattiva con le parrocchie). Ci sentiamo offesi da questa affermazione ed è questa la ragione principale che ci ha indotti a smentire fortemente il sig. Fucilone".
"Quanto sopra chiarito, con il rispetto che ci contraddistingue per la libertà di espressione di ognuno (e quindi certamente anche del sig. Fucilone) cogliamo la presente occasione per partecipare all’elettorato che ci ha sostenuto il nostro più sincero sentimento di riconoscenza e con il quale speriamo di poter mantenere un rapporto collaborativi e di reciproca fiducia".".
La storia, però, chiese il conto agli autori di questo articolo (che tra l'altro non misero la loro firma) ed i fatti diedero ragione a me.
Tra l'altro, il turpiloquio c'era e non scrissi mai che i volantini non furono stampati ma che furono distribuiti male.
Ora, proprio in funzione di codesta esperienza voglio commentare l'ottimo testo portato da Giorgianni.
Per fare una buona campagna elettorale serve, prima di tutto, una buona organizzazione sul territorio.
Per esempio, proprio la storia dei volantini può essere presa da esempio.
I volantini devono essere distribuiti bene.
Se essi non sono distribuiti bene, se ne potrebbero stampare anche un milione ma non porterebbero alcun risultato.
Certo, il numero di volantini deve essere sufficiente perché se ne possano portare con la distribuzione "porta a porta" e sui banchetti nelle piazze.
Riguardo ai banchetti, va detta un'altra cosa.
Ai banchetti devono partecipare anche i candidati.
Non basta che ci siano solo i sostenitori ma ci devono essere anche i candidati.
Il candidato deve mettere la faccia in quello che promette e la gente deve conoscere il candidato.
Inoltre, il candidato (o i candidati) devono parlare con le categorie (come gli agricoltori, gli imprenditori e quant'altro) e stare a contatto con la gente.
Non da ultimo, una buona campagna elettorale si fa anche su internet.
Nel 2009 io cercai di fare le cose con il materiale che avevo.
A livello del Comune, il centrodestra perse, con il 48,1% preso dal candidato sindaco di centrosinistra Candido Roveda contro il 40,1 % preso da Poltronieri.
Però, nel capoluogo comunale, Roncoferraro, il centrodestra prese più voti.
Guarda caso, io avevo operato direttamente a Ronoferraro
Per finire, la compagine politica non deve dare adito a voci di divisioni interne.
Il caso di cui io sto parlando può essere preso da esempio.
Nel gruppo c'era una dialettica molto forte e alle riunioni partecipavano anche persone esterne che potevano essere interessate al nostro progetto.
Qualcuna di loro, sicuramente, avrà detto qualcosa n giro.
Il gruppo deve essere coeso.
Anche questo è indice di una buona campagna elettorale.
Cordiali saluti.
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