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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 26 agosto 2012

Libertà, Ragione, Diritto Naturale, libero arbitrio, bene e giusto (Leone XIII)

Cari amici ed amiche.

Leggete questo testo scritto da Papa Leone XIII (1810-1903) nell'enciclica "Libertas":



"«Ogni cosa è ciò che le conviene secondo la propria natura. Quando dunque è mossa per impulso estraneo, non agisce in modo autonomo, ma per influenza altrui, cioè servilmente. Ora, l’uomo è ragionevole per natura. Quando dunque agisce secondo ragione, agisce di propria iniziativa e secondo la propria natura: questa è libertà. Quando invece commette peccato, agisce contro ragione e allora egli è sospinto quasi da un altro e imprigionato entro limiti altrui; "perciò chiunque commette il peccato è schiavo del peccato"». (Agostino)

 Questa verità era stata individuata chiaramente anche dagli antichi filosofi, e soprattutto da coloro che per principio ritenevano essere libero soltanto il sapiente; definivano sapiente, come è noto, chi avesse appreso a vivere costantemente secondo natura, cioè onestamente e virtuosamente.

 Poiché tale è nell’uomo la condizione della libertà, era necessario proteggerla con idonei e saldi presidi che indirizzassero al bene tutti i suoi impulsi e la ritraessero dal male; altrimenti il libero arbitrio avrebbe recato grave danno all’uomo. Dapprima fu necessaria la legge, vale a dire una norma che regolasse le azioni e le omissioni; legge che in senso proprio non può esistere tra gli animali che agiscono per necessità comunque si comportino: agiscono per impulso di natura e non possono seguire altro modo di agire. Invece, coloro che godono della libertà, hanno facoltà di agire, di non agire, di agire in un modo o altrimenti poiché scelgono ciò che vogliono, facendo precedere quel giudizio razionale a cui già accennammo. In virtù di tale giudizio non solo si stabilisce che cosa sia onesto e che cosa sia turpe, ma anche che cosa in concreto sia il bene da compiere e il male da evitare; la ragione cioè prescrive alla volontà ove dirigere il desiderio e da dove rimuoverlo, in modo che l’uomo possa raggiungere il suo fine ultimo, in vista del quale si deve agire in ogni momento. Ora, questo ordinamento della ragione si chiama legge.


Perciò la causa prima della necessità della legge va ricercata, come in radice, nello stesso libero arbitrio dell’uomo, ossia nel fatto che le nostre volontà non siano in disaccordo con la retta ragione. Nulla si potrebbe dire o pensare di più perverso e assurdo che il considerare l’uomo esente da legge in quanto libero per natura: se così fosse, ne conseguirebbe che per essere libero dovrebbe sottrarsi alla ragione; invece è assai evidente che deve sottostare alla legge proprio perché libero per natura. Dunque la legge è guida all’uomo nell’azione, e con premi e castighi lo induce al ben fare e lo allontana dal peccato. Sovrana su tutto: tale è la legge naturale, scritta e scolpita nell’anima di ogni uomo, poiché essa non è altro che l’umana ragione che ci ordina di agire rettamente e ci vieta di peccare. Invero questa norma della ragione umana non può avere forza di legge se non perché è voce ed interprete di una ragione più alta, a cui devono essere soggette la nostra mente e la nostra libertà. La forza della legge infatti consiste nell’imporre doveri e nel sancire diritti; perciò si fonda tutta sull’autorità, ossia sul potere di stabilire i doveri e di fissare i diritti, nonché di sanzionare tali disposizioni con premi e castighi; è chiaro che tutto ciò non potrebbe esistere nell’uomo, se, legislatore sommo di se stesso, prescrivesse a sé la norma delle proprie azioni.".

Prima di incominciare a commentare, desidero ringraziare la persona che mi ha sottoposto questo testo.
Ringrazio, pertanto, l'amico Andrea Casiere, un ragazzo di ventuno anni.
Fa piacere vedere che ci sono dei giovani che si interessano di certe cose.
Casiere continui così.
Ora, esprimo un mio commento.
Questo testo farebbe incavolare un mio cugino che, influenzato dalla letteratura di Lev Tolstoj, tende ad essere determinista.
Io, invece, sono per il libero arbitrio.
Il determinismo è quell'idea del mondo che nega il libero arbitrio e che ritiene che tutto ciò che concerne l'universo e l'uomo sia determinato.
In pratica, per i deterministi, un uomo diventa criminale perché destinato a diventare criminale oppure un uomo diventa ricco perché è destinato a diventare ricco.
In pratica, per i deterministi, l'uomo è solo una comparsa nella vita e non il suo protagonista.
Questo cozza con il concetto di Dio che creò l'uomo a sua immagine e somiglianza.
Dio creò l'uomo a sua immagine e somiglianza.
Ora, Dio è libero.
Se l'uomo fu creato da Dio a sua immagine e somiglianza, significa che anche l'uomo è libero.
Il determinismo cozza sia con il concetto di Dio e che con quello della creazione dell'uomo.
In pratica, proprio per quanto detto prima, se mancasse una libertà, Dio non libero.
Un Dio non libero non è un Dio onnipotente.
Quindi, il determinismo svilisce Dio e, di conseguenza, l'uomo.
Oltre a svilirlo, il determinismo deresponsabilizza l'uomo.
In pratica, facendo il ragionamento  di un determinista, Adolf Hitler avrebbe ucciso più di 6.000.000 di persone perché destinato a farlo.
In pratica, per il determinista, la colpa della morte di quei 6.000.000 di uomini, donne e bambini non fu di Hitler ma del destino.
Ora, un ragionamento simile è folle.
Hitler scelse di fare il male.
Perciò, egli fu colpevole sotto tutti i punti di vista.
Se Hitler scelse di fare il male, significa che l'uomo è libero.
Ora, arrampicandosi sugli specchi, i deterministi dicono che Dio comandi tutto.
Ciò è vero.
Il ruolo di Dio non viene messo in discussione dal libero arbitrio dell'uomo.
Al contrario, Dio ha reso l'uomo libero ma gli ha messo addosso anche la responsabilità.
Ergo, l'uomo è responsabile verso sé, verso gli altri e verso Dio.
Questa è la vera libertà.
Quando si nega il concetto di responsabilità, non si parla più di libertà o di libero arbitrio ma di libertarismo, un concetto sbagliato di libertà che porta l'uomo al nichilismo, all'edonismo, all'egoismo e all'autodistruzione.
Il libertario è un uomo schiavo dell'irrazionale. 
La libertà vera va di pari passo con la responsabilità che è insita nella ragione.
Cordiali saluti. 
Papa Leone XIII





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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".