Sulla pagina di Facebook "Sionismo: istruzioni per l'uso", ho trovato codesta nota interessante:
"Il fenomeno dell' antisemitismo in Italia, e direi in Europa, continua a essere sottovalutato. La percezione del pericolo sembra essere molto dversa tra i cittadini ebrei e i non ebrei. Questi ultimi stentano a credere gli italiani antisemiti, se ne sentono offesi all'idea. Eppure il Documento sull'indagine conoscitiva sull'antisemitismo in Italia, commissionato dalle Commissioni Riunite I (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio ed intern)i e III (Affari esteri e comunitari) ha parlato chiaro: il 45% degli italiani ha manifestato idee antisemite o intolleranza nei confronti degli ebrei. Qui le otto parti dell'indagine http://sionismoistruzioniperluso.blogspot.fr/2012/04/documento-conclusivo-dellindagine.html . Indagine, da non confondere con uno dei soliti sondaggi ai quali siamo abituati, che si è avvalsa dei migliori esperti del settore.
Eppure ancora non convince, perché? Diamo un'occhiata ai fatti di cronaca:
Lo scorso 15 marzo la polizia ha arrestato a Brescia Mohamed Jarmoune, un giovane marocchino di 20 anni, accusato di essere coinvolto in attività di addestramento all’uso di armi e di esplosivi per finalità di terrorismo. Secondo gli inquirenti il suo obiettivo sarebbe stata la sinagoga di via Guastalla, la più grande del capoluogo lombardo. Pochi giorni dopo da Londra arrivava la notizia che una donna di 40 anni è stata arrestata con l'accusa di avere aiutato Jarmoune nel suo piano criminale. Secondo quanto riferito da Scotland Yard, la donna stava discutendo via facebook dell'utilizzo di armi da fuoco e materiale esplosivo con il giovane arrestato a Brescia. http://mondo.panorama.it/generazione-tel-aviv/Da-Milano-a-Tolosa-l-antisemitismo-in-Europa-L-ANALISI
Scrive Giacomo Kahn: Se nel nostro paese gli episodi di violenza antiebraica (atti di vandalismo a istituzioni ebraiche o profanazioni di cimiteri, di graffiti, di e-mail offensive indirizzate a comunità o a istituzioni) sono stati per fortuna pochi e sporadici (53 nel 2007, 69 nel 2008, 53 nel 2009, e una quarantina fino a novembre del 2010), ciò che appare in sensibile crescita è l’antisemitismo su internet. Nel quadriennio 2007/2010 i siti internet italiani con significativi contenuti antiebraici sono sostanzialmente raddoppiati rispetto ai quattro anni precedenti. Nel solo 2009 – secondo i dati forniti dal ministero degli interni – i siti e i gruppi di discussione che hanno diffuso contenuti di natura razzista, scoperti e monitorati dalla Polizia, sono stati 1.200 (erano stati 800 nel 2008, un incremento del 50%). I siti italiani di ispirazione antiebraica – spiega il documento del CDEC – sono stati suddivisi in quattro categorie: i 'principali', cioè quelli che contengono la documentazione antiebraica più ricca, articolata ovvero virulenta (EffeDiEffe, TerraSantaLibera, Web Nostrum, Italia Sociale, Holy War, Radio Islam, Belluccidagos’ Blog, Paulus Lombardus ANTIZOG Il blog politicamente scorretto dell’avvocato Edoardo Longo); gli ‘antisionisti’ correlati al conflitto mediorientale e connotati da un radicale rifiuto dello stato di Israele e del ‘sionismo’ (Agenzia Stampa InfoPal.it, Forum Palestina, Arcipelago, Aginform Foglio di Corrispondenza comunista, ARABcomint, Associazione di Amicizia Italo-Palestinese Onlus, BoccheScucite, Claudio Moffa, The Writing of Israel Shamir); i ‘cospirativisti’ che leggono i principali fatti storici e di cronaca attraverso le lenti di un fantomatico grande complotto ispirato da tentacolari ‘lobbies’ (Disinformazione – Oltre la Verità ufficiale, Messaggi subliminali/Centro Culturale San Giorgio, ComeDonChisciotte, Nuovo Ordine Mondiale); ed infine i ‘negazionisti’ (Andrea Carancini, Auschwitz Indagini sulla truffa olocaustica, Civium Libertas, La destra.info, OLODOGMA, Studi di Carlo Mattogno, 21 e 33 Libertà di espressione, di insegnamento e di ricerca, AAARGH, CODOH). L’attivismo dei principali siti antiebraici italiani – che va dall’aggiornamento quotidiano delle pages, all’aggiunta di documentazione multimediale – si è ultimamente caratterizzato dall’organizzazione di convegni, dalla raccolta di firme per la difesa del web dagli attacchi della 'Israel lobby' e soprattutto dalla creazione di dossier contro presunti nemici, i parlamentari Fiamma Nirenstein e Alessandro Ruben.
C’è poca conoscenza degli ebrei, ma i giudizi espressi sono comunque precisi:
non ci si può mai fidare del tutto degli ebrei (18,9%)
gli ebrei sono più leali verso Israele che verso il loro paese (26,0%)
gli ebrei si sono trasformati da un popolo di vittime in un popolo di aggressori (26,4%)
gli ebrei fanno ai palestinesi quello che i nazisti hanno fatto agli ebrei (21,6%)
sotto sotto gli ebrei sono sempre vissuti alle spalle degli altri (15,1%)
gli ebrei controllano i mezzi di comunicazione in molti paesi del mondo (25,35%)
gli ebrei non sono italiani fino in fondo (23,1%)
gli ebrei muovono la finanza mondiale a loro vantaggio (31,7%)
gli ebrei riescono sempre ad avere un potere politico sproporzionato (27,1%)
nonostante il conflitto gli ebrei sono sensibili alle sofferenze del popolo palestinese (23,3%)
gli ebrei parlano troppo delle loro tragedie e trascurano quelle degli altri (30,3%)
gira e rigira i soldi sono sempre in mano agli ebrei (26,7%)
gli ebrei approfittano dello sterminio nazista per giustificare la politica di Israele (24,5%)
http://ideadiversa.blogspot.fr/2011/01/in-italia-cresce-lantisemitismo.html
Da Mosaico-CEM:
Ruggero Guarini su “Il Tempo” di venerdì 10 agosto 2012, ha pubblicato un articolo dal titolo “Mani Pulite, la verità di Di Pietro”; nell’occhiello si legge “Dopo aver rivalutato Craxi, l’ex pm potrebbe finalmente raccontarla”. E quale sarebbe la verità che Di Pietro dovrebbe raccontarci? Che nel 1992 la caduta del CAF – l’asse Craxi-Andreotti-Forlani – “fu organizzata da un circolo ebraico-americano”. E Di Pietro, secondo Guarini, dovrebbe sapere e dire tutto questo perchè nel 1992 durante il viaggio che fece negli Stati Uniti a spiegare la sua “rivoluzione giudiziaria”, fu accompagnato, di conferenza in conferenza dal prof. Edward Luttwak”, ovvero da colui che, a “sommesso parere” del Guarini, “potrebbe anche essere un distintissimo socio del circolo ebraico-americano dei promotori di Mani Pulite”. “Tonino Di Pietro, a vent’anni dall’attacco a Craxi, – spiega Guarini – ha ammesso che il leader socialista ebbe ragione nel rilevare che l’allora pm evitò di indagare anche sui finanziamenti del Pci. E allora, perché non si decide a dire tutto quello che sa sulle vere origini di Mani Pulite?” Il “teorema”, come lo definisce Guarini, sarebbe che il fine ultimo di Mani Pulite era di far cadere il CAF. In questa “operazione”, Di Pietro e i magistrati di Mani Pulite, ricevettero un aiuto dagli Stati Uniti. Infatti, aggiunge ancora Guarini “in alcune cerchie americane e israelianel’annientamento del CAF, visto che uno degli aspetti più allarmanti della sua politica estera era l’orientamento filoarabo e in particolare la sua tresca col terrorismo palestinese, era giudicato un lieto evento”. La crisi economica, dice Betti Guetta, responsabile del settore antisemitismo della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica, pesa molto in questa “liberazione” delle parole e dei discorsi. Non solo, aggiunge, “pesano molto anche i quasi 70 anni che ci separano dall’epoca nazista, e più in generale l’ignoranza della storia.” ”E i sondaggi che sto conducendo sul grado e i diversi livelli di diffusione del pregiudizio antisemita e razzista fra persone di diversa provenienza geografica, estrazione sociale e culturale, sembrano confermare queste tendenze: ovvero la perdita di qualsiasi tabù, anche linguistico, su temi come la Shoah o la politica di Israele; sia anche, purtroppo, le sue possibili cause”.
http://www.osservatorioantisemitismo.it/
Scheda_del_documento.asp?docid=5111&idmacro=1&n_macro=2&idtipo=60&idfiglio=60&situazione=si
6/01/2012 Torino Ebrei: indagato professore Torino, postava messaggi antisemiti su facebook Torino, 6 gen. (Adnkronos) - E' indagato per l'ipotesi di reato di istigazione all'odio razziale il professore di Torino finito sulle prime pagine dei giornali dopo che su facebook aveva minacciato una strage nella sinagoga della citta' e postato frasi razziste. Ieri la Digos della Polizia di Torino ha perquisito il suo appartamento da cui ha prelevato due computer e altro materiale informatico. Il professore dovrebbe essere ascoltato la prossima settimana. L'inchiesta e' coordinata dal procuratore aggiunto di Torino, Sandro Ausiello. Torna alla ribalta Renato Pallavidini, il professore di Torino che nel 2007 fece notizia per aver insegnato agli alunni di un liceo torinese tesi negazioniste. Questa volta la sua vetrina è Facebook da cui lancia minacce agli ebrei e ai “negroni che spacciano“, ma anche alle donne del movimento “Se non ora quando”. Il profilo del professore, che, come indica il quotidiano la Repubblica è in malattia retribuita fino a marzo e che ha conservato la cattedra di storia e filosofia fino a giugno 2011, è un susseguirsi di deliri fascisti, con tanto di foto di Hitler e Mussolini.
20 dicembre 2003:
All’inizio dell’anno ci sono state alcune aggressioni. Ad esempio, a gennaio, un avvocato ebreo è stato aggredito da due teppisti che lo hanno colpito con una mazza sulla testa e sulle spalle. Sembra che di questa aggressione siano responsabili degli estremisti di destra (258). Un certo numero di aggressioni sono avvenute ad aprile, ma nei mesi successivi c’è stato un calo. I casi registrati hanno coinciso con il riacutizzarsi della tensione internazionale. Tale coincidenza rendeva i picchi registrati del tutto prevedibili. I commentatori italiani ritengono che l’aumento dell’antisemitismo sia il risultato della politica del governo israeliano nei confronti degli arabi da quando è scoppiata l’Intifada (259). Vi sono comunque alcune eccezioni. Queste possono essere ricollegate alla specifica situazione italiana e si ha spesso la sensazione che la mancanza di attenzione o un minor interesse da parte dell’opinione pubblica in relazione a tali aggressioni sia il risultato della situazione politica nazionale, della sua crisi interna e delle forti divisioni politiche tra il governo e i partiti di opposizione, un fattore che comporta gravi conseguenze sulle diverse sfere della vita pubblica. Dimostrazioni, marce e altre iniziative politiche si sono registrate alla fine di marzo, ma senza dubbio l’acme è stato raggiunto nel periodo che ha avuto inizio con l’occupazione israeliana di Betlemme, con la situazione di stallo determinatasi alla Chiesa della Natività (2 aprile) e con l’attacco al campo profughi di Jenin (10 aprile). Alla fine di aprile la tensione, così come l’attenzione da parte dei media, era diminuita nuovamente, lasciando dietro di sé alcune conseguenze e qualche polemica piuttosto fiacca.
4 aprile: distruzione del lavoro di ricerca e degli archivi sull’Olocausto e sulla resistenza degli studenti del Liceo Galileo Ferraris di Varese, dove sono andati distrutti i pannelli per le affissioni, mentre sui muri della scuola sono comparse scritte in colore rosso come «ebrei al rogo» (260). Varese appartiene a una delle roccaforti dei gruppi di estrema destra italiani, in particolare quella degli skinheads di destra (261).
2 giugno: alcuni giornali hanno riferito che due estremisti di destra erano stati arrestati per averprogettato un attacco nel ghetto di Venezia (262). Sono state sequestrate armi di grosso calibro e una cartina con i confini del ghetto di Venezia chiaramente evidenziati.
Il 2 aprile alcuni ebrei di Roma hanno inscenato una protesta di fronte alla sede di Rifondazione Comunista. Sebbene pacifica, la protesta ha causato qualche problema con i passanti: alcuni automobilisti hanno reagito all’ingorgo del traffico in Corso Italia e sono stati gridati slogan antisemiti ai manifestanti. Durante un evento organizzato dal Social Forum di Bologna in sostegno dei palestinesi, le parole ricorrenti contro Israele sono state: «genocidio», «deportazione», «sionisti fanatici e razzisti», accompagnate dalla proposta di un grande boicottaggio dei prodotti israeliani, che «potrebbero essere associati al genocidio». Il periodo in questione è stato segnato da una lunga e accesa controversia tra sindacati e governo sulla proposta di revisione di un decreto che prevedeva la cancellazione dell’Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Tale crisi ha portato a uno sciopero generale (16 aprile) che ha coinciso con la settimana in cui la crisi mediorientale raggiungeva il culmine. Durante lo sciopero e le relative dimostrazioni di piazza, nelle celebrazioni del Giorno della Liberazione (25 aprile), l’empatia generata dai sentimenti filopalestinesi ha avuto il sopravvento sulle questioni sindacali o sulle affiliazioni storiche che avevano radunato migliaia di persone per protestare nelle piazze, trasformando, in alcuni casi ma non in tutti, quegli eventi in forme di propaganda anti-israeliana esplicita.
4 aprile: Rifondazione Comunista ha inaugurato il suo congresso nazionale. Alcuni osservatori sono stati colpiti dall’apertura dei lavori: un video mostrava immagini di un bambino palestinese che il padre ha cercato inutilmente di proteggere dai colpi di arma da fuoco (i fotogrammi di quel video sono apparsi in una serie di siti dell’estrema destra internazionale, lasciando intuire che il bambino è stato ucciso dai soldati israeliani). Il video è stato proiettato insieme a una scena del film Roma città aperta . La scena del film mostra un soldato nazista che spara all’attrice Anna Magnani con una mitragliatrice. Il segretario generale del partito, preoccupato dalle reazioni alla politica palesemente filopalestinese del partito, ha chiuso il congresso tre giorni dopo dichiarando che il partito appoggia tutte le minoranze, e ha dichiarato: «Noi siamo ebrei». Durante il congresso, alcuni oggetti facevano esplicito riferimento alla Palestina: la bandiera palestinese, un libro del rappresentante dell’Autorità nazionale palestinese in Italia, «Diario segreto» (con prefazione di un ex Presidente italiano), oltre ad altri testi di leader palestinesi, e la kefiah , il tradizionale copricapo arabo. Durante lo sciopero generale del 16 aprile, a Torino molti dimostranti hanno indossato la kefiah . La kefiah è presente anche nei movimenti politici italiani e europei di estrema destra. Alcuni partecipanti alle dimostrazioni filopalestinesi hanno apertamente mostrato il loro atteggiamento radicale: si sono vestiti da attentatori suicidi, con tutte le bardature. (N.d.R. Si trattava del famoso "caso Al Dura", video considerato manipolato dai giudici che hanno analizzato 8 anni di indagini e analisi di esperti. In nome di Al Dura sono state uccisi il giornalista Daniel Pearl e due riservisti israeliani).
6 aprile: una folla imponente di persone che manifestavano contro la globalizzazione ha sfilato per le strade di Roma, e giovani vestiti da kamikaze hanno scandito slogan contro Israele. I leader dei Democratici di Sinistra e della Margherita si sono dissociati dalla protesta, che era stata promossa da tutti i sindacati e dai partiti di opposizione; per la prima volta i partiti politici della sinistra si sono divisi su questioni riguardanti il Medio Oriente. Alcuni striscioni contro Israele e il primo ministro israeliano Sharon comprendevano i seguenti slogan: «stato di Israele, stato di assassini»; «Sharon boia» (scritto con la «S » nazista); «Bush, Sharon, Peres» (con la «S » a forma di svastica); «i sionisti e i fascisti sono i terroristi»; «contro il terrorismo razzista di Usa, Europa e Israele, dalla parte delle masse palestinesi». «Olocausto? No grazie. Palestina libera»; «Olocausto palestinese, Europa, dove sei?» (264).
25 aprile: il Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec) è stato informato che durante una dimostrazione a Milano che ricordava l’anniversario della liberazione dell’Italia dai nazisti, sono stati esposti molti striscioni filopalestinesi, con scritte come «assassini, Sharon nazista, Intifada fino alla vittoria». Altri invece assimilavano la stella di David alla svastica o circondavano la stella con il filo spinato spezzato da un pugno chiuso(265).
Graffiti
31 marzo: in una sinagoga di Modena sono stati rinvenuti graffiti con scritte antisemite e una svastica (266).
7 aprile: scritte antisemite sono state rinvenute in molti punti del vecchio ghetto di Venezia (267).
6 maggio: in un passaggio sotterraneo di Prato sono apparse scritte a caratteri cubitali che dicevano «ebrei assassini». Nello stesso giorno il Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano ha ricevuto una telefonata anonima in cui qualcuno ha detto: «vi bruceremo tutti» (268).
22 maggio: sui muri di Marrucini in Abruzzo sono stati scritti slogan antisemiti. Inoltre a Milano sono riapparsi sui muri della città (in Via Venini) dei messaggi come «via gli ebrei dal nostro quartiere». Sembra che si stia tornando a usare un linguaggio offensivo nei confronti degli ebrei (269); un esempio è costituito dall’uso dell’aggettivo «perfido» in relazione al governo israeliano - un termine che compariva nelle preghiere del venerdì santo cattolico e che fu condannato da Papa Giovanni XXIII (270). Alla radio e alla televisione di stato, nonché in alcuni circoli cattolici, abbondano le dichiarazioni anti-israeliane che lamentano le morti dei palestinesi mentre si glissa su quelle degli israeliani (271). E’ assolutamente fondamentale operare una netta distinzione tra il linguaggio utilizzato dal Papa e quello che appare nei media e nelle dichiarazioni di alcuni cattolici. Anche in alcuni dei giornali politicamente moderati si trovano qui e là accenni all’uccisione di Cristo. Ciò dimostra che, dopo essere stati assenti per decenni, si torna a ricorrere a simili stereotipi in alcuni contesti laici.
3 aprile: la prima pagina del quotidiano nazionale La Stampa pubblicava una vignetta di Giorgio Forattini a commento dell’occupazione di Betlemme. Alla vista di un tank israeliano, Gesù bambino in un presepe si chiede: «Mi uccideranno per la seconda volta?» (272). Sui giornali è seguito un acceso dibattito. Il direttore ha ricevuto molte lettere risentite, e molti lettori cattolici hanno protestato. Il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche, Amos Luzzatto, ha stigmatizzato energicamente il ritorno dell’accusa di deicidio, cancellata dal Concilio vaticano secondo. Il direttore de La Stampa ha preso le distanze dall’autore della vignetta. Nello stesso giorno qualcuno ha scritto sui muri di una sinagoga a Siena: «Israeliani assassini».
5 aprile: una delle principali autorità dello Stato - il Presidente del Senato - ha denunciato quello che ha definito «lo sbilanciamento dell’opinione pubblica italiana a favore unicamente della causa palestinese, con il rischio di alimentare così una campagna di antisemitismo, di cui abbiamo avuto esempi gravi e pericolosi». Lo stesso giorno qualcuno scriveva «Palestina libera» sulla facciata della sinagoga di Cuneo.
2 maggio: il quotidiano La Nazione di Firenze ha riferito che alcuni messaggi antisemiti erano stati scritti sui muri di una chiesa cattolica a Gavinana, alle porte di Firenze. Tali scritte inneggiavano all’Olocausto e ai vent’anni di dominazione fascista in Italia (273). Il capo della comunità ebraica romana, Leone Paserman, ha dichiarato. «I mass media italiani hanno avviato una campagna di disinformazione che alimenta l’odio anti-israeliano e anti-ebraico» (274).
Il 18 aprile la famosa giornalista e scrittrice italiana Oriana Fallaci ha pubblicato la sua condanna dei media, della Chiesa, della sinistra e del loro antisemitismo sul settimanale Panorama : «Io trovo vergognoso (...) che le Televisioni di Stato contribuiscano al risorto antisemitismo piangendo solo sui morti palestinesi, facendo la tara ai morti israeliani, parlando in modo sbrigativo e spesso in tono svogliato di loro» (275). La condanna di Oriana Fallaci è stata seguita da un dibattito acceso, soprattutto perché lei è nota come una giornalista controversa che tende a sinistra .
Noti giornalisti ebrei hanno ricevuto lettere contenenti minacce piene anche di insulti. alcuni di loro hanno ricevuto fino a cinquanta di tali e-mail durante il periodo preso in esame. Nelle scuole, sui campi sportivi e durante le competizioni sportive persistono ancora aggressioni a studenti ebrei da parte di loro colleghi che li hanno ingiuriati usando tra l’altro espressioni come «ebreo», «sporco ebreo» o «rabbino» come insulti. Allo stesso modo, continuano a comparire slogan e striscioni antisemiti negli stadi (276).
http://www.girodivite.it/Rapporto-sull-antisemitismo-in.html
14 Maggio 2012: Trieste - Vario materiale di stampo antisemita e neonazista tra cui alcuni libri, poster e gadget è stato rinvenuto dalla Guardia di Finanza e dalla polizia nel corso della perquisizione dell’abitazione di Carlo Baffi, dirigente dell’Ufficio immigrazione indagato per omicidio colposo e sequestro di persona. La notizia del ritrovamento ha suscitato lo sdegno di molti a Trieste e tra le istituzioni ebraiche nazionali e cittadine. “La presenza dei volumi antisemiti nella casa del vicequestore – afferma il consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con delega per il Nord Est Andrea Mariani – ci rimanda a una dimensione ideologica che avremmo sperato di non dover più affrontare. Una dimensione confermata con preoccupante regolarità dalle periodiche indagini che mostrano una costante escalation dell’antisemitismo in Europa. Quei volumi ci ricordano che il germe dell’intolleranza è ancora fra noi e che è giunto il momento di sradicarlo con decisione in un impegno pubblico volto a svelare quelle ombre che ancora impediscono una reale giustizia sulle tante ombre della nostra città”.
http://www.focusonisrael.org/2012/05/14/antisemitismo-trieste/
Sabato 14 luglio 2012, a Milano, nel centralissimo Largo Cairoli, ha avuto luogo una manifestazione a difesa della Siria degli Assad, promossa da organizzazioni arabo islamiche e movimenti estremisti di sinistra e di destra. Alla metà di giugno, gli stessi organizzatori, avevano promosso una manifestazione speculare a Roma.
Tra gli interventi milanesi ci sono stati quelli di Jamal Abo Abbas, presidente della comunità siriana in Italia, dell’ex senatore comunista Fernando Rossi, attuale leader del partito Per Il bene Comune, di monsignor Hilarion Capucci, anziano vescovo melchita coinvolto negli anni ’70 in operazioni del terrorismo palestinese e condannato per traffico clandestino di armi, e Gianantonio Valli, famigerato esponente del neonazismo italiano. Valli ha pubblicato, anche recentemente, enormi volumi di polemistica antisemita in cui ha riproposto i principali temi del discorso antisemita nazista.
http://www.romaebraica.it/tag/antisemitismo/
Scrive Emanuele Fiano:
In Italia persiste "un sentimento antisemita" che "mi preoccupa forse più degli atti di violenza di alcuni gruppi di destra" che sono "fuori dalla legge", ma comunque "circoscritti" e non riconosciuti dai gruppi parlamentari. Il deputato del Pd, Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del partito di Bersani, ebreo e figlio di un sopravvissuto di Auschwitz, parte dalla Giornata della memoria - che non vuole sia "retorica" - sviluppando poi un ragionamento storico e politico sulla società italiana.
Oggi come ieri, spiega Fiano nell’intervista alla Dire, "il meccanismo del capro espiatorio" funziona sempre e magari serve a "qualche mente malata" per spiegare la crisi puntando il dito contro "gli ebrei influenti nel mondo della finanza". Il problema vero dell'Italia, però, risale nel "non aver fatto una ammissione di colpa fino in fondo" su quanto successo nel ventennio fascista.... "Il meccanismo del capro espiatorio funziona sempre. Serpeggia anche in una parte del ceto medio occidentale, impoverito culturalmente e politicamente, quando qualcuno allude agli ebrei che hanno influenza nelle banche e nel mondo della finanza. E poi, in un periodo come il nostro, povero di ideologie e in un contesto di crisi mondiale, la comunicazione simbolica ha la sua forza e così per alcuni ritorna l'amore per la simbologia del passato. Mi riferisco ai simboli fascisti e nazisti e anche alle bandiere bruciate di Israele e degli Stati Uniti che rappresentano un simbolo di morte"....
"A differenza della Germania l'Italia non ha attraversato la purificazione della coscienza che viene dall'ammissione. L'ha fatto Gianfranco Fini, ad esempio, con un percorso che lo ha portato a definire il fascismo come il male assoluto, ma nel dopoguerra non lo fece certo tutta l'Italia. Non ha ammesso le sue colpe e ancora oggi c'è una storiografia che tende a leggere l'adozione delle leggi razziali da parte di Mussolini solo come un dono all'alleanza nazista. E invece non fu così, c'è una origine autoctona dell'antisemitismo. Quando in Italia furono promulgate le leggi razziali una gran parte del paese le accolse e le applicò con un sentimento che andava dall'indifferenza alla complicità. Forse è proprio l'indifferenza il male peggiore che ancora oggi dobbiamo combattere quando lottiamo contro il razzismo. Mia nonna, ad esempio, aveva una pensione a Firenze e nel quartiere tutti la conoscevano e le volevano bene. Da un giorno all'altro, con le leggi razziali, i negozianti da cui lei si riforniva volgevano il viso dall'altra parte quando la vedevano. Faccio un altro esempio. Mio padre fu espulso dalle scuole del regno, ebbene nessuno dei suoi compagni, nemmeno dopo la guerra, nemmeno dopo che seppero che mio padre era sopravvissuto, lo venne mai a cercare, nemmeno settant'anni dopo. Insomma, in Italia non c'è stata fino in fondo una completa ammissione di colpa".
http://www.dire.it/DIRE-POLITICO/index.php?menu=9&cont=42505
8 Giugno 2012 - Il topic di discussione è chiaro: «I genitori adottivi del negro Balotelli: ebrei». E via con i commenti: «Lo scemo del villaggio, potrebbe chiedere di giocare nella nazionale di Israele, ci libereremmo del personaggio una volta per tutte». Su Stormfront, costola italiana del Ku Klux Klan, torna l’antisemitismo. L’occasione per attaccare il centro avanti della Nazionale è la visita degli Azzurri ad Auschwitz.Ma questa volta la comunità ebraica di Milano non ci sta: «Chiediamo la chiusura del sito e l’appicazione della legge Mancino (norma che condanna l’ideologia nazifascista ndr)». http://www.focusonisrael.org/2012/06/08/europei-2012-italia-auschwitz-balotelli/
Inutile fingere che internet, facebook e tutti gli altri social networks non c'entrino con la rinascita dell'antisemitismo. Sono i moderni strumenti privilegiati. Utili per propagandare idee negazioniste, antisemite, razziste. Utili per organizzare eventuali raid. Il "nuovo" vecchio antisemitismo si esprime oggi on line e si traveste da antisionismo.
6 marzo 2012 - ''I manifesti antisemiti firmati dalla comunita' antagonista padana apparsi oggi nell'atrio dell'Universita' Cattolica di Milano rappresentano un episodio gravissimo, sul quale mi auguro ci saranno conseguenze in applicazione della cosiddetta legge Mancino''. Lo ha detto Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del Partito Democratico, a proposito di alcuni manifesti comparsi, secondo quanto riferiscono alcuni quotidiani e siti, all'Universita' Cattolica di Milano per annunciare un convegno su 'Nazismo, sionismo e altri totalitarismi: alleanze taciute e verità scomode' per il 17 marzo a Milano, con il volto di Mussolini e la caricatura del giudeo com'era rappresentato nelle illustrazioni antisemite. E'accaduto all'Università Cattolica di Milano, negli spazi del gruppo studentesco della Comunità antagonista padana.Daniele Nahum, vice presidente della comunità ebraica milanese, si è subito mobilitato: "Chiediamo all'Università e al rettore che vengano tolti questi manifesti, perché ci offendono in quanto cittadini di religione ebraica. Siamo di fronte a razzismo becero e pericoloso". http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/milano-manifesti-antisemiti-alluniversita-cattolica-fiano-invoca-la-legge-mancino-1145677/
Un ulivo piantato lo scorso 27 gennaio in occasione del Giorno della Memoria è stato «in parte divelto e incendiato per mano di ignoti» che poi hanno imbrattato i luoghi «con scritte offensive e svastiche». Lo rende noto Raffaele Sassun presidente del KKL (Keren Kayemeth Le Israel) Italia Onlus, tra le più antiche fondazioni ecologiche del mondo: il fatto è avvenuto nel plesso «Franco Cesana» del 121/o Circolo Didattico, in Via Napoleone Parboni 9 a Roma.
«Un gravissimo atto vandalico di impronta antisemita» ha spiegato Sassun, annunciando che al posto dell’ulivo divelto ne sarà piantato un altro «in risposta a coloro che, vigliaccamente, si trincerano dietro l’anonimato per compiere atti di violenza contro il pensiero e contro la religione. Un atto a cui si può rispondere con un opposto atto di pace, fratellanza e educazione verso la natura».
http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2012/03/26/APyTzKBC-divelto_albero_memoria.shtml
Certo, niente a che vedere con quello che succede in Francia, in Inghilterra o in alcuni Paesi scandinavi. Ma vorrei chiudere questa nota con le parole di Pierluigi Battista:
Non solo in Francia. Anche in Italia hanno ucciso bambini ebrei solo perché erano bambini ebrei. Anche in Italia, su una nave italiana che è territorio italiano, hanno ucciso un vecchio ebreo in carrozzella, solo perché era un ebreo. Non nell’epoca nera dello sterminio. Non nella pagina più vergognosa della storia italiana. Ma negli ultimi trent’anni. Come in Europa, dove la caccia all’ebreo, l’ebreo come bersaglio da annientare, da schiacciare sotto il peso dell’odio, non ha mai conosciuto requie. Fino all’orrenda strage di Tolosa.
Si tende sempre a non crederci, a non prendere atto della realtà. A non evocare l’antisemitismo come veleno permanente, reso ancora più aggressivo quando si traveste da verbo antisionista. Contro l’ebreo si incontrano tutti gli estremisti, tutti i fanatici, tutti quelli che considerano la democrazia un vizio da sradicare. Quando nel 1982 vennero presi di mira in tutta Europa i cimiteri ebraici, le sinagoghe, le scuole israelitiche, i luoghi di culto degli ebrei, gli eredi del nazismo trovarono convergenze e appoggi tra chi, durante la guerra del Libano, predicava insieme la distruzione dello Stato di Israele e degli ebrei, fisicamente. Fu in quei giorni che in Italia, il 9 ottobre del 1982, un piccolo bambino ebreo, Stefano Gay Taché, venne assassinato da un commando di terroristi mediorientali mentre usciva insieme alla sua famiglia dalla sinagoga Maggiore di Roma per celebrare l’ultimo giorno della festa di Sukkot. Assassinato perché era un ebreo: vittima di un odio assoluto e inestinguibile. E altri bambini ebrei feriti, altri adulti ebrei tra la vita e la morte. Una ferita nella coscienza nazionale che non si è ancora rimarginata. Pochi anni dopo, sull’ Achille Lauro , nave italiana, un vecchio signore paralitico di nome Leon Klinghoffer venne ucciso da un commando di terroristi palestinesi. Non stava bombardando Gaza, stava in crociera con sua moglie. Ma doveva essere «punito» perché ebreo. Tutta l’«epopea» di Sigonella che ne seguì, quanto tenne in conto che sul territorio italiano alcuni terroristi avevano trucidato un vecchio ebreo, e quanto venne considerato il fatto che lasciar andar via i terroristi significava lasciare impunito il gesto mostruoso di una banda di antisemiti?
E invece si tende sempre a minimizzare. Se non a giustificare, per carità, almeno a ridimensionare la portata simbolica di un delitto contro gli ebrei. Chiunque sia l’assassino: un fanatico nazi o un fanatico islamista che nella sua guerra santa contro «l’entità sionista» prevede anche il massacro degli ebrei, ovunque si trovino. Quando nel 2006 venne rapito a Parigi un giovane ebreo, Ilan Halimi, la polizia francese si affannava a non dare troppo credito alla pista antisemita. Poi si seppe che Ilan, durante i 24 giorni di prigionia, venne torturato, orrendamente seviziato mentre le sue urla, forse, potevano essere captate nella banlieue a maggioranza musulmana dove l’ostaggio era stato rinchiuso, prima di essere arso vivo e gettato come immondizia lungo la ferrovia. Poi, quando vennero scoperti gli aguzzini e gli assassini, si tenne un processo. E durante il processo il capo della banda, dopo aver iniziato il discorso con «Allah Akbar», definì gli ebrei «nemici da combattere per il bene dell’umanità». Perché la polizia francese non imboccò allora la pista giusta da subito, perché aveva tanta paura nel riconoscere che l’antisemitismo aveva assunto un nuovo volto nel cuore di Parigi e che un giovane ebreo poteva essere sottoposto a sevizie per giorni e giorni nel cuore popoloso della città?
Gli ebrei continuano a essere un bersaglio dell’odio razziale, religioso e politico nell’Europa degli ultimi decenni del Novecento e nei primi del Duemila. Quando negli anni Settanta i terroristi dirottarono l’aereo di linea Parigi-Tel Aviv dell’Air France e atterrarono a Entebbe, nell’Uganda del tiranno Idi Amin Dada, divisero gli ostaggi, dopo averne controllato l’identità e i passaporti, in due colonne: quella su cui si poteva trattare e quella da condannare senza indugi. La colonna senza speranza era composta da ebrei, da condannare perché ebrei. C’erano dei terroristi tedeschi, tra i dirottatori, e un vecchio ebreo mostrò a uno dei figli dei «volenterosi carnefici di Hitler» i numeri che gli avevano tatuato sul braccio nel campo di sterminio. Non ebbero pietà nemmeno di lui, e solo il tempismo del blitz israeliano impedì il massacro di ebrei che si stava preparando con scientifica precisione.
La violenza antisemita, punto di incrocio di deliri ideologici di matrice diversa ma di identica capacità di odio, ha conosciuto una recrudescenza significativa negli ultimi decenni. Con un’opinione pubblica impaurita e sgomenta, mai interamente solidale con gli ebrei colpiti dal fanatismo. Un’altra strage. Un altro massacro. Un’altra invocazione di «mai più». Un’altra volta, l’ennesima, disattesa.
Corriere.it".
Confermo, in Italia cresce l'antisemitismo.
Ieri ero sul punto di mollare Facebook.
Come già sapete, io odio l'antisemitismo e lo condanno ed amo Israele.
Purtroppo, ogni volta che pubblico un post che parla di Israele e degli ebrei, io vengo attaccato da certi vigliacchi.
Ieri stava succedendo un patatrac.
Ad esempio, io vengo bollato come "Pagliaccio sionista".
Onestamente, darmi del sionista è per me un complimento!
Non sono ebreo ma rispetto ed apprezzo il sionismo.
Comunque, non è giusto che una persona che difende Israele e gli ebrei venga insultata e minacciata.
Non è una cosa normale!
Tra l'altro, sugli ebrei c'è tanta ignoranza.
Ad esempio, si attaccano i Rotschild e si accusa Israele di essere legato a questa famiglia che, per alcuni, sarebbe una potente loggia massonica che sarebbe contro la Chiesa.
Peccato, però, che questi ignoranti (non si possono chiamare in nessun altro modo) trascurino che nel "giudaico-massonico Israele" i cristiani siano tollerati e rispettati.
Anzi, nel "giudaico-massonico Israele", i cristiani crescono di numero.
Eppure, questo antisemitismo continua.
Vi invito a leggere un articolo scritto sul sito di Michael Sfaradi che è intitolato "Tanto basta scusarsi...".
In questo articolo si parla di uno spot vergognoso fatto da un'azienda estone in cui si usava come slogan la scritta del campo di Auschwitz "Arbeit Macht Frei".
In Europa e in Italia sta crescendo l'antisemitismo.
L'antisemitismo è la religione dell'ignoranza e l'ideologia della politica dell'odio.
Cordiali saluti.
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