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domenica 12 agosto 2012

Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore di Barcellona Pozzo di Gotto

Cari amici ed amiche.

Sulla pagina di Facebook dedicata alle Tradizioni di Barcellona Pozzo di Gotto, ho trovato questa interessante nota:

"Santa Maria Maggiore (Venerata nella chiesa di Gala)
5 Agosto - Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore -  Tra Storia, tradizione e leggenda.

Questa memoria è collegata alla dedicazione della basilica di santa Maria Maggiore sull'esquilino di Roma, che viene considerata il più antico santuario mariano d'Occidente. La eresse, sul precedente edificio liberiano, il papa Sisto III (432-440) dedicandola a Dio e intitolandola alla Vergine, proclamata solennemente dal concilio di Efeso (431) Madre di Dio.(Mess. Rom.)

Martirologio Romano: Dedicazione della basilica di Santa Maria Maggiore, innalzata a Roma sul colle Esquilino, che il papa Sisto III offrì al popolo di Dio in memoria del Concilio di Efeso, in cui Maria Vergine fu proclamata Madre di Dio. 

Monumenti di pietà mariana, a Roma, sono quelle stupende chiese, erette in gran parte sul medesimo luogo dove sorgeva qualche tempio pagano.
Bastano pochi nomi, tra i cento titoli dedicati alla Vergine, per avere le dimensioni di questo mistico omaggio alla Madre di Dio: S. Maria Antiqua, ricavata dall'Atrium Minervae nel Foro romano; S. Maria dell'Aracoeli, sulla cima più alta del Campidoglio; S. Maria dei Martiri, il Pantheon; S. Maria degli Angeli, ricavata da Michelangelo dal "tepidarium" delle Terme di Diocleziano; S. Maria sopra Minerva, costruita sopra le fondamenta del tempio di Minerva Calcidica; e, più grande di tutte, come dice lo stesso nome, S. Maria Maggiore, la quarta delle basiliche patriarcali di Roma, detta inizialmente Liberiana, perché identificata con un antico tempio pagano, sulla sommità dell'Esquilino, che papa Liberio (352-366) adattò a basilica cristiana.
Narra una tardiva leggenda che la Madonna, apparendo nella stessa notte del 5 agosto del 352 a papa Liberio e ad un patrizio romano, li avrebbe invitati a costruire una chiesa là dove al mattino avrebbero trovato la neve.
Il mattino del 6 agosto una prodigiosa nevicata, ricoprendo l'area esatta dell'edificio, avrebbe confermato la visione, inducendo il papa e il ricco patrizio a metter mano alla costruzione del primo grande santuario mariano, che prese il nome di S. Maria "ad nives", della neve. Poco meno di un secolo dopo, papa Sisto III, per ricordare la celebrazione del concilio di Efeso (431) nel quale era stata proclamata la maternità divina di Maria, ricostruì la chiesa nelle dimensioni attuali.
Di quest'opera rimangono le navate con le colonne e i trentasei mosaici che adornano la navata superiore.
All'assetto attuale della basilica contribuirono diversi pontefici, da Sisto III che poté offrire "al popolo di Dio" il monumento "maggiore" al culto della beata Vergine (alla quale rendiamo appunto un culto di iperdulia cioè di venerazione maggiore a quello che attribuiamo agli altri santi), fino ai papi della nostra epoca.
La basilica venne anche denominata S. Maria "ad praesepe", già prima del secolo VI, quando vi furono portate le tavole di un'antica mangiatoia, che la devozione popolare identificò con quella che accolse il Bambino Gesù nella grotta di Betlem.

La celebrazione liturgica della dedicazione della basilica è entrata nel calendario romano soltanto nell'anno 1568.  

(da Santi e Beati. Autore: Piero Bargellini).



La Vergine Maria, oggetto di iperdulia, è stata invocata in tutti i secoli cristiani, con tante denominazioni legate alle sue virtù, al suo ruolo di corredentrice del genere umano e come Madre di Gesù il Salvatore; inoltre alle sue innumerevoli apparizioni, per i prodigi che si sono avverati con le sue immagini, per il culto locale tributatole in tante comunità.
E per ogni denominazione ella è stata raffigurata con opere d’arte dei più grandi come dei più umili artisti, inoltre con il sorgere di tantissime chiese, santuari, basiliche, cappelle, ecc. a lei dedicate, si può senz’altro dire, che non c’è nel mondo cristiano un paese, una città, un villaggio, che non abbia un tempio o una cappella dedicata a Maria, nelle sue innumerevoli denominazioni.
Il titolo di Madonna della Neve, contrariamente a titoli più recenti come Madonna degli abissi marini, Madonna delle cime dei monti, Madonna delle grotte, ecc. quello di Madonna della Neve affonda le sue origini nei primi secoli della Chiesa ed è strettamente legato al sorgere della Basilica di S. Maria Maggiore in Roma.
Nel IV secolo, sotto il pontificato di papa Liberio (352-366), un nobile e ricco patrizio romano di nome Giovanni, insieme alla sua altrettanto ricca e nobile moglie, non avendo figli decisero di offrire i loro beni alla Santa Vergine, per la costruzione di una chiesa a lei dedicata.
La Madonna gradì il loro desiderio e apparve in sogno ai coniugi la notte fra il 4 e il 5 agosto, tempo di gran caldo a Roma, indicando con un miracolo il luogo dove doveva sorgere la chiesa.
Infatti la mattina dopo, i coniugi romani si recarono da papa Liberio a raccontare il sogno fatto da entrambi, anche il papa aveva fatto lo stesso sogno e quindi si recò sul luogo indicato, il colle Esquilino e lo trovò coperto di neve, in piena estate romana.
Il pontefice tracciò il perimetro della nuova chiesa, seguendo la superficie del terreno innevato e fece costruire il tempio a spese dei nobili coniugi.
Questa la tradizione, anche se essa non è comprovata da nessun documento; la chiesa fu detta ‘Liberiana’ dal nome del pontefice, ma dal popolo fu chiamata anche “ad Nives”, della Neve.
L’antica chiesa fu poi abbattuta al tempo di Sisto III (432-440) il quale in ricordo del Concilio di Efeso (431) dove si era solennemente decretata la Maternità Divina di Maria, volle edificare a Roma una basilica più grande in onore della Vergine, utilizzando anche il materiale di recupero della precedente chiesa.
In quel periodo a Roma nessuna chiesa o basilica raggiungeva la sontuosità del nuovo tempio, né l’imponenza e maestosità; qualche decennio dopo, le fu dato il titolo di Basilica di S. Maria Maggiore, per indicare la sua preminenza su tutte le chiese dedicate alla Madonna.
Nei secoli successivi la basilica ebbe vari interventi di restauro strutturali e artistici, fino a giungere, dal 1750 nelle forme architettoniche che oggi ammiriamo.
Dal 1568 la denominazione ufficiale della festa liturgica della Madonna della Neve, è stata modificata nel termine “Dedicazione di Santa Maria Maggiore” con celebrazione rimasta al 5 agosto; il miracolo della neve in agosto non è più citato in quanto leggendario e non comprovato.
Ma il culto per la Madonna della Neve, andò comunque sempre più affermandosi, tanto è vero che tra i secoli XV e XVIII ci fu la massima diffusione delle chiese dedicate alla Madonna della Neve, con l’instaurarsi di tante celebrazioni locali, che ancora oggi coinvolgono interi paesi e quartieri di città.



A Roma il 5 agosto, nella patriarcale Basilica di S. Maria Maggiore, il miracolo veniva ricordato, non so se ancora oggi si fa, con una pioggia di petali di rose bianche, cadenti dall’interno della cupola durante la solenne celebrazione liturgica.
Il culto come si è detto, ebbe grande diffusione e ancora oggi in Italia si contano ben 152 fra chiese, santuari, basiliche minori, cappelle, parrocchie, confraternite, intitolate alla Madonna della Neve.Ogni regione ne possiede un buon numero, per lo più concentrate in zone dove la neve non manca, fra le regioni primeggiano il Piemonte con 31, la Lombardia con 19, la Campania con 17. Non conoscendo usi, costumi e tradizioni dei tanti paesi italiani che portano viva devozione alla Madonna della Neve, mi soffermo solo a segnalare tre località dalla mia provincia di Napoli, il cui culto e celebrazione è molto solenne, coinvolgendo la comunità dei fedeli anche in grandi manifestazioni esterne e folcloristiche.

Basilica parrocchia di S. Maria della Neve, patrona del quartiere orientale di Napoli chiamato Ponticelli, la cui devozione iniziò con la bolla di papa Leone X del 22 maggio 1520.L’antico santuario è stato proclamato Basilica Minore il 27 luglio 1988. Da più di cento anni la solenne processione esterna è effettuata con un alto carro (nel contesto della radicata tradizione napoletana delle macchine da festa), alla cui sommità è posta la statua della Madonna.

Basilica Santuario Maria SS. della Neve in Torre Annunziata (Napoli). L’immagine in terracotta bruna di tipo greco della veneratissima Madonna della Neve, è custodita nella omonima Basilica Minore; essa ha origine con il rinvenimento a mare, presso lo ‘scoglio di Rovigliano’, dell’immagine da parte di pescatori, tra il XIV e XV secolo; le fu dato il nome di Santa Maria ad Nives, perché il ritrovamento era avvenuto un 5 agosto. La grande processione, che coinvolge tutta la popolosa città, inizia dal porto, dopo che la sacra immagine arriva dal mare con una barca, simulando l’originario rinvenimento.I torresi, noti nel mondo per la lavorazione della pasta e per il lavoro degli uomini nell’ambito marinaro, sono devotissimi della Madonna, che li liberò da una delle violente eruzioni del Vesuvio, alle cui falde è adagiata Torre Annunziata, il 22 ottobre 1822.

Collegiata di S. Maria Maggiore o della Neve di Somma Vesuviana (Napoli). La Collegiata fu istituita con il titolo di S. Maria Maggiore verso l’anno 1600, al posto di precedenti denominazioni della chiesa, risalenti al Medioevo.Nella stessa Collegiata è attiva la Confraternita della Madonna della Neve, con confratelli e consorelle, lo Statuto è del 1° settembre 1762; ai confratelli spetta il compito di portare in processione la statua della Madonna.Nel contesto delle manifestazioni esterne, c’è la “festa delle lucerne”, che si svolge ogni quattro anni nei giorni 3-4-5 agosto; le strade dell’antico borgo medioevale Casamale vengono invase da tanti telai di forme geometriche varie, su ciascuno dei quali sono poggiate circa 50 lucerne, così da dare l’impressione di un fiume sfavillante che percorre il borgo.Ad accrescere l’effetto visivo, in fondo alla serie di figure geometriche,
A questo si aggiungono delle zucche vuote illuminate internamente, delle vasche con oche vive, apparati di fiori con l’immagine della Madonna; al passaggio della statua della Vergine in processione, da terrazzi non visibili dalla strada, giungono dall’alto i canti-nenia di gruppi di donne. Alla processione annuale prendono parte in costumi tipici, i cosiddetti “mesi dell’anno” con l’ausilio di animali da trasporto, componendo con più persone, le figurazioni che rappresentano lo scorrere dell’anno e le varie attività del mondo contadino.

In molte zone d’Italia, in omaggio alla Madonna della Neve, si usa mettere alle neonate i nomi di Bianca, Biancamaria, o più raro il nome Nives.
(Da  "Santi e Beati"  - Autore: Antonio Borrelli) .".

Barcellona Pozzo di Gotto  è un Paese in Provincia di Messina.
Per dovere di cronaca Barcellona Pozzo di Gotto è anche il paese di Filippo Giorgianni, un ragazzo molto intelligente che stimo.
Bacellona Pozzo di Gotto è un paese ricco di tesori.
In essi vi è l'essenza della cultura siciliana.
La Sicilia, una terra di forti tradizioni cattoliche, risente della sua storia.
Essa fu un crogiolo di culture, da quella fenicia a quella greca, da quella latina a quella bizantina, da quella araba a quella normanna, fino ad arrivare a quella francese e a quella spagnola, senza scordarsi della cultura ebraica.
Ora, a Barcellona Pozzo di Gotto, potrete trovare la cinquecentesca chiesa-convento dei Carmelitani accanto al monastero basiliano.
Anche nelle frazioni ci sono monumenti interessanti.
A La Gala vi è la chiesa.
Essa reca la statua della Madonna della Neve.
Ora, la Sicilia è ricca di statue della Madonna della Neve.
A Galati Mamertino, il paese di mia madre (in Provincia di Messina), esiste una Madonna della Neve.
Essa si trova nella ex-Chiesa di San Martino, poi diventata Chiesa del Rosario.
Questo dimostra che la Sicilia è una terra di grande devozione mariana.
Mi farebbe piacere visitare un giorno Barcellona Pozzo di Gotto.
Cordiali saluti. 


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