Cari amici ed amiche.
Sulla pagina di Facebook dedicata alle Tradizioni di Barcellona Pozzo di Gotto, ho trovato questa interessante nota:
"Santa Maria Maggiore
(Venerata nella chiesa di Gala)
5 Agosto - Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore - Tra Storia, tradizione e leggenda.
Questa
memoria è collegata alla dedicazione della basilica di santa Maria
Maggiore sull'esquilino di Roma, che viene considerata il più antico
santuario mariano d'Occidente. La eresse, sul precedente edificio
liberiano, il papa Sisto III (432-440) dedicandola a Dio e intitolandola
alla Vergine, proclamata solennemente dal concilio di Efeso (431) Madre
di Dio.(Mess. Rom.)
Martirologio
Romano: Dedicazione della basilica di Santa Maria Maggiore, innalzata a
Roma sul colle Esquilino, che il papa Sisto III offrì al popolo di Dio
in memoria del Concilio di Efeso, in cui Maria Vergine fu proclamata
Madre di Dio.
Monumenti di pietà
mariana, a Roma, sono quelle stupende chiese, erette in gran parte sul
medesimo luogo dove sorgeva qualche tempio pagano.
Bastano
pochi nomi, tra i cento titoli dedicati alla Vergine, per avere le
dimensioni di questo mistico omaggio alla Madre di Dio: S. Maria
Antiqua, ricavata dall'Atrium Minervae nel Foro romano; S. Maria
dell'Aracoeli, sulla cima più alta del Campidoglio; S. Maria dei
Martiri, il Pantheon; S. Maria degli Angeli, ricavata da Michelangelo
dal "tepidarium" delle Terme di Diocleziano; S. Maria sopra Minerva,
costruita sopra le fondamenta del tempio di Minerva Calcidica; e, più
grande di tutte, come dice lo stesso nome, S. Maria Maggiore, la quarta
delle basiliche patriarcali di Roma, detta inizialmente Liberiana,
perché identificata con un antico tempio pagano, sulla sommità
dell'Esquilino, che papa Liberio (352-366) adattò a basilica cristiana.
Narra
una tardiva leggenda che la Madonna, apparendo nella stessa notte del 5
agosto del 352 a papa Liberio e ad un patrizio romano, li avrebbe
invitati a costruire una chiesa là dove al mattino avrebbero trovato la
neve.
Il mattino del 6 agosto una prodigiosa
nevicata, ricoprendo l'area esatta dell'edificio, avrebbe confermato la
visione, inducendo il papa e il ricco patrizio a metter mano alla
costruzione del primo grande santuario mariano, che prese il nome di S.
Maria "ad nives", della neve. Poco meno di un secolo dopo, papa Sisto
III, per ricordare la celebrazione del concilio di Efeso (431) nel quale
era stata proclamata la maternità divina di Maria, ricostruì la chiesa
nelle dimensioni attuali.
Di quest'opera rimangono le navate con le colonne e i trentasei mosaici che adornano la navata superiore.
All'assetto
attuale della basilica contribuirono diversi pontefici, da Sisto III
che poté offrire "al popolo di Dio" il monumento "maggiore" al culto
della beata Vergine (alla quale rendiamo appunto un culto di iperdulia
cioè di venerazione maggiore a quello che attribuiamo agli altri santi),
fino ai papi della nostra epoca.
La basilica
venne anche denominata S. Maria "ad praesepe", già prima del secolo VI,
quando vi furono portate le tavole di un'antica mangiatoia, che la
devozione popolare identificò con quella che accolse il Bambino Gesù
nella grotta di Betlem.
La celebrazione liturgica della dedicazione della basilica è entrata nel calendario romano soltanto nell'anno 1568.
(da Santi e Beati. Autore: Piero Bargellini).
La Vergine Maria, oggetto di iperdulia, è stata
invocata in tutti i secoli cristiani, con tante denominazioni legate
alle sue virtù, al suo ruolo di corredentrice del genere umano e come
Madre di Gesù il Salvatore; inoltre alle sue innumerevoli apparizioni,
per i prodigi che si sono avverati con le sue immagini, per il culto
locale tributatole in tante comunità.
E per ogni
denominazione ella è stata raffigurata con opere d’arte dei più grandi
come dei più umili artisti, inoltre con il sorgere di tantissime chiese,
santuari, basiliche, cappelle, ecc. a lei dedicate, si può senz’altro
dire, che non c’è nel mondo cristiano un paese, una città, un villaggio,
che non abbia un tempio o una cappella dedicata a Maria, nelle sue
innumerevoli denominazioni.
Il titolo di Madonna
della Neve, contrariamente a titoli più recenti come Madonna degli
abissi marini, Madonna delle cime dei monti, Madonna delle grotte, ecc.
quello di Madonna della Neve affonda le sue origini nei primi secoli
della Chiesa ed è strettamente legato al sorgere della Basilica di S.
Maria Maggiore in Roma.
Nel IV secolo, sotto il
pontificato di papa Liberio (352-366), un nobile e ricco patrizio romano
di nome Giovanni, insieme alla sua altrettanto ricca e nobile moglie,
non avendo figli decisero di offrire i loro beni alla Santa Vergine, per
la costruzione di una chiesa a lei dedicata.
La
Madonna gradì il loro desiderio e apparve in sogno ai coniugi la notte
fra il 4 e il 5 agosto, tempo di gran caldo a Roma, indicando con un
miracolo il luogo dove doveva sorgere la chiesa.
Infatti
la mattina dopo, i coniugi romani si recarono da papa Liberio a
raccontare il sogno fatto da entrambi, anche il papa aveva fatto lo
stesso sogno e quindi si recò sul luogo indicato, il colle Esquilino e
lo trovò coperto di neve, in piena estate romana.
Il
pontefice tracciò il perimetro della nuova chiesa, seguendo la
superficie del terreno innevato e fece costruire il tempio a spese dei
nobili coniugi.
Questa la tradizione, anche se
essa non è comprovata da nessun documento; la chiesa fu detta
‘Liberiana’ dal nome del pontefice, ma dal popolo fu chiamata anche “ad
Nives”, della Neve.
L’antica chiesa fu poi
abbattuta al tempo di Sisto III (432-440) il quale in ricordo del
Concilio di Efeso (431) dove si era solennemente decretata la Maternità
Divina di Maria, volle edificare a Roma una basilica più grande in onore
della Vergine, utilizzando anche il materiale di recupero della
precedente chiesa.
In quel periodo a Roma nessuna
chiesa o basilica raggiungeva la sontuosità del nuovo tempio, né
l’imponenza e maestosità; qualche decennio dopo, le fu dato il titolo di
Basilica di S. Maria Maggiore, per indicare la sua preminenza su tutte
le chiese dedicate alla Madonna.
Nei secoli
successivi la basilica ebbe vari interventi di restauro strutturali e
artistici, fino a giungere, dal 1750 nelle forme architettoniche che
oggi ammiriamo.
Dal 1568 la denominazione
ufficiale della festa liturgica della Madonna della Neve, è stata
modificata nel termine “Dedicazione di Santa Maria Maggiore” con
celebrazione rimasta al 5 agosto; il miracolo della neve in agosto non è
più citato in quanto leggendario e non comprovato.
Ma
il culto per la Madonna della Neve, andò comunque sempre più
affermandosi, tanto è vero che tra i secoli XV e XVIII ci fu la massima
diffusione delle chiese dedicate alla Madonna della Neve, con
l’instaurarsi di tante celebrazioni locali, che ancora oggi coinvolgono
interi paesi e quartieri di città.
A Roma il 5 agosto, nella patriarcale Basilica di S.
Maria Maggiore, il miracolo veniva ricordato, non so se ancora oggi si
fa, con una pioggia di petali di rose bianche, cadenti dall’interno
della cupola durante la solenne celebrazione liturgica.
Il
culto come si è detto, ebbe grande diffusione e ancora oggi in Italia
si contano ben 152 fra chiese, santuari, basiliche minori, cappelle,
parrocchie, confraternite, intitolate alla Madonna della Neve.Ogni
regione ne possiede un buon numero, per lo più concentrate in zone dove
la neve non manca, fra le regioni primeggiano il Piemonte con 31, la
Lombardia con 19, la Campania con 17. Non conoscendo usi, costumi e
tradizioni dei tanti paesi italiani che portano viva devozione alla
Madonna della Neve, mi soffermo solo a segnalare tre località dalla mia
provincia di Napoli, il cui culto e celebrazione è molto solenne,
coinvolgendo la comunità dei fedeli anche in grandi manifestazioni
esterne e folcloristiche.
Basilica
parrocchia di S. Maria della Neve, patrona del quartiere orientale di
Napoli chiamato Ponticelli, la cui devozione iniziò con la bolla di papa
Leone X del 22 maggio 1520.L’antico santuario è stato proclamato
Basilica Minore il 27 luglio 1988. Da più di cento anni la solenne
processione esterna è effettuata con un alto carro (nel contesto della
radicata tradizione napoletana delle macchine da festa), alla cui
sommità è posta la statua della Madonna.
Basilica Santuario Maria SS. della Neve in Torre Annunziata (Napoli).
L’immagine in terracotta bruna di tipo greco della veneratissima Madonna
della Neve, è custodita nella omonima Basilica Minore; essa ha origine
con il rinvenimento a mare, presso lo ‘scoglio di Rovigliano’,
dell’immagine da parte di pescatori, tra il XIV e XV secolo; le fu dato
il nome di Santa Maria ad Nives, perché il ritrovamento era avvenuto un 5
agosto. La grande processione, che coinvolge tutta la popolosa città,
inizia dal porto, dopo che la sacra immagine arriva dal mare con una
barca, simulando l’originario rinvenimento.I torresi, noti nel mondo per
la lavorazione della pasta e per il lavoro degli uomini nell’ambito
marinaro, sono devotissimi della Madonna, che li liberò da una delle
violente eruzioni del Vesuvio, alle cui falde è adagiata Torre
Annunziata, il 22 ottobre 1822.
Collegiata di S. Maria Maggiore o della Neve di Somma Vesuviana
(Napoli). La Collegiata fu istituita con il titolo di S. Maria Maggiore
verso l’anno 1600, al posto di precedenti denominazioni della chiesa,
risalenti al Medioevo.Nella stessa Collegiata è attiva la Confraternita
della Madonna della Neve, con confratelli e consorelle, lo Statuto è del
1° settembre 1762; ai confratelli spetta il compito di portare in
processione la statua della Madonna.Nel contesto delle manifestazioni
esterne, c’è la “festa delle lucerne”, che si svolge ogni quattro anni
nei giorni 3-4-5 agosto; le strade dell’antico borgo medioevale Casamale
vengono invase da tanti telai di forme geometriche varie, su ciascuno
dei quali sono poggiate circa 50 lucerne, così da dare l’impressione di
un fiume sfavillante che percorre il borgo.Ad accrescere l’effetto
visivo, in fondo alla serie di figure geometriche,
A questo si aggiungono delle zucche vuote illuminate
internamente, delle vasche con oche vive, apparati di fiori con
l’immagine della Madonna; al passaggio della statua della Vergine in
processione, da terrazzi non visibili dalla strada, giungono dall’alto i
canti-nenia di gruppi di donne. Alla processione annuale prendono parte
in costumi tipici, i cosiddetti “mesi dell’anno” con l’ausilio di
animali da trasporto, componendo con più persone, le figurazioni che
rappresentano lo scorrere dell’anno e le varie attività del mondo
contadino.
In molte zone d’Italia, in
omaggio alla Madonna della Neve, si usa mettere alle neonate i nomi di
Bianca, Biancamaria, o più raro il nome Nives.
(Da "Santi e Beati" - Autore: Antonio Borrelli) .".
Barcellona Pozzo di Gotto è un Paese in Provincia di Messina.
Per dovere di cronaca Barcellona Pozzo di Gotto è anche il paese di Filippo Giorgianni, un ragazzo molto intelligente che stimo.
Bacellona Pozzo di Gotto è un paese ricco di tesori.
In essi vi è l'essenza della cultura siciliana.
La Sicilia, una terra di forti tradizioni cattoliche, risente della sua storia.
Essa fu un crogiolo di culture, da quella fenicia a quella greca, da quella latina a quella bizantina, da quella araba a quella normanna, fino ad arrivare a quella francese e a quella spagnola, senza scordarsi della cultura ebraica.
Ora, a Barcellona Pozzo di Gotto, potrete trovare la cinquecentesca chiesa-convento dei Carmelitani accanto al monastero basiliano.
Anche nelle frazioni ci sono monumenti interessanti.
A La Gala vi è la chiesa.
Essa reca la statua della Madonna della Neve.
Ora, la Sicilia è ricca di statue della Madonna della Neve.
A Galati Mamertino, il paese di mia madre (in Provincia di Messina), esiste una Madonna della Neve.
Essa si trova nella ex-Chiesa di San Martino, poi diventata Chiesa del Rosario.
Questo dimostra che la Sicilia è una terra di grande devozione mariana.
Mi farebbe piacere visitare un giorno Barcellona Pozzo di Gotto.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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