Leggete questo articolo de "Il Corriere della Sera":
"GERUSALEMME – Sedici sì e un lungo applauso. I palestinesi ce l'hanno fatta e nove mesi dopo la battaglia per una poltrona all'assemblea Onu, dopo essere entrati a pieno diritto nell'Unesco, con un voto che non sorprende sono riusciti a inserire un tesoro artistico della Cisgiordania nell'elenco dei patrimoni mondiali dell'umanità da tutelare. È la prima volta che accade. E accade con la Basilica della Natività di Betlemme. «È un giorno storico – esulta Abu Roudeina, portavoce del presidente Abu Mazen - È una vittoria della nostra causa e della giustizia. È un riconoscimento globale dei diritti del nostro popolo. Perché si tratta d'un sito a rischio, a causa dell'occupazione israeliana e della costruzione del Muro di separazione. Dimostra inoltre che è naturale che il mondo sia con noi e riconosca i diritti del popolo palestinese e lo Stato di Palestina». VENTI SITI - Il Comitato per il Patrimonio dell'Unesco, riunito a San Pietroburgo sotto la presidenza russa, su richiesta dell'Autorità palestinese ha preso in considerazione il caso Betlemme con una procedura d'urgenza, contestata da israeliani e Usa, stralciandolo dall'elenco dei venti siti da proteggere (da Hebron alle grotte di Qumram, fino ale coste di Gaza) che il governo Fayyad aveva sottoposto nei mesi scorsi all'Onu. Una volta votato il sì all'inclusione di altri tesori assai meno controversi, come la città di Timbuctu o la tomba di Askia in Mali, l'Unesco ha aperto il dossier della Natività e ha deciso rapidamente: solo sei i contrari e due gli astenuti. La decisione era prevista ed era anche stata anticipata nei giorni scorsi, durante la visita del presidente russo Vladimir Putin proprio alla Basilica di Betlemme.
«DECISIONE POLITICA» - Il voto non è, naturalmente, solo culturale. Per i palestinesi, significa un altro riconoscimento nelle organizzazioni internazionali (la città vecchia di Gerusalemme, per esempio, è elencata dall'Unesco fra le zone contese e quindi non attribuibili a uno Stato, nonostante Israele la consideri parte della sua capitale). E per questo, la decisione è considerata dagl'israeliani «totalmente politica, capace di danneggiare l'Onu e la sua immagine». Severi anche gli americani, che si dicono «profondamente delusi»: «Si tratta d'un sito sacro per tutti i cristiani» e «non dovrebbe essere politicizzato», nota l'ambasciatore David Killion. La procedura d'urgenza in particolare, usata assai di rado e solo per le situazioni gravissime, secondo Usa e Israele non doveva essere invocata in questi casi. La Natività non viene restaurata da 150 anni, un recente studio del Cnr italiano ha stabilito che vi sono alcuni punti a rischio di crollo, giudicando l'intervento di restauro «di media complessità».
LA CHIESA PIÙ ANTICA - Per quanto strano, in un elenco che pure comprende il Salto del Bufalo schiantato in Canada o le vecchie fabbriche siderurgiche svedesi, luoghi di sicura bellezza ma forse non conosciutissimi, la più antica chiesa consacrata della cristianità era finora rimasta fuori dall'elenco dei luoghi da salvare, proprio per un incrocio di veti politici e di contese religiose. L'ultima raccolta di soldi per i restauri, per un paradosso, era stata organizzata mesi fa da governi musulmani come l'Arabia Saudita, la Giordania e il Qatar. E anche la gestione dei fondi necessari al restauro, stimati in circa 30 milioni, è stata finora affidata all'Autorità palestinese e al suo ministro per gli Affari cristiani. Contrarie al riconoscimento di patrimonio Unesco, nei mesi scorsi, si sono dette anche la Custodia francescana di Terra Santa, la chiesa armena e greco-ortodossa, che conservano la Basilica secondo una rigida rotazione stabilita dallo storico «status quo»: avrebbero preferito che l'Unesco mettesse sotto tutela l'intera città di Betlemme, lasciando la Natività fuori dal «tentativo di strumentalizzare i luoghi santi a uso politico».
30 giugno 2012 | 22:27© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ringrazio l'amica Anna Castaldo Dhambri che ha messo l'articolo su Facebook e me l'ha fatto leggere.
Io penso che si debba dividere la questione della Basilica della Natività di Betlemme da quella che vede lo scontro tra Israeliani ed Arabi.
Se la questione del riconoscimento della Basilica della Natività è un fatto positivo (poiché quello è un luogo importante per tutta la cristianità) diverso è il discorso per ciò che riguarda la questione del riconoscimento della Palestina da parte dell'UNESCO, riconoscimento che (giustamente) generò perplessità e spiacque agli Israeliani.
Se la Basilica della Natività deve essere riconosciuta come Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, diverso è il discorso per ciò che riguarda la Palestina.
L'anno scorso, l'UNESCO decise di riconoscere la Palestina.
Fece un errore.
Ne parlai nell'articolo intitolato "UNESCO? Ha sbagliato!".
L'UNESCO commise un grave errore a riconoscere la Palestina come Stato.
Mi ricordo che venni insultato pesantemente per avere affermato.
Ci furono anche segnalazioni alla Polizia postale.
A me, però, non interessa nulla.
Quella decisione dell'UNESCO fu un errore.
Infatti, la Palestina non esiste.
Anzi, quella decisione rischia di compromettere i fragili equilibri nell'area.
Basti pensare al fatto che la Striscia di Gaza sia sotto il controllo dei fondamentalisti di Hamas mentre la Cisgiordania sia sotto il controllo di Al Fatah.
Quindi, la Palestina non esiste!
Mettetevelo in testa!
L'unico Stato palestinese legittimamente riconosciuto è la Giordania.
Per il resto, non esistono altri Stati palestinesi.
Esiste Israele, l'unico Stato laico e democratico della zona.
Quindi, è positivo il riconoscimento della Basilica della Natività ma essa deve essere riconosciuta come bene del territorio di Israele.
Non mi si dica che Gesù Cristo era arabo perché mi arrabbio.
Con il dovuto rispetto per gli arabi, Gesù Cristo era un ebreo.
Quindi, se oggi fosse sulla Terra, avrebbe diritto alla cittadinanza nello Stato di Israele.
Mi si perdoni quello che ho scritto ma dopo avere sentito certe cose, ho ritenuto doveroso fare dei chiarimenti.
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