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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 10 luglio 2012

Commento di San Tommaso d’Aquino al Padre nostro, Introduzione

Cari amici ed amiche.

L'amico Giovanni Covino (SEFT) ha pubblicato questo testo su Facebook:

"Tra tutte le preghiere la più eccellente è certamente quella del “Signore”, o “Padre nostro”.


Essa possiede in sommo grado i cinque requisiti che ogni preghiera ben fatta deve avere: essere cioè sicura, retta, ordinata, devota e umile.


1. È sicura


La preghiera, infatti, deve darci la sicurezza di poterci accostare “con piena fiducia al trono della grazia” (Eb 4,16), e “con fede, senza esitare”, perché, come dice S. Giacomo, “non pensi di ricevere qualcosa dal Signore un uomo che ha l'animo oscillante e instabile” (Gc 1,6 7).

Ebbene, questa preghiera dà senz’altro molta fiducia perché è stata composta dal nostro Avvocatopresso il Signore, l'Intercessore sapientissimo “nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza” (Col 2, 3) e del quale si dice: “Abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo” (1 Gv 2,1 2). Giustamente S. Cipriano dice: “Avendo come avvocato dinnanzi al Padre il Cristo, che è difensore per i nostri peccati, lasciamo parlare il nostro Avvocato”.

La sicurezza diventa ancora più grande e la nostra fiducia viene poi ulteriormente incoraggiata se si pensa a questo: che colui che ci ha insegnato questa preghiera, è lo stesso che, insieme al Padre, ha il compito di esaudirla, adempiendo quanto è detto nel salmo 91,15: “Mi invocherà e gli darò risposta”.

Per questo San Cipriano dice: “E una preghiera da amico e di familiare quella con la quale preghiamo Dio usando le sue stesse parole”.

E indubbiamente è questa la ragione per cui questa preghiera non si recita mai senza frutto, sicché essa ci ottiene tra l'altro, come dice S. Agostino, anche la remissione dei peccati veniali.



2. È retta



Ogni preghiera deve essere retta. Infatti ogni persona che prega deve chiedere a Dio le grazie che sono un bene per lui. San Giovanni Damasceno insegna che la preghiera è una “una richiesta a Dio di cose che sono un bene per noi”.

Ecco perché molte volte la preghiera non viene esaudita: perché vengono chieste cose che non sono un bene per noi, come dice S. Giacomo: “Chiedete e non ottenete perché chiedete male” (Gc 4,3).

Sapere che cosa chiedere è difficilissimo, perché è difficilissimo conoscere quali siano i veri beni da desiderare. Si chiede infatti lecitamente nella preghiera solo quello che è lecito desiderare. Lo rilevava già S. Paolo quando scriveva ai Romani: “Nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare” (Rm 8,26).

Il Cristo però, che è nostro Maestro, ci ha personalmente insegnato quello che dobbiamo chiederequando i discepoli gli chiesero: “Signore, insegnaci a pregare” (Lc 11,1). Perciò la nostra preghiera è rettissima quando chiediamo al Signore le cose che lui stesso ci ha insegnato a chiedere. Insegna in proposito S. Agostino: “Se vogliamo pregare in modo retto e conveniente, qualunque sia la parola che usiamo, dobbiamo chiedere solo ciò che è contenuto nella Preghiera del Signore”.



3. È ordinata



La preghiera deve essere ordinata, così come ordinato dev’essere il desiderio. Infatti la preghiera è interprete del desiderio.

Ebbene: il giusto ordine vuole che tanto nel desiderare come nel chiedere preferiamo i beni spirituali a quelli materiali e i beni del cielo a quelle della terra. Il Signore infatti ci ha ammonito: “Cercate innanzitutto il regno di Dio e la sua giustizia, e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta” (Mt 6,33). E questo ordine appunto il Signore ci ha insegnato ad osservare nella sua preghiera, nella quale ci fa domandare prima i beni celesti e poi quelli terreni.



4. È devota



La preghiera deve essere anche devota, perché l'abbondanza della devozione rende il sacrificio dell'orazione accetto a Dio, secondo quanto dice il salmista: “Nel tuo nome alzerò le mie mani; mi sazierò come a lauto convito, e con voci di gioia ti loderà la mia bocca” (Sal 63,5 6).

La devozione si stempera se la preghiera è prolissa. Per questo il Signore stesso ci ha comandato di evitare lungaggini. Pregando non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole” (Mt 6,7). S. Agostino, scrivendo a Proba, le dà il seguente avvertimento: “Lungi dalla preghiera le molte parole. Non manchi però il molto supplicare finché dura il fervore”. Ecco perché il Signore ha voluto che questa preghiera fosse breve.

La devozione, poi, sgorga dalla carità, e cioè dall'amore di Dio e del prossimo. E questi due amori vengono raccomandati nella preghiera del Pater.

L'amore di Dio viene stimolato quando, rivolti a Lui, lo chiamiamo “Padre”.

L’amore del prossimo invece viene stimolato quando, in comunione con tutti, preghiamo per tutti dicendo al plurale: “Padre nostro”. E “rimetti a noi i nostri debiti”. L’amore del prossimo infatti conduce a questo.



5. È umile



Da ultimo, la preghiera deve essere umile perché Dio “si volge alla preghiera dell'umile e non disprezza la sua supplica” (Sal 102,18). Vedi anche la parabola del fariseo e del pubblicano (Lc 18,10 14) e la preghiera di Giuditta: “Tu sei il Dio degli umili, sei il soccorritore dei derelitti” (Gdt 9,11).

E questa umiltà viene osservata nel Padre nostro. Infatti si ha vera umiltà quando uno non presume assolutamente nelle proprie forze, ma aspetta tutto dalla potenza divina alla quale si rivolge supplichevole.
".

Il Padre nostro è la preghiera fondamentale della nostra fede.
Ci fu insegnata da Gesù Cristo in persona.
Essa è una preghiera di origine ebraica, poiché deriva dal Kaddish, ma essa è rivolta a tutti.
Quindi, essa è preghiera di origine ebraica ma è anche una preghiera universale, una preghiera da rivolgere ad un Dio che si fa chiamare "Padre", un Dio che ama l'umanità e che 2012 anni fa amò così tanto il genere da mandare il suo unico Figlio.
Questo non va dimenticato.
Cordiali saluti.




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