L'amico Giovanni Covino (SEFT) mi ha fatto avere questo brano del "Liber de veritate catholicae fidei":
"Prestando fede a queste verità, che la ragione umana non è in grado di controllare, non si fa un atto di leggerezza, quasi prestando fede a dotte favole. Poichè la stessa sapienza divina, che tutto conosce in modo completo, si degnò di rivelare i suoi segreti agli uomini; mostrando il suo intervento e la verità del suo insegnamento e della sua ispirazione con argomenti adatti: confermando cioè cose che sorpassano la conoscenza naturale con opere visibili superiori alle capacità di tutta la natura. Vale a dire con la guarigione prodigiosa di malattie, con la risurrezione dei morti, con le mutazioni miracolose dei corpi celesti, così da riempire col dono dello Spirito Santo uomini ignoranti e semplici, facendo loro conseguire all'istante somma sapienza ed eloquenza.
In considerazione di ciò, per l'efficacia delle prove suddette e non già per violenza di armi, nè per attrattiva di piaceri e, cosa mirabilissima, in mezzo alla tirannia dei persecutori, una turba innumerevole non solo di persone semplici, ma anche di uomini sapientissimi, abbracciò la fede cristiana; nella quale vengono predicate cose che tascendono qualsiasi intelletto umano, mentre insegna a tener a freno i piaceri della carne, e a disprezzare tutte le cose del mondo. Ora, l'adesione degli animi dei mortali a queste cose è insieme il più grande dei miracoli, ed esige l'intervento manifesto dell'ispirazione divina, per disprezzare le cose visibili nel solo desiderio di quelle invisibili. E questo non avvenne improvvisamente o per caso, ma per disposozione divina, come è evidente dalla predizione fattane in precedenza dagli oracoli di molti profeti, i cui libri sono stati conservati religiosamente fino a noi, come testimonianza della nostra fede.
Questa mirabile conversione del mondo alla fede cristiana è SEGNO CERTISSIMO degli antichi miracoli, così da non essere necessaria la loro ripetizione, apparendo così EVIDENTI NEI LORO EFFETTI. Sarebbe infatti il più strepitoso dei miracoli, se il mondo fosse stato indotto a credere cose tanto ardue, a compiere azioni tanto difficili e sperare cose tanto alte da uomini semplici e poveri, senza prodigi mirabili.
Se ’l mondo si rivolse al cristianesmo,
diss’io, sanza miracoli, quest’uno
è tal, che li altri non sono il centesmo...
Dante Alighieri, Paradiso, canto XXIV vv. 106-108".
Io penso che, con la cultura materialista di oggi, si voglia legare la fede ai miracoli.
Ergo, secondo l'attuale modo di agire, se c'è il miracolo si crede e se non c'è non si crede.
La fede, però, è qualcosa di più.
Credere in Dio deve prescindere dal miracolo.
Il termine "fede" deriva di "fidarsi", "avere fiducia".
L'uomo che crede in Dio deve avere fiducia di Dio.
Questa è la vera fede ed essa si dovrà tradurre in opere degne.
Il miracolo può servire a rafforzare la fede o a dare la scintilla che possa fare scaturire essa.
Nel brano dei Vangeli che parlano delle tentazioni di Gesù si parla del diavolo che invita Gesù a buttarsi dal Tempio di Gerusalemme.
Questa è una tentazione che subiamo tutti noi.
In pratica, secondo il piano del diavolo, Gesù avrebbe dovuto buttarsi dal tempio per fare credere gli altri che egli fosse il messia.
Il piano di Dio, però, era diverso.
Dio non volle che gli uomini credessero in lui per i miracoli ed in funzione di essi.
Nei piani di Dio, la fede avrebbe dovuto essere l'amore dell'uomo verso di lui, un amore incondizionato, come del resto è incondizionato l'amore che egli dà all'uomo.
Allora, riflettiamo!
Cordiali saluti.
Nessun commento:
Posta un commento