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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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martedì 15 maggio 2012

Politica, commento alle parole del Papa

Cari amici ed amiche.

Ho letto un articolo sul blo "El Matiner Carlì" che è intitolato "Gaudium et spes: el "optimismo antropológico" en fase terminal" e ho voluto fare una riflessione.
La voglio fare anche in funzione delle parole dette dal Santo Padre Benedetto XVI ad Arezzo.
Il Papa ha detto che servono comportamenti nuovi.
Che oggi ci sia decadenza della società è vero.
L'esempio è la politica.
Oggi, infatti, non c'è più la politica ma c'è l'antipolitica, nel suo aspetto tecnocratico e in quello populista.
Questo è un esempio di decadenza.
Quando manca la politica muore lo Stato e quando muore lo Stato muore il popolo.
Mi viene da citare l'ottimo Filippo Giorgianni che ha messo su Facebook un brano di Marcello Veneziani che è intitolato "Marcello Veneziani, "Alla fine ha vinto Marx. Siamo tutti uguali: individualisti e nichilisti", in 'il Giornale' del 14/05/12...".
Esso recita:

«Marx ha vinto e vive con noi. Non è una boutade o un paradosso, è la realtà. Il marxismo separato dal comunismo – e la sua utopia scissa dalla sua profezia – è lo spirito del nostro tempo. Viviamo in piena epoca marxista. Non mi riferisco solo alla crisi economica presente né solo al fenomeno previsto da Marx ed ora effettivamente avverato della ricchezza concentrata in poche mani, con una minoranza sempre più ricca e ristretta e una maggioranza sempre più vasta e povera. Dobbiamo rifare i conti con Marx, e non solo perché ci siamo formati in un’epoca – come scrive Dürrenmatt – in cui “essere marxisti era una specie di dovere” – un dovere che noi trasgredimmo. Ma soprattutto perché il marxismo impregna il nostro oggi. Scrive Marx nel Manifesto: “Si dissolvono tutti i rapporti stabili e irrigiditi, con il loro seguito di idee e di concetti antichi e venerandi, e tutte le idee e i concetti nuovi invecchiano prima di potersi fissare. Si volatilizza tutto ciò che vi era di corporativo e di stabile, è profanata ogni cosa sacra e gli uomini sono finalmente costretti a osservare con occhio disincantato la propria posizione e i reciproci rapporti”. È la prefigurazione più precisa della nostra epoca. Il marxismo fu il più potente anatema scagliato contro Dio e il sacro, la patria e il radicamento, la famiglia e i legami con la Tradizione; una teoria che si fece prassi pervasiva. Fu una deviazione la sua realizzazione in paesi premoderni, come la Russia e la Cina, la Cambogia o Cuba. Contrariamente a quel che si pensa, il marxismo non si è realizzato nei paesi che hanno abbracciato il comunismo, dove invece ha fallito e ha resistito attraverso l’imposizione poliziesca e totalitaria; si è invece realizzato nel suo spirito laddove nacque e si rivolse, nell’Occidente del capitalismo avanzato. Non scardinò il sistema capitalistico, ma fu l’assistente sociale e culturale nel passaggio dalla vecchia società cristiano-borghese al neocapitalismo nichilista e globale. La società dei consumi, dei desideri e dei mondi virtuali ha realizzato, nella libertà, il compito e la definizione che Marx dava del comunismo: “è il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente”. L’utopia comunista è stata realizzata a livello planetario, ma sul piano individuale e non collettivo, come invece pensava Marx. Nel segno dell’individualismo di massa e non del comunismo e della sua abolizione dello Stato, della proprietà privata o delle diseguaglianze. Non sconcerti questa lettura individualistica di Marx. Nell’Ideologia tedesca, Marx dichiara che il fine supremo del comunismo “è la liberazione di ogni singolo individuo” dai limiti locali e nazionali, familiari e religiosi, economici e proprietari. Il giovane Marx onora un solo santo nel suo calendario: Prometeo, l’individuo eroico e liberatore. Uno dei primi scopritori dell’essenza individualistica che si celava dentro la buccia collettivista di Marx fu Louis Dumont in Homo aequalis. La società capitalistica globale ha realizzato le principali promesse del marxismo, seppur distorcendole: nella globalizzazione ha realizzato l’internazionalismo contro le patrie; nell’uniformità e nell’omologazione ha inverato l’uguaglianza e il livellamento universale; nel dominio globale del mercato ha riconosciuto il primato mondiale dell’economia posto da Marx; nell’ateismo pratico e nell’irreligione ha realizzato l’ateismo marxiano e la sua critica alla religione; nel primato dei rapporti materiali, pratici e utilitaristici rispetto ai valori spirituali, morali e tradizionali ha realizzato il materialismo marxiano; nella liberazione da ogni legame organico e naturale ha realizzato il prometeismo marxista nella sfera individuale; nella società libertina e permissiva ha inverato la liberazione marxiana dai vincoli famigliari e matrimoniali; e come Marx voleva, ha realizzato il primato della prassi sul pensiero. Il marxismo, fallito come apparato repressivo a Est, si è realizzato come radicalismo permissivo a Occidente, separandosi dal comunismo anticapitalista, messianico e profetico. E ora si realizza anche nell’Estremo Oriente, in Cina e Corea, nella forma del mao-capitalismo, il comunismo liberista. La spinta ideologica del marxismo si condensa in forma di mentalità; la sua avanguardia intellettuale assume il controllo del potere culturale, come una setta giacobina che vigila sulla conformità al politically correct; mentre nei rapporti sociali ed economici, il marxismo si conforma alla società globale e neocapitalistica di massa. Di cui è stato in definitiva la Guardia Rossa, a presidio della rimozione della Tradizione. Lo spirito del marxismo si realizza in Occidente, facendosi ideologicamente radical, economicamente liberal. Ha perso i toni violenti del marxismo – la cruenta lotta di classe e la dittatura del proletariato – lasciati alle rivoluzioni del Terzo Mondo e frange estreme d’Occidente; ma con essi ha perso anche l’anelito alla giustizia sociale e il radicamento nel proletariato e nella classe operaia. La società di massa dell’Occidente ha portato a compimento la previsione di Marx: la proletarizzazione dei ceti medi ma dopo l’imborghesimento del proletariato. La borghesia si universalizza come stile di vita e modello, ma il suo allargamento coincide col suo abbassamento di status socio-economico al rango proletario. Quel che Marx non aveva capito era che il disincanto, la secolarizzazione, l’ateismo non avrebbero risparmiato nemmeno il comunismo e la sua vena escatologica e profetica. Arrivo a dire che il comunismo dell’Est è stato sconfitto dal marxismo occidentale, col suo materialismo pratico, la sua irreligione e il suo primato dell’economia che hanno sradicato più che nelle società comuniste il seme vitale dei principi e degli assetti tradizionali. Non a caso i marxisti d’Occidente si sono convertiti allo spirito radical e liberal, all’individualismo, al mercato e alla liberazione sessuale, dismettendo la liberazione sociale. La lotta di classe ha ceduto alla lotta di bioclasse nel nome dell’antisessismo e l’antirazzismo. Anche la difesa egualitaria delle masse di poveri ha ceduto alla tutela prioritaria dei “diversi”. Il marxismo resta attivo sotto falso nome e falsa identità, quasi in forma transgenica, come spirito dissolutivo della realtà e del suo senso, del sacro e del fondamento, dei principi e delle strutture su cui si è fondata la società tradizionale. La fine del marxismo, a lungo enunciata, è un caso di morte apparente.»

Oggi, infatti, prevalgono il nichilismo e l'individualismo, due idee tipicamente marxiste.
I valori, come quello la famiglia, vengono meno, in nome dell'egualitarismo.
L'uomo viene ridotto ad essere un semplice individuo, al pari di un cane, di un maiale o di qualsiasi altro animale.
Vinto sul piano economico, il marxismo si è fatto strada nella cultura e nella politica.
La crisi attuale è il prodotto di ciò.
Il Santo Padre ha detto che i giovani devono tornare ad impegnarsi nella società e non devono farsi attrarre dall'antipolitica.
Infatti, l'antipolitica fa il gioco di chi professa e propaga queste idee perverse.
Nelle sue due forme, l'antipolitica attacca la persona.  intesa come essere umano che con le sue peculiarità è parte di una società,  ed assolve il popolo, facendo populismo e dell'egualitarismo, e poi divinizza lo Stato, uno Stato tecnocratico.
Intrinsecamente, ciò è prodotto del marxismo.
Senza più una cultura della persona e dello Stato, il cittadino diventa individualista. 
Da qui viene fuori l'individualismo che può diventare nichilista, violento ed asociale.
I giovani hanno il dovere di invertire la tendenza, se non si vuole finire nel baratro.
Cordiali saluti. 




2 commenti:

  1. L'individualismo é un'idea tipicamente marxista??????!!

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  2. E' un paradosso ma è così!
    Il marxismo, infatti, punta all'egualitarismo.
    In poche parole, per il marxismo, ogni differenza deve essere soppressa.
    In realtà, l'idea dell'egualitarismo è nociva ed impraticabile.
    Ogni uomo, infatti, ha peculiarità ed ambizioni proprie.
    Questa idea egualitaria è anche nociva perché è contro natura.
    In nome dell'eguaglianza, si nega, di fatto, l'identità della persona in quanto tale e si premia la massa.
    Per reazione, viene fuori così l'individualismo.

    RispondiElimina

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