Avrei voluto parlare di questo argomento l'altro ieri ma il terremoto ha sconvolto i miei piani.
Il 29 maggio del 1453, cadde Costantinopoli, la capitale del millenario Impero Romano d'Oriente o Impero Bizantino.
I Turchi Ottomani del sultano Mehmet II sconfissero le difese (che furono lasciate sole dall'Occidente) ed entrarono in Costantinopoli.
L'imperatore, il basileus Costantino XI Paleologo, morì in battaglia contro i Turchi
Si disse che, prima di combattere, egli si fosse tolto le insegne imperiali e poi si fosse buttato nella mischia.
Il suo corpo fu riconosciuto solo perché indossava gli stivali color porpora.
I Turchi lo decapitarono e lo sventrarono.
Le sue viscere furono messe in cima alla Colonna di Costantino, per schernire l'oramai estinto Impero Bizantino.
Il corpo fu poi sepolto in una fossa comune, perché i cristiani non facessero un luogo di culto a lui dedicato, in quanto martire.
Molti libri di storia parlano della tolleranza di Mehmet II verso i vinti.
In realtà non fu così.
Egli, infatti, si vendicò dei Bizantini.
Per tre giorni, lasciò i suoi soldati liberi di massacrare, stuprare le donne ed i bambini e di saccheggiare.
Le strade divennero rosse di sangue e si poterono contare 40.000 cadaveri.
Poi, altri 50.000 cittadini furono deportati come schiavi per tutto l'Impero Ottomano.ù
Qui i soldati turchi decisero di entrare nella chiesa sfondando le porte, che erano state chiuse dai preti.
Una volta entrati, essi sgozzarono i preti che dicevano messa, uccisero le donne in preghiera e presero i bambini e li stuprarono sugli altari.
La chiesa fu trasformata in moschea nella sera stessa.
Solo dopo, il sultano decise di essere tollerante.
Fece diventare Patriarca di Costantinopoli Gennadio Scolario, un vescovo anti-unionista ed ostile al progetto del defunto imperatore Costantino XI, che invece riunì la Chiesa ortodossa e quella cattolica.
Quindi, San Costantino XI Paleologo (per gli ortodossi) morì in comunione con Roma.
A Mehmet II interessava, infatti, che la Chiesa ortodossa e quella cattolica fossero divise, così da controllare la prima ed impedire alla seconda di agire contro di lui.
In questo senso, Mehmet non si differì molto da Giulio Cesare.
Egli usava la tattica del "Divide et impera".
Poi, i cristiani ortodossi trasferirono la loro sede patriarcale alla Chiesa dei Santi Apostoli.
La zona attorno, però, fu colonizzata dai musulmani e la chiesa andò in rovina.
Dovettero abbandonarla.
Il sultano Mehmet II la fece demolire e vi costruì una moschea, moschea che oggi ospita la sua tomba.
La sede patriarcale dovette trasferirsi alla chiesa della Theotokos Pammakaristos e vi rimase fino al 1586, anno in cui la chiesa fu convertita in moschea.
Così, finì la civiltà bizantina.
Termino con alcune frasi dell'imperatore Costantino XI che l'amico Angelo Fazio ha messo su Facebook:
"Immagine dell'imperatore Costantino XI, l'ultimo imperatore romano d'Oriente, simbolo immutabile della libertà e della Cristianità invitta.
"Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani. So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo... Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.Vi chiedo scusa per ogni eventuale sgarbo, che io ho compiuto verso di voi senza volerlo.Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la fede, la patria, la famiglia e il basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrificio della mia stessa vita.Da oggi Latini e Romani sono lo stesso popolo, uniti in Dio, e con l'aiuto di Dio salveremo Costantinopoli."
(L'ultimo discorso di Costantino XI, ultimo Imperatore dei Romani, ai suoi soldati, ai suoi ministri e servitori, ai suoi familiari, ai suoi alleati, prima di andare in battaglia contro i Turchi invasori.)"
e con una mia poesia:
"IL SANGUE ET I MITI NE LA BASILICA DI HAGHIA SOPHIA IN COSTANTINOPOLI
“Gloria a Dio...
che mi ha fatto degno di questo!
Ti ho superato, o Salomone!”
Ubi “Nika!”...rugghianti i rivi et gl'aurighi
che ne 'l sangue annegarono co' la tenzone...
furono, di pace et di divozione, pulcro,
a Sapientia dedicato et prezioso, loco fece...
ille, Giustiniano, basileus et romano imperator, per Nova Roma;
de la crudel arme, si tra gli incensi et cereo...
et Divina Leitūrgía anche, l'odore...
acre rimase...et, da le naturali leggi...
pure contemplata, pareva, come di lagrime antique,
in stilla la colonna ibi, in un pianto etterno,
suo pare, gravido, il ricordo;
ma maior fuit quello, ne 'l mese mariano,
allorché vennero Mehmet et le orde, in sequi,
come in Otranto che parve ibi, de' presuli fecero...
et, al violare poscia, de gli infanti, sacrileghi,
quel che Abramo, co' la mano, al figliuolo...
suo diletto Isacco, non officiò, in rito;
mezquita, magno santuario cotesto venuto,
cantare pare ancora di Cristo, in onnne cosa, ancora...
et forse de 'l clerico, ne 'l muro che s'aprì...
al cadere, invero sé volvere prossimo,
co' la clara tonaca venuta, co' segni et verbi,
come ibi la pace et uffitio novo, puote il mito. "
A questo punto ci sarebbe da chiedersi se quanto accaduto in Costantinopoli fosse genocidio.
Cordiali saluti.
Cordiali saluti.
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