Cari amici ed amiche.
Questa mattina, spedirò al parroco di Moglia (Mantova) questa lettera:
"Stimatissimo don Alberto.
Ho saputo di quello che è successo alla sua parrocchia.
Questo evento sismico ha sconvolto tutti.
A nome mio, dei mei familiari e, penso anche, di tutti suoi ex parrocchiani di Roncoferraro, esprimo la totale vicinanza a lei e ad i suoi attuali parrocchiani.
A Revere, a Gonzaga ed a Mirandola conosco delle persone e, quindi, ho degli amici.
Sono molto preoccupato per loro come per lei.
Ovviamente, esprimo la mia vicinanza anche a loro.
Se nella sua zona ci sono delle attività di beneficenza a favore dei terremotati o se ci sono famiglie che hanno bisogno oppure aziende messe in crisi a causa del terremoto, lo riferisca anche a me.
Cercherò di mettere in giro la voce, tenendo conto anche del fatto che io abbia un blog in rete, “Italia e mondo”.
Lo farei volentieri.
E' il minimo che io possa fare, visto che lei ha sempre fatto del bene a noi roncoferraresi, me compreso.
Tra l'altro, giusto l'altro ieri, durante la Messa, l'attuale parroco di Roncoferraro, il suo successore don Alberto Bertozzi, ha annunciato che le offerte saranno devolute alla sua parrocchia.
Noi roncoferraresi non dimentichiamo.
Esprimendole di nuovo la mia vicinanza, le porgo i miei più cordiali saluti ed i miei migliori auguri.
Roncoferraro (MN) …/.../.......
Antonio Gabriele Fucilone".
Molta gente di Roncoferraro è andata a Moglia a fare visita a don Alberto Ferrari.
Altri gli hanno telefonato.
Del resto, don Alberto è stato parroco qui per diciassette anni, fino al novembre del 2005.
Egli ha fatto veramente tanto per questa comunità.
Per esempio, l'oratorio della Parrocchia di Roncoferraro è opera sua.
Ha aiutato tutti, me compreso.
Il minimo che si possa fare, visto quello che ha fatto, è aiutarlo in questo momento difficile.
Io penso che almeno la riconoscenza non sia un optional.
Ora, mi rivolgo in particolare ai miei compaesani roncoferraresi.
Ovviamente, estendo l'invito a tutti.
Non fate visite di cortesia don Alberto né telefonategli per fare quattro chiacchiere con lui.
Gli sareste più di impiccio.
Piuttosto, se gli telefonate, chiedetegli se ha bisogno di qualcosa o se la sua attuale comunità ha bisogno di qualcosa.
Se lo andate a trovare, fate la stessa cosa.
Anzi, se è necessario, dategli una mano.
Se qualcuno può gli dia una mano.
Per esempio, so che la sua chiesa è inutilizzabile.
Gli si potrebbe offrire una tensostruttura o una struttura prefabbricata o una struttura temporanea in cui possa dire messa.
Chi può faccia ciò.
Oppure, si potrebbero aiutare i suoi parrocchiani che hanno maggiore bisogno.
Si deve lavorare così, sul campo.
Io, che ho questo blog, cerco di mettere in giro la voce per fare in modo che le comunità terremotate siano aiutate.
Ciascuno faccia le cose con i mezzi che ha.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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