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venerdì 18 maggio 2012

Wainer Mazza, la recensione

Cari amici ed amiche.

Voglio fare la recensione di un grande cantastorie mantovano ed amico della mia famiglia, Wainer Mazza.
Nato a Villa Saviola, frazione del Comune di Motteggiana (in Provincia di Mantova), il 13 maggio del 1945, Wainer andò a vivere a Motteggiana, ove tuttora abita, in via Roma 19.
A 15 anni ebbe la sua prima chitarra, grazie ad un'esagerata fornitura di pasta nel negozio dei suoi genitori .
A 19 anni,  tra un rimando ed una bocciatura, si diplomò a Verona come perito elettrotecnico.
Intanto, egli iniziò quella che divenne la sua vocazione, cantare il proprio territorio e la sua storia, con la sua portentosa lingua mantovana.
In quel contesto iniziò con l'avventura di un concorso per voci nuove a Castrocaro Terme, ove si piazzò tra i primi trenta.
Il tutto, però, non diede seguito ad alcuna svolta professionale e così lavorò presso una nota industria tessile (industria in cui fino al 2007 lavorò anche mio padre) come supervisore per trentadue anni.
Tuttavia, la sua vena artistica non si chiuse ed iniziò a comporre poesie in dialetto mantovano e in lingua italia.
Nel 1975, Wainer entrò nel cenacolo dialettale dei poeti mantovani "Al Fogoler", cenacolo che era stato fondato tre anni prima dal Maestro Gilberto Boschesi e dal professor Enzo Boccola.
Il presidenti Fogolèr furono:


  1. 1972, professor Enzo Boccola
  2. 1972-1978, Maestro Gilberto Boschesi
  3. 1979-1981, Cavalier Alfredo Facchini
  4. 1982-1989, Luigi Madella.
Nel 1990, Wainer divenne presidente del cenacolo.
Lì, Wainer divenne una fucina di idee ed incominciò a scrivere poesie e bellissime ballate in dialetto mantovano.
La sua fama valicò i confini della provincia stessa.
Sono note le sue canzoni intitolate "Tur dal Sucar", a "Munticiana" (Motteggiana) e a "Al Bec le al Bech". 
Inoltre, sono belle anche le sue poesie, poesie che parlano della sua famiglia e della sua terra.
Ne ho qui una e ve ne faccio leggere un pezzettino.
Essa è intitolata "Parlar in dialet" e recita:

"Li paròli ch'a dighi i è mii
i è stadi 'd me padar
ad me nonu
e indré, pö indré ancora
li paroli ch'a dighi
li gh ha déntar al südur dli fadighi.".

Tradotto, il testo ha questo significato:

"Le parole che dico sono mie
sono state di mio padre
di mio nonno
e indietro ancora indietro
le parole che dico hanno dentro il sudore delle fatiche".

Io lo conobbi nel 2002. Venne invitato a cena dai miei genitori, con sua moglie.
Mi ricordo molto bene quello che disse di me e di mio fratello.
Quando vide mio fratello, lo definì "ruspante e popolare".
Effettivamente, oggi, mio fratello (che è un gran caciarone) compone musica hard core e balla country.
Su di me disse che "sarei stato bene con i preti e gli intellettuali". 
Poi gli dissi che dal 1996 componevo poesie, lui in qualche modo si mise a discutere con me della materia. 
Fu lui che, in qualche modo, mi incoraggiò a pubblicare le mie poesie. 
La mie prime due poesie pubblicate, sul quotidiano "La Voce di Mantova", furono queste:

"San Michele
Dal ferro d’Egli fermato…
non arse l’Inimico…
Sordido Fuoco di Tenebra…
e il Giusto parlò;


periglio più non fece…
il Laido, Lercio e Ferino…
calmato che fu e…
ruina ebbe di gladio;


e i viandanti al tempo…
retti porti…
il Defensor di pace Messaggero e …
in essi …
il Vero mandi Egli."

e:

"S.A.R. Giacomo II Stuart

E la scelta d’egli...
la Romana Tiara...fu...
e sulle sue lande di bruma…
di Giovanni e Tommaso martiri…
natia patria che furono…
il ritorno ne chiese;



e per essa… 
sul grande seggio…
non dal suo volgo …
dai cranmeriani verbi ...
ora pervaso…
accetto fu;




lo ripudiò… l’Anglia…
e di sé il fasto…
pure esso nelle sue brame…
presto fu giudice…ma…
egli anche fu vittima…
il volgo più di sé...forse…
in tale guisa…
lo pose;


ma non vi presenti laida colpa …
quella sua volontà…
non lungi …
dalla Santa italica Città;


oltre i suoi mari…
dal soglio privato e la sua insula…
lo lasciò...al canto del Requiem…
nelle lande di Gallia facente eco...
con l’utopia ora immobile…
lo spirto;


e un forestiero dal colore…
dei solari frutti d’Aranci… .
sul potere, nelle sue veci venne…
e forse un’infamia, con la gloria…
compiuta e vincente…
per egli fu.".

Quindi, se oggi vi strazio con i miei testi, la colpa fu di Wainer Mazza, che mi incoraggiò.
Ovviamente, sto scherzando.
Wainer mi ha sempre dato dei buoni consigli.
L'ultimo consiglio che mi ha dato è stato quello di essere più alla portata di tutti perché ci guadagnerei in simpatia e considerazione.
Dal 2004, il "Fogolèr" organizza i "Pranzi dei poeti mantovani", a quali vengo invitato pure io.
Wainer è sempre in prima linea nel portare le tradizioni ed il dialetto mantovano.
Ora, nel video qui sotto,  vi faccio sentire la sigla della trasmissione televisiva "Vécia Mantua", trasmissione che va in onda su "Telemantova" ogni sabato sera:



Termino ora, con una mia poesia dedicata a questo grande personaggio:

"U truvaturi di chista mantua

Comu di Peguilhan Aimeric si fici...
iddu, mastru Wainer, cù la palora et la vuci...
accussì 'n virtute...pì comu dici...
et di chista Mantua cantu faci...
comu d'onne bona cosa...d'onne piccatu et piccaturi..
accussì 'n fabula puru canta bolleggiume et buriana...
certu 'n corda chistu nostru truvaturi...
picchì amuri tene iddu pì chista riggina padana!".

Allora, a questo grande personaggio (che è anche una grande persona) auguro ogni bene nella vita come nell'arte.
Cordiali saluti. 










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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screenshot del Corriere della Sera.