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sabato 19 maggio 2012

HOMOPHOBIA - IL FANTASMA ONNIPRESENTE - (da Obiettivo Chaire) edizioni San Paolo -

Cari amici ed amiche.

Leggete questo testo delle Edizioni San Paolo:

"SIGNIFICATO DEL TERMINE.

Se una persona non condivide l'ideologìa gay rischia di essere additata come "omofoba".
Il termine "fobìa" indica una paura intensa, esagerata, per situazioni, oggetti o azioni che il soggetto prova nonostante spesso non ne conosca la ragione.

Il fobico, posto a contatto con lo stimolo specifico temuto, presenta in genere vere e proprie crisi d'ansia più o meno intense e paralizzanti.
Esempi di fobìa sono ad esempio la "claustrofobia" (paura per gli spazi chiusi o senza finestre) o l'aracnofobia (paura dei ragni).

Appare decisamente fuori luogo - è evidente - etichettare chi NON CONDIVIDE L'IDEOLOGIA GAY COME "OMOFOBO".
Gli stessi manuali diagnostici non elencano tra le fobie la "OMOFOBIA"; e recenti ricerche (Olatunji e altri, 2004) escludono che possa essere definita tale.
Ciò che viene chiamato "omofobia", infatti, non è una malattìa, ma un ATTEGGIAMENTO di NON CONDIVISIONE nei confronti dell'ideologia gay e di NON APPROVAZIONE nei confronti dell'OMOSESSUALITA' (che non significa odio o disprezzo nei confronti delle persone con tendenze omosessuali.
".


Ringrazio l'amica Anna Maria Pacchiotti che mi ha inoltrato questo testo su Facebook.
Effettivamente, bisogna capire cosa si intende etichettare con il termine "omofobia".
Il termine "fobia" deriva dal greco "phobéomai" e significa "avere paura".
Ogni uomo (chi più e chi meno) è mediamente fobico.
Esistono tanti tipi di fobie.
Cito l'aracnofobia (che conosco bene), la claustrofobia, la brontofobia e la nictofobia.
Se si vuole dare un senso letterale ai termini, l'omofobia non esiste.
Non può esistere una "paura degli omosessuali".
Può esistere, invece, una non condivisione di certi atteggiamenti degli omosessuali, che è pienamente legittima, come può esistere un odio nei confronti degli omosessuali, che invece non è condivisibile, né accettabile.
Molto spesso, il termine "omofobia" viene usato per attaccare chi non accetta certi atteggiamenti dei gay.
Viene usato quasi a scopo intimidatorio.
In poche parole, se una persona non è favorevole ai matrimoni gay, secondo una certa logica, ella deve essere "bollata" come omofoba.
Se una persona non è favorevole all'adozione da parte delle coppie gay, sempre secondo una certa logica, ella deve essere "marchiata" come omofoba.
E' chiaro che ciò sia sbagliato.
Io credo che fare del male ai gay non sia una bella cosa come credo che non sia una bella cosa fare del male a chi è eterosessuale.
Purtroppo, si sta affermando una logica sbagliata.
Basti pensare alla proposta della deputata del Partito Democratico Paola Concia.
Questa proposta avrebbe previsto delle pene maggiorate per chi picchia i gay.
Per fortuna, il Parlamento ha bocciato questa proposta.
Infatti, si sarebbe creata una categoria di persone privilegiate.
Secondo questa legge, se un gay fosse stato picchiato, l'aggressore avrebbe avuto una certa pena.
Se, allo stesso modo, fosse stato picchiato un eterosessuale, la pena sarebbe stata inferiore.
Ciò sarebbe stato scorretto.
Bisogna finirla con certa retorica.
Cordiali saluti.




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