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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 16 maggio 2012

LA DOTTRINA SOCIALE CI SPIEGA COME DOVREBBE GOVERNARSI UNO STATO

Cari amici ed amiche.

Leggete questa bella nota di Stefania Ragaglia, che ha riportato un brano della "Dottrina sociale della Chiesa":

"Spesso, mi imbatto in soggetti che pensano di avere la verità in mano. In soggetti che pensano di avere soluzioni ai problemi che ci circondano e attanagliano. Peccato, però, che le loro soluzioni, sono, oggi come oggi impraticabili, utopiche, nostalgiche, alle volte perfino assurde, e peccato che spesso si rivelano fallacie perché, magari, neanche supportate da encicliche papali o dallo stesso catechismo della Chiesa Cattolica. Faccio riferimento a questo tipo di atti magisteriali perché la gente di cui parlo, si professa (e lo è) cattolica (apostolica, romana).

Parlano tanto, ripeto, pensando di avere la verità in mano; selezionano gli autori da sciorinarti al momento giusto, autori, secondo loro inappuntabili, fari della verità (e non sono, spesso e volentieri dei Santi), autori che se non hai letto o sconosci sei un cattolico di serie B. Ma questa gente, però, mostra una certa ristrettezza di vedute. Mostra, una certa settarietà, che non fa bene né a loro, né alle persone che incontrano, perché rischiano di rendersi antipatiche, di risultare ‘strane’, fuori dal mondo, insomma, dei pazzi. È gente che dovrebbe imparare e scolpire nella propria mente le parole di S. Paolo, ‘vagliare tutto e ritenere ciò che è buono’ , sostanzialmente ci chiede di non guardare CHI lo dice, ma COSA dice. Cioè, prendi, cum grano salis le cose belle, vere e giuste (o che comunque puoi orientare verso la Verità) e usale per propagandare la stessa.

Uno di questi argomenti che mi capita spesso di vedere portato come ‘soluzione ai problemi’ sarebbe il ritorno alla monarchia ovvero, secondo loro, sarebbe bello inquadrare l’assetto e l’ordinamento statale oggi come una forma di monarchia (magari non assoluta).

Io, personalmente, non tifo per nessun tipo di assetto statale. Sono piuttosto ‘moderata’ (magari mi definirebbero così), sostanzialmente sono per il: basta che funzioni. Basta che i principi non negoziabili siano messi al di sopra di ogni cosa.

Ecco, ora riporto i riferimenti estrapolati da: “Compendio della dottrina sociale della Chiesa” , Libreria editrice Vaticana (pagg. 214-215) (pagg. 222-223):



III. L’AUTORITA’ POLITICA



a) il fondamento della autorità politica



393 La Chiesa si è confrontata con diverse concezioni dell’autorità, avendo sempre cura di difenderne e proporne un modello fondato sulla natura sociale delle persone.



394 L’autorità politica deve garantire la vita ordinata e retta della comunità, senza sostituirsi alla libera attività dei singoli e dei gruppi, ma disciplinandola e orientandola, nel rispetto e nella tutela dell’indipendenza dei soggetti individuali o sociali, verso la realizzazione del bene comune.



395 Il soggetto dell’autorità politica è il popolo, considerato nella sua totalità quale detentore della sovranità. Il popolo, in varie forme, trasferisce l’esercizio della sua sovranità a coloro che liberamente elegge suoi rappresentanti, ma conserva la facoltà di farla valere nel controllo dell’operato dei governanti e anche nella loro sostituzione, qualora essi non adempiano in maniera soddisfacente alle loro funzioni. […] Il sistema della democrazia, grazie alle sue procedure di controllo, ne permette e ne garantisce la migliore attuazione.



IV IL SISTEMA DELLA DEMOCRAZIA



406 Un giudizio esplicito ed articolato sulla democrazia è contenuto nell’enciclica “Centesimus Annus”:"La Chiesa apprezza il sistema della democrazia, in quanto assicura la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche e garantisce ai governanti la possibilità sia di eleggere e controllare i propri governanti, sia di sostituirli in modo pacifico, ove ciò risulti opportuno". E ancora: "Un’autentica democrazia è possibile soltanto in uno Stato di diritto e sulla base di una retta concezione della persona umana".

b) Istituzioni e democrazia



408 Il Magistero riconosce la validità del principio relativo alla divisione dei poteri in uno Stato: "E’ preferibile che ogni potere sia bilanciato da altri poteri e da altre sfere di competenza che lo mantengano nel suo giusto limite" […] Nel sistema democratico, l’autorità politica è responsabile di fronte al popolo



Ricordiamoci, poi, che qualsiasi tipo di ordinamento risulterebbe imperfetto perché formato da uomini, che per loro natura sono imperfetti. Ricordiamo anche che nel mondo esistono tantissimi ‘tipi’ di ordinamenti statali (come tirannie e finte democrazie) che non coincidono con i punti sopra descritti.
".

Prima di iniziare, faccio i complimenti a Stefania, che ha avuto l'acume di sollevare una tematica importante. 
Il fatto che la Chiesa si sia confrontata con varie forme di Stato è cosa vera.
Ha avuto a che fare con monarchie, repubbliche, oligarchie e dittature e ha sempre cercato di proporre un modello che porti avanti il riconoscimento di una retta concezione della persona umana, tenendo conto della natura di ogni singola persona, delle sue capacità e delle sue naturali ambizioni, come del contesto sociale.
In questo senso, la Chiesa si è sempre battuta contro quelle visioni di Stato che volevano (e che vogliono) imporre l'eguaglianza con la forza, come i regimi totalitari (comunismo e nazismo).
Per questo motivo, la Chiesa è intrinsecamente contro il totalitarismo.
L'autorità politica deve garantire il benessere e la sicurezza i cittadini ma non deve sostituirsi alla loro libera attività.
Semmai, lo Stato deve disciplinare tale attività ed orientarla verso il bene comune, nella tutela dell'indipendenza dei singoli.
La sussidiarietà ha sé questo principio.
Certo, citando San Tommaso d'Aquino, un sistema democratico può essere solo rappresentativo ed esiste se non come "aristocrazia elettiva".
In questo senso, noi dobbiamo guardare al sistema anglosassone.
Esso si formò con un lungo processo che iniziò nel 1215 a Runnymeae, con la redazione della Magna Charta Libertatum, che attraversò fasi controverse (come lo scisma anglicano del 1534, la Rivoluzione di Cromwell che portò re Carlo I Stuart nel 1649 e la redazione dell'Act of Settlement del 1701) ma che seppe tenere lontano il populismo e l'antipolitica.
Guarda caso, il Regno di Gran Bretagna fu l'unico a non essere stato attraversato da insurrezioni popolari nel 1830 e nel 1848.
Purtroppo, c'è chi ha travisato il significato della parola "democrazia", intendendola come perfetta eguaglianza tra governante e governato e come rifiuto dello Stato in quanto istituzione, in nome del populismo.
Ora, ciò non è praticabile.
Il governante ed il governato hanno responsabilità diverse.
Inoltre, questa concezione è anche dannosa.
Infatti, essa abbassa la qualità del linguaggio e crea movimenti di protesta spesso fine a sé stessa.
Il caso del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo è l'esempio più classico di ciò.
Grillo punta solo alla protesta ma non propone nulla di concreto ed alternativo.
Ad esempio, egli dice no ai termovalorizzatori ma poi non propone nulla di alternativo.
Egli dice no alla TAV Lione-Torino ma poi non propone nulla di alternativo.
Egli dice di fare il referendum quorum zero su ogni cosa.
Ora, in un Comune, qualche referendum su piccole cose si può fare, ma questa idea non è esportabile nella politica statale, poiché essa decide delle strategie importanti e metterle direttamente in mano al popolo, che non sa quale sia l'argomento, può essere rischioso.
Questa idea è dannosa poiché non fa altro che creare tensioni sociali.
Ora, bisogna tornare al concetto di una democrazia rappresentativa in cui i cittadini possano partecipare ma in cui si tiene conto anche del fatto che tra governante e governato vi siano delle diverse responsabilità.
Cordiali saluti. 




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