Cari amici ed amiche.
Leggete questo articolo di Gian Antonio Righi che recita:
"Hanno rubato la cattedrale-moschea di Cordova». La Junta Islamica (JI), organizzazione nazionale spagnola no profit dei fedeli di Allah, torna alla carica con il celeberrimo tempio, innalzato dodici secoli fa da Abderrahmán I e dichiarato dall’Unesco, nel 1984, patrimonio mondiale dell’Umanità. Da anni la JI chiede inutilmente di poter pregare davanti al Mihrab, la nicchia che conteneva una copia dorata del Corano, e dare un uso religioso condiviso alla basilica. Adesso, dopo il «no» del vescovo, accusa la Chiesa di aver «carpito» il meraviglioso capolavoro architettonico con 850 colonne di marmo. Sborsando la ridicola cifra di 30 euro.
«Il furto è stato possibile grazie a due miracoli - accusa il sito Webislam della JI -. L’ex premier popolare Aznar, cambiando la legge ipotecaria nel ’98, ha permesso alla Chiesa prima di appropriarsi degli edifici del demanio, benché siano patrimonio di tutti gli spagnoli, poi di disporre di un edificio di 23.400 metri in pieno centro della città senza spendere un centesimo, visto che non paga non solo l’Ibi (l’Imu spagnola, ndr) ma neppure le spese di conservazione».
La legge ipotecaria in questione è quella del 1946, con la quale l’osservantissimo dittatore Francisco Franco permetteva alla Conferenza Episcopale Spagnola (Cee) di registrare la proprietà di alcuni beni senza proprietario, «ad eccezione dei templi destinati al culto cattolico». A tal fine, il Caudillo decise nell’art.206 che, senza notificazione pubblica e notaio, bastava che il vescovo dichiarasse che il bene apparteneva alla Chiesa. Alla fine degli Anni 90 l’allora primo ministro popolare Aznar tolse a sorpresa le eccezioni.
«Dal ’98 la Cee si è appropriata di centinaia di basiliche, come quella di Cordova. E l’ex premier socialista Zapatero, nei suoi otto anni di governo, non ha cambiato la legge», lamenta la Junta Islámica. Che poi ricorda come il mancato apporto tributario della Cee all’Ibi, proprio in un momento di acutissima crisi economica, sia stimato in tre miliardi di euro all’anno.
Ma c’è di più. Gli islamici, arrabbiati anche perché nel 2010 il vescovo di Cordova, Demetrio Fernández, voleva togliere il doppio titolo cattedrale-moschea al fantastico edificio (eretto dove si trovava l’antica basilica di San Vicente Martire, distrutta dagli islamici nel 711), criticano pure che sia esentasse, perchè gli 8 milioni di euro annui incassati con i biglietti d’ingresso da 8 euro sborsati dai turisti sono considerati «donazioni».".
Ora, io esprimo le mie considerazioni.
I musulmani vogliono pregare in quello che è oggi un luogo di culto cristiano.
Ricordo, però, che lor signori hanno delle piccole "amnesie".
Se noi dovessimo fare pregare loro in quella che oggi è la cattedrale di Cordova, loro ci dovrebbero restituire i luoghi di culto cristiani convertiti in moschee o in edifici ad uso, come la Basilica di Hagia Sophia a Istanbul (in Turchia), la chiesa di Pammacharistos (sempre ad Istanbul, in Turchia), la cattedrale di San Nicola a Famagosta (a Cipro) e la cattedrale del Sacro Cuore a Tripoli (in Libia).
Come la mettiamo per questi luoghi di culto?
Noi cattolici, per esempio, abbiamo restituito agli ebrei la sinagoga Scolanova (che era stata trasformata nella chiesa di Santa Maria) di Trani.
Non mi risulta che i musulmani abbiano fatto lo stesso.
Inoltre, mi risulta che se i musulmani pregano in un luogo, questi se ne impossessano.
Non è che i musulmani di Cordova vogliano riprendere possesso della moschea, che oggi è cattedrale?
Loro vogliono pregare?
Possono farlo da un'altra parte.
Nessuno vieta loro a di fare ciò.
La cosa mi suona sospetta.
Noi cattolici non rubammo nulla.
Ci riprendemmo ciò che era nostro e che ci fu sottratto con la forza.
Riporto un commento scritto dall'amico Angelo Fazio su Facebook:
"Hai ragione Antonio: e ci ridiano (per dirla tutta) anche tutta la sponda sud del Mediterraneo, che prima era composta da regioni cristianissime (grazie all'Impero Romano), poi assoggettate all'Islam con la spada e con il Jihad, da parte dei discendenti di Maometto.".
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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