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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 5 maggio 2012

Una riflessione sulla «Lettera agli Efesini» di S. Ignazio d'Antiochia, vescovo e martire

Cari amici ed amiche.

Leggete questa nota dell'amico Giovanni Covino (SEFT) che tratta un brano di Sant'Ignazio di Antiochia:

"VII. Vi sono alcuni che portano il nome, ma compiono azioni indegne di Dio. Bisogna scansarli come bestie feroci. Sono cani idrofobi che mordono furtivamente. Occorre guardarsene perché sono incurabili. Non c'è che un solo medico, materiale e spirituale, generato e ingenerato, fatto Dio in carne, vita vera nella morte, nato da Maria e da Dio, prima passibile poi impassibile, Gesù Cristo nostro Signore.



VIII. Nessuno, dunque, vi inganni, come d'altronde non vi fate ingannare, essendo tutti di Dio. Se non vi è nessuna discordia tra voi che vi possa tormentare, allora vivete secondo Dio. Sono la vostra vittima e mi offro in sacrificio per voi Efesini, Chiesa celebrata nei secoli. I carnali non possono fare cose spirituali, né gli spirituali cose carnali, come né la fede le cose dell'infedeltà, né l'infedeltà quelle della fede. Anche quello che fate nella carne è spirituale. Fate tutto in Gesù Cristo.



IX. Ho inteso che sono venuti alcuni portando una dottrina malvagia. Voi non li avete lasciati seminare in mezzo a voi, turandovi le orecchie per non ricevere ciò che speravano. Voi siete pietre del tempio del Padre preparate per la costruzione di Dio Padre, elevate con l'argano di Gesù Cristo che è la croce, usando come corda lo Spirito Santo. La fede è la vostra leva e la carità la strada che vi conduce a Dio. Siete tutti compagni di viaggio, portatori di Dio, portatori del tempio, portatori di Cristo e dello Spirito Santo, in tutto ornati dei precetti di Gesù Cristo. Mi rallegro di essere stato stimato degno delle cose che vi scrivo, per trattenermi con voi e congratularmi perché per una vita diversa non amate che Dio solo.



X. Per gli altri uomini «pregate senza interruzione». In loro vi è speranza di conversione perché trovino Dio. Lasciate che imparino dalla vostre opere. Davanti alla loro ira siate miti; alla loro megalomania siate umili, alle loro bestemmie (opponete) le vostre preghiere; al loro errore «siate saldi nelle fede»; alla loro ferocia siate pacifici, non cercando di imitarli. Nella bontà troviamoci loro fratelli, cercando di essere imitatori del Signore. Chi ha sofferto di più l'ingiustizia? Chi ha avuto più privazioni? Chi più disprezzato? Non si trovi tra voi nessun'erba del diavolo, ma con ogni purezza e temperanza rimanete in Gesù Cristo con la carne e con lo spirito.
".

Ora, faccio una riflessione.
L'antica comunità cristiana di Antiochia fu molto particolare.
Essa nacque nel 47 AD e fu la prima comunità cristiana non di origine giudaica ma di origine greca, pagana.
Fu la prima comunità ad essere definita "cristiana".
Prima, infatti, il Cristianesimo fu visto come una corrente dell'Ebraismo.
La sua evangelizzazione avvenne grazie a grandi figure come San Pietro, San Paolo, San Barnaba e Sant'Ignazio.
Ora, al giorno d'oggi, servirebbero tanti San Pietro, San Paolo, San Barnaba e Sant'Ignazio di Antiochia.
Infatti, oggi, vi è una forte secolarizzazione che ha reso gli uomini ben peggiori di quei pagani del tempo di San Paolo.
Questi ultimi, infatti, avevano sete di Dio.
Essi cercavano Dio e delle risposte alle domande che si ponevano sul senso della vita.
Oggi, l'uomo moderno è sempre più legato ai beni materiali e crede che la tecnologia possa fare tutto.
Egli si illude di potere fare tutto, strisciando una carta di credito, digitando parole sul computer o facendo ricerche scientifiche.
Tutte queste cose vanno bene ma non sono tutto.
Serve altro
L'uomo fu creato da Dio per fare il bene.
Fare il bene, prima di tutto, significa amare Dio ed il prossimo.
Essere cristiani, infatti, non significa solo andare a messa.
Infatti, alla messa devono seguire le opere
Solo così l'uomo può salvarsi.
Forse, l'uomo dovrebbe cominciare a riflettere su ciò.
Sarebbe già un passo avanti.
Cordiali saluti.



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