Cari amici ed amiche.
Sul sito del Comitato di Roncoferraro dell'Associazione Civica Mantovana (ACM) è comparso questo articolo che è intitolato "Fossil Free Energy, nessuno si indigna" e che recita:
"Negli ultimi tempi siamo stati “socialmente percossi” dall’utilizzo di un termine divenuto oltremodo ricorrente: Indignazione.
Una parola che raccoglie uno slogan, una necessità, uno status, fotografando un anacronistico senso di unione che si sta (o si starebbe) risvegliando in gran parte della popolazione mondiale.
Si è parlato sempre di indignazione facendo riferimento ad eventi o a situazioni di natura macroscopica, veicolati da imponenti mezzi di comunicazione ed in quanto tali in grado di far forte presa su gran parte dell’opinione pubblica e pertanto delle masse. Basti pensare agli “indignados”, fenomeno di portata mondiale che tratta perlopiù tematiche inerenti grandi questioni economiche globali (tra l’altro per molti difficilmente comprensibili).
In questo modo si rischia di connotare l’indignazione e la sua conseguente estrinsecazione, come sentimenti giustificati solo quando scaturiscono da problematiche che possono investire una realtà estremamente diffusa .
Così non è e non deve essere. L’indignazione è un risentimento prima di tutto Privato, Personale, Individuale: “La mia morale è toccata direttamente da qualcosa, pertanto mi indigno e in quanto tale estrinseco la mia rabbia pubblicamente”.
Così ragionando si ritrova la necessità di sfoderare l’indignazione per tematiche più circoscritte, anche in senso territoriale.
Nel comune di Roncoferraro, per motivazioni perlopiù culturali, l’indignazione è sempre stata restia a stanarsi, se non in poche sporadiche eccezioni, che qui non citeremo.
Questo ha indiscutibilmente contribuito all’opacizzazione della discussione pubblica perno che regola l’intera “vita democratica”.
Risulta sempre più difficile poter partecipare al bar, in chiesa o in piazza (luoghi tra l’altro sempre meno frequentati) a discussioni riguardanti gli avvenimenti che interessano la nostra comunità locale, essendo la nostra attenzione distolta da fenomeni e problematiche più Grandi ma stranamente più accessibili.
Ed è proprio per questo che noi dell’Acm, come al solito in controtendenza, abbiamo deciso di raccontarvi una storia che ci riguarda tutti da vicino.
Nell’ormai lontano inverno del 2007 , proprio nel nostro capoluogo, è entrato in funzione, come tutti ben ricorderete, un importante impianto a “Biomasse” con lo scopo di riqualificare gli impianti di riscaldamento di alcune strutture pubbliche (comune, scuole, biblioteca e piscina).
Il nobile impianto denominato addirittura “Fossil Free Energy” era indiscutibilmente identificabile come “Verde” cioè rispettoso dell’ambiente, perché essendo alimentato da cippato di legno prodotto sul territorio avrebbe garantito un equilibrio tra le emissioni di CO2 generate dall’utilizzo della struttura con la CO2 assorbita, durante la loro vita, dalle piante utilizzate per ricavarne il combustile.
La costruzione di una struttura di questo calibro, naturalmente, necessitava di una massiccia disponibilità di risorse finanziarie: si aggirava appunto attorno ad 1.000.000 di Euro il costo complessivo.
Lo slancio economico per la realizzazione dell’opera è arrivato dall’Unione Europea che si offrì di anticipare interamente le spese di costruzione, garantendo a fondo perduto il 40% (cioè 400.000€) ma pretendendo la restituzione del restante 60% (600.00 €) da parte dell’amministrazione comunale in 20 anni.
La nobiltà dell’opera, congiuntamente ai sacrifici economici necessari per realizzarla, rese tangibile il fiero auto-compiacimento dell’amministrazione: Campagne pubblicitarie, riunioni, cartelli sparsi sul territorio.
I più scettici vennero “normalmente” additati come rivali politici, confinando così anche i loro timori nel dibattito politico.
Fatto sta che gli anni sono passati, ci siamo abituati a vedere l’impianto ubicato vicino al palazzetto dello sport di Roncoferraro (localizzazione secondo alcuni discutibile) e dei nobili obbiettivi per i quali è stato costruito ormai nessuno parla più.
In data 21/11/11 il 12° punto all’ordine del giorno del consiglio comunale trattava l’interpellanza presentata dal nostro comitato Acm che pretendeva di aver delucidazioni in merito alla gara d’affidamento dell’impianto Fossil Free (che riteniamo essere stata oltremodo frettolosa e troppo esclusiva).
Durante la discussione il sindaco si è praticamente messo a nudo affermando che l’impianto evidentemente non funziona come dovrebbe, tant’è che i costi di gestione risultano essere molto superiori a quelli preventivati.
Le lievitazione dei costi è stata fondamentalmente attribuita all’impossibilità di reperimento del cippato sul nostro territorio vista l’ormai consolidata contrarietà dei nostri agricoltori di offrirsi alla coltivazione delle pioppelle da cui ricavarlo; tale condizione costringe i gestori dell’impianto ad acquistare il cippato presso fornitori “extramuros”, provenienti soprattutto dal Sud Tirolo.
Un ulteriore specificazione fatta dal sindaco ha riguardato la efficienza dell’impianto. È stato infatti precisato come, vista la scarsa qualità del cippato, acquistato spesso e volentieri troppo umido per garantire un ottima combustione, si è costretti a far funzionare in molte più occasioni di quelle previste da progetto, l’impianto a gas metano!!!
Ora ditemi voi, questa cosa vi indigna o no? Vi indigna il fatto di aver sprecato del denaro per costruire una cosa che non funziona o almeno non funziona come dovrebbe?
Questo tema non dovrebbe toccare la sensibilità solo di alcuni; qua non si parla di valutazione soggettive, non c’entrano nulla i supermercati davanti ai cimiteri o le tombe abbandonate; non c’entrano cioè tematiche che invadono l’ambito della morale individuale.
Qua si tratta di come parte delle nostre risorse siano state sprecate. Tutti abbiamo contribuito di tasca nostra a questo impianto tramite le nostre imposte ma nessuno parla delle sue inefficienze. È indecente che in base al credo politico si possa giudicare diversamente questa vicenda.
Non c’è oggettivamente nulla di giusto nello spreco di denaro, specialmente se si tratta di denaro pubblico.
La gente dovrebbe indignarsi. Indignarsi personalmente!!!
Arrabbiarsi perché non sono state fatte le dovute indagini sul territorio per accertare l’effettiva accondiscendenza degli agricoltori a rendersi disponibili alla coltivazione delle piante necessarie al progetto. Arrabbiarsi perché acquistando il cippato in Sud Tirolo si vanificano in parte i nobili propositi di riduzione di CO2, visto che è naturale che il trasporto implica l’utilizzo di automezzi che funzionano proprio con combustibili fossili. Arrabbiarsi per essere stata imboccata col dolce sciroppo verde della sostenibilità ambientale e poi disillusa con l’acre odore dei fumi del metano.
Bisognerebbe andare al bar, in chiesa, in piazza ed estrinsecare il proprio parere a riguardo di una tematica come questa.
Abbandonarsi al lassismo, giustificando chi sornionamente minimizza le proprio colpe, genera un circolo vizioso per il quale chi ha sbagliato non si sente spronato a correggersi, pertanto nemmeno a migliorarsi.
Se questo accade all’interno di una famiglia i danni sono spesso contenuti e comunque quasi sempre rimediabili; diverso è il caso in cui una situazione del genere riguardi un intera comunità o un intero stato. In tal caso più il fenomeno è diffuso e reiterato nel tempo più aumentano i rischi di logorare la stessa etica sociale, con possibili ripercussioni sugli stessi usi e consuetudini, mettendo forse a repentaglio il significato stesso della democrazia.
Ed è per questo che noi dell’ACM vi ribadiamo, ancora una volta, il nostro deciso, intenso e caloroso invito al confronto pubblico, sollecitandovi alla partecipazione e, perché no, alla manifestazione pubblica.
L’indignazione genera confronto. Il confronto genera Democrazia. ".
Sul succitato impianto di teleriscaldamento avevo detto molto.
Rileggete l'articolo che avevo scritto nel 2009 su "Italia chiama Italia" che è intitolato "Fossil Free pro e contro".
Facevo propaganda per la lista di centro destra "Libertà di cambiare, diritto di crescere-Poltronieri sindaco".
Purtroppo, a mio modo di vedere, la stessa lista non affrontò il tema in modo adeguato.
Questo era (ed è) un tema importante.
Inoltre, sempre nel 2009, chiesi delle informazioni sul combustibile, su questo blog, con l'articolo inititolato "Lettera aperta al sindaco di Roncoferraro".
Feci anche un'istanza in Comune.
Mi ricordo che per avere fatto ciò venni anche attaccato.
In collaborazione con l'Associazione Civica Mantovana, pubblicai anche una relazione.
Leggete l'articolo intitolato "Relazione sull'impianto di teleriscaldamento "Fossil Free Energy di Roncoferraro (Mantova)" .
Quindi, la vicenda di questo impianto di teleriscaldamento non interessa solo l'ACM m a anche gli altri partiti.
Il fatto che oggi anche il sindaco Candido Roveda (Partito Democratico) riconosca che questo impianto abbia dei problemi dimostra che chi nel 2009 sollevava delle perplessità sul medesimo non aveva torto.
E' lapalissiano il fatto che un simile impianto sia un costo.
La materia prima (il cippato che deve essere usato come combustibile) non è reperibile, poiché la Pianura Padana è un'area molto antropizzata e con pochi boschi.
Le emissioni in atmosfera ci sono.
Infatti, se si brucia della legna si produce il fumo ed il fumo contiene varie sostanze, come la CO2, le polveri sottili e, in taluni casi, sostanze pericolose come il benzopirene.
Quindi, da quanto affermato dallo stesso sindaco, l'impianto non sta dando i vantaggi sperati.
Mi ricordo che in passato Roveda ed il resto dell'amministrazione comunale si vantavano dell'impianto e del fatto che esso funzioni senza combustibili fossili.
Tra l'altro, pare che ora l'impianto funzioni in parte a metano.
Quindi, crolla anche il "mito" dell'impianto di riscaldamento che funziona senza combustili fossili.
Per avere una buona politica energetica bisogna tenere conto delle tecnologie che possono essere usate in determinato contesto, senza voli pindarici.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
Sono completmente in accordo con te, purtroppo conta piú l'etichetta per fare bella figura che la sostanza. Ma di queste cose si parla sempre troppo poco. Continua cosí.
RispondiEliminaSono d'accordo.
RispondiEliminaIl problema è che qui si rischia di avere un impianto che non garantirebbe l'efficienza energetica né un minore impatto ambientale ed una minore spesa.